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Talamone (Fisascat-Cisl): “Oss di Coopservice. Adesso assunzione e internalizzazione” In evidenza

"Non rinunciamo a questa battaglia, il rischio che oltre il danno si aggiunga anche la beffa di perdere il lavoro".

“Sono passati ormai quasi due mesi dalla impugnativa da parte del Governo dell’ emendamento alla legge Finanziaria che impediva di fatto la creazione di una società in house per l’ internalizzazione dei 158 operatori sociosanitari (Oss) di Coopservice, ma ad oggi ancora tutto tace".

Cosi Mirko Talamone, segretario della Fisascat Cisl, sulla vertenza. “L’emergenza coronavirus Covid-19 - prosegue Talamone - ha defilato la questione e ma oggi più che mai gli addetti meritano ascolto per l’impegno, la dedizione e l’umanità dimostrata sul campo, nei reparti”. Aggiunge: "Meritano l assunzione perché hanno iniziato la loro attività fin dai primi momenti dell’ emergenza Covid senza avere i dispositivi di protezione individuale (dpi) necessari, continuando con doppi turni, riposi saltati, basso assenteismo e andando ora nei reparti Covid laddove le oss assunte con Partita Iva dall’Asl5 non potevano essere utilizzate".

Ma i problemi proseguono: “Altra grave carenza che denunciamo é l’assenza di adeguati screening sulla salute degli operatori che Alisa avrebbe dovuto garantire a tutti gli operatori del comparto pubblico e privato del settore socio sanitario come test sierologici e tamponi ma ad oggi gli addetti di Coopservice sembrano esclusi, questo a fronte di almeno una decina di casi di covid19 tra i lavoratori".

Sottolinea ancora Talamone: “Senza considerare che il premio economico garantito dalla Regione ai dipendenti del comparto sanitario pubblico non verrà erogato agli oss di coopservice e Fisascat Cisl vogliamo venga esteso a tutti, pubblico e privato. Non rinunciamo dunque a questa battaglia, il rischio che oltre il danno si aggiunga anche la beffa della perdita del posto di lavoro”.

Conclude Talamone: “Crediamo inoltre che vi siano le condizioni, con l emergenza in corso, di andare a potenziare le carenze di organico in prospettiva della realizzazione di strutture Covid 19 a bassa e media intensità di cura che accolgano pazienti non autosufficienti, dove potrebbero trovare collocazione un ampia platea di oss. Chiediamo a Regione e Governo di ascoltarci perché passata l’ emergenza torneremo a rivendicare fortemente il diritto a difendere il posto di lavoro dei 158 oss”.

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