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Spezzini Fuori Porto n.14: Roberto Bocchi, da informatico ad attore In evidenza

di Laura Orsenigo - Roberto Bocchi ha lasciato Lerici per lavorare sui set di pubblicità, fiction e film a Milano. L'ultimo ruolo: Raul Gardini per una nuova serie SKY.

Da informatico ad attore professionista. Un bel salto carpiato, no?
Beh sì, e tenga conto che l'ho fatto che avevo più di 40 anni! Ho approfittato, se così si può dire, del fatto che l'azienda per cui lavoravo, una grande multinazionale, aveva annunciato di voler tagliare parecchio personale incentivando le uscite. Ho accettato la proposta e mi sono dedicato finalmente a ciò che mi piaceva davvero: la recitazione.

Insomma: non è mai troppo tardi!
Se hai una forte passione non puoi non ascoltarla.

Ma come mai allora si è ritrovato informatico?
Perché non ho avuto all'inizio abbastanza fiducia in me stesso, pensavo la recitazione dovesse restare un "hobby" da coltivare fuori dal lavoro. Mi sono laureato in informatica a Pisa, però in realtà questa materia non mi ha mai interessato, era solo un lavoro, non una passione.

Eppure sulla sua pagina Wikipedia c'è scritto che è un socio del Mensa, un cervellone insomma...
In realtà pochi sanno cosa sia il Mensa e pochissimi sanno che ne faccio parte io! È un'associazione che raduna le persone che, attraverso particolari test, dimostrano di avere un QI (quoziente Intellettivo) superiore al 98° percentile. L'ho fatto così, per gioco, e mi sono ritrovato in questa piccola percentuale, dicono il 2%, con il più alto quoziente intellettivo. Più che altro è una cosa interessante per gli incontri e i convegni che organizzano.

Si è mai pentito di aver scelto la carriera dell'attore?
No, assolutamente. Certo non è un lavoro fisso, è molto saltuario, ma non ho famiglia e dunque posso "permettermelo"!

Su quali set ha lavorato?
Lavoro soprattutto per la pubblicità o per le fiction televisive. Ad esempio sono stato protagonista di una puntata di Don Matteo. Ho anche girato qualche film per il cinema: ad esempio ero nel cast di Poli Opposti nel 2015 con Luca Argentero.

Le situazioni più strane che ha trovato su un set?
Mah, è molto strano ad esempio ritrovarsi sui set delle produzioni asiatiche. Ho lavorato ad esempio con star filippine seguite da milioni di follower, ma a noi del tutto sconosciute. Amano molto girare nei nostri castelli o comunque nei luoghi storici. Sono produzioni un po' più "caserecce" delle nostre, ma in compenso molto agili e veloci.

Che parti interpreta di solito?
Mi scelgono per ruoli da professionista serio, torna un po' l'informatico che è in me! Oppure in vesti di manager. Spesso ho una vena un po' cattiva, chissà perché!

La vedremo presto anche su Sky?
Sì, sono molto contento di essere stato scelto per il ruolo di Raul Gardini nella serie "1993" di e con Stefano Accorsi, il seguito della fortunata serie "1992" su tangentopoli. Ho solo due scene, ma sono intense, sono i momenti prima del suo suicidio mai chiarito. Credo andrà in onda nei prossimi mesi.

Ha mai lavorato su un set spezzino?
Se consideriamo set anche il mio "debutto" davanti alla macchina da presa da ragazzo, allora sì. Era un cortometraggio, stile horror girato nel cimitero di Lerici: un esperimento tra compagni di scuola che ha dato il via alla mia passione.

Cosa ricorda della Lerici vissuta da ragazzo?
Ad esempio quando si andava sugli scogli del molo a pescare i fagòli, grossi granchi pelosi che poi vendevamo a 500 lire ai ristoratori.

Quanto è cambiata Lerici, nel bene e nel male?
Per fortuna non è cambiata molto. Vorrei che fosse più conosciuta a livello turistico, questo sì. E se devo fare una critica, non capisco le polemiche per la chiusura del centro alle auto. Secondo me è una scelta intelligente soprattutto in chiave turistica, appunto. Comunque non l'ho certo abbandonata e appena posso scappo da Milano per tornare qui...

 

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