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Manfredini: "A Fuori Luogo ho trovato il rispetto per la sacralità del teatro" In evidenza

Di Doris Fresco- Intervista al Maestro Danio Manfredini, in scena al Dialma questa sera e domani con il capolavoro Cinema Cielo.

Un cinema a luci rossi, questo è Cinema Cielo; qui è dove ci porta questo appuntamento di Fuori Luogo. Vero e proprio capolavoro, è diretto e interpretato da uno degli artisti più apprezzati del panorama teatrale contemporaneo.

Porti alla Spezia Cinema Cielo, spettacolo cult del teatro contemporaneo, ma, come sappiamo, non è la prima volta che approdi a Fuori Luogo e non sarà l'ultima. Che rapporto hai con questa città?
Il rapporto che ho con il Dialma e Fuori Luogo è un rapporto costruito nel corso del tempo, una collaborazione che è nata dal contatto fra realtà che risuonano in uno spazio comune.
Personalmente ho visto qui qualcosa di molto importante e che cerco, cioè la volontà di definirsi come centro di produzione nell'ottica di rispetto della dimensione umana. Purtroppo oggi, agli artisti, viene chiesto di produrre in tempi brevi, possibilmente nell'arco di 30 giorni, ma il teatro ha bisogno di sedimentazione, di rispetto dei tempi. Voglio resistere al concetto di assorbimento e alla logica di dover lavorare per dare al pubblico un prodotto da consumare. Ci viene detto in che direzione andare per assecondare le richieste di uno spettatore che secondo me viene sminuito, come se certe cose non le potesse vedere o ascoltare. Io non sono per le performance che non necessariamente sono arte, ma che oggi vengono richieste, commissionate, quasi che allo spettatore debba essere offerto quello che deve vedere o che si crede voglia vedere, invece di quello che ancora non c'è. Ecco, io credo che sia importante lavorare con chi mantiene vivo questo senso di rispetto per la sacralità del teatro e questo l'ho visto in Fuori Luogo, quindi è con realtà di questo tipo che secondo me bisogna fare rete e mettersi insieme.

Nei tuoi lavori mescoli spesso recitazione, musica e pittura. Credi sia sempre necessaria questa interazione fra le arti?
No, affatto. Credo che dipenda esclusivamente dalle esigenze del momento e non è vero che interdisciplinare significhi migliore. La libertà dell'arte è proprio questo: non determinare il lavoro che nascerà, ma essere disposto a dargli forma assecondando quello che è in evoluzione. Come per un figlio, non sei tu quella forma: noi, nel processo creativo, studiamo, impariamo da tutto e dobbiamo essere disposti a seguire la forma che sta prendendo il nostro lavoro senza imporlo a priori.

Sei attore, regista, cantante e pittore, ma anche insegnante e infatti dal 27 al 30 Gennaio sarai di nuovo qui per un seminario. Puoi dire qualcosa ai giovani spezzini che, anche grazie a Fuori Luogo, si stanno avvicinando a questo mondo?
Nei seminari propongo sempre di iniziare dallo studio del repertorio teatrale, sia classico che contemporaneo. Questi momenti sono palestra di recitazione. Parto da questo perchè è nel repertorio che è possibile trovare le basi solide già posizionate da chi c'è stato prima di noi. Non lavoro sulla creatività, ma sullo studio fedele all'autore, rispettando innanzitutto il suo punto di vista, studiando e approfondendo cosa l'autore ha voluto dirci.

Cinema Cielo è in scena da qualche anno (nel 2007 ha vinto il premio Ubu) non perdendo attualità, ma evolvendosi. Come è cambiato nel tempo?
Innanzitutto devo dire che questo spettacolo di solito viene messo in scena in spazi molto più grandi, mentre per Fuori Luogo abbiamo dovuto rinunciare in termini di spazio, guadagnando invece in termini di rapporto con il pubblico, proprio perchè saremo molto vicini. In Cinema Cielo si ode in sottofondo questo film che va ... l'ossatura estratta dal romanzo di Jean Genet che racconta di Louis, un bambino che scappa di casa e che diventa un trans, che tutti chiamano Divine. Tutto questo spessore poetico creato dal film, in contrasto con la bassezza di tutto quello che avviene nella platea del cinema, rimane. Cambia invece l'immagine e la visione alterata della sala.


CINEMA CIELO (Giovedì 12 e Venerdì 13 Gennaio) 

ideazione e regia Danio Manfredini
con Patrizia Aroldi, Vincenzo Del Prete, Danio Manfredini, Giuseppe Semeraro
assistente alla regia Patrizia Aroldi
luci Maurizio Viani
realizzazione colonna sonora Marco Olivieri
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Festival Santarcangelo dei Teatri
distribuzione La Corte Ospitale

CONSIGLIATA LA PRENOTAZIONE: tel 3282007184 - 0187713264
Biglietti: Intero 15€, under30 10€, ridotto studenti scuole superiori 5€

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