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Raccolta differenziata: La Spezia è la provincia migliore della Liguria In evidenza

I dati dell'Ecorofurum Liguria che ogni anno analizza attraverso il Dossier Rifiuti l'andamento della raccolta differenziata e la filiera dei rifiuti in Liguria.

Si è svolta questa mattina in streaming la quarta edizione dell'Ecorofurum Liguria che ogni anno analizza attraverso il Dossier Rifiuti l'andamento della raccolta differenziata e la filiera dei rifiuti in Liguria.

Per quanto riguarda la raccolta differenziata nel 2019 la Liguria ha raggiunto e superato (con il 53,4%, +3,8% rispetto al 2018) il valore del 50% che avrebbe dovuto raggiungere nel 2009, un piccolo miglioramento che non basta: è tra le peggiori regioni del nord Italia, fanno peggio di noi solo Lazio, Molise Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia.

«Il dato regionale è affossato dalla Città di Genova che non riesce a far decollare la propria raccolta differenziata e invia ancora larga parta dei rifiuti prodotti fuori regione con un forte incremento dei costi della gestione a carico dei cittadini - spiega Santo Grammatico, Presidente di Legambiente Liguria - le cause di questo risultato sono da addebitare a quei 34 comuni (concentrati nell'entroterra della provincia di Imperia e Genova) che ancora non hanno attivato una seria politica di gestione dei rifiuti sul territorio e restano sotto il valore del 35%».

La raccolta differenziata nelle quattro province

Anche nel 2019 la Provincia della Spezia ottiene i risultati migliori: raccolta differenziata al 73,9% (+4,4% rispetto al 2018), su 32 comuni 5 sono rifiuti free, 27 superano il 65% di raccolta differenziata. Le performance migliori si registrano a Follo 85,7%, Ricco del Golfo 84,8% e Corrodano 83,9%. La città della Spezia con 93.529 abitanti raggiunge il 74,9% di raccolta differenziata nel 2019.

Stazionaria la performance della provincia di Savona che registra il 61,5% di raccolta differenziata solo 1,5% in più rispetto il 2018. Su 69 comuni 21 sono rifiuti free, 55 superano il 65% di raccolta differenziata e 3 non raggiungono il 35% di r.d.

Rialto si conferma il comune più virtuoso 90,4% a seguire Garlenda 86,2% e Vendone 85,1%. La città di Savona con 60.087 abitante raggiunge il 43,8% di raccolta differenziata.

Conferma il trend di crescita, anche se molto resta ancora da fare, la provincia di Imperia che raggiunge il 54,4% (+8,2% rispetto al 2018) di raccolta differenziata ma su 66 comuni nessuno è rifiuti free, solo 10 raggiungono il 65 di r.d. mentre 20 riciclano meno del 35%.

Bene la città di Imperia che con 42.507 abitanti nel 2019 ha raggiunto il 66,9% di raccolta differenziata.

Tallone d'Achille della Liguria, resta sempre la provincia di Genova con 44,6% di raccolta differenziata (+3,1 rispetto al 2018) su 67 comuni solo 1 è rifiuti free (Leivi), 28 raggiungono il 65% di r.d. e 11 differenziano meno del 35%.

A incidere negativamente è soprattutto la città di Genova che con 573.285 abitanti raggiunge solo il 35,5% di raccolta differenziata.

Complessivamente in Liguria, il numero dei comuni rifiuti free (che raggiungo il 65% di r.d. e hanno un procapite di secco residuo inferiore ai 75 kg per abitante all'anno) tra il 2018 e il 2019 resta sostanzialmente invariato (da 26 a 27), di conforto risultano i dati dei comuni costieri considerato che, quando ancora in era pre covid subivano una forte pressione antropica nei mesi estivi, due comuni su tre sono diventati Comuni Ricicloni (superano il 65% di r.d.).

Tra i comuni costieri e sopra i 15.000 abitanti Imperia (+31,6%) raggiunge il 66,9% e affianca nella classifica dei ricicloni, come capoluogo, La Spezia (al 74,9% di r.d.).

Tra le migliori prestazioni che sono emerse in un solo anno (confronto tra i dati 2018 e 2019) ricordiamo i comuni di Campomorone (+49,5%), Ceranesi (+48,8%), Mignanego (+45,0%), in provincia di Genova e Osiglia (+42,7%) in provincia di Savona.

«A fronte dei dati riportati nel Dossier - spiega Federico Borromeo, Direttore di Legambiente Liguria - la questione più urgente resta la mancanza di impianti per la chiusura del ciclo dei rifiuti che consentirebbero di avviare una seria ed efficace economia circolare dei materiali post consumo permettendo alla nostra regione di qualificarsi in termini ambientali. Per questo è necessario sviluppare impianti di biodigestione per il trattamento della frazione organica con produzione di biogas, individuando le opportune aree in provincia di Imperia, nella provincia della Spezia, a Genova e nel Tigullio».

«Per quanto riguarda Genova, conclude Borromeo, la costruzione di un impianto per il trattamento meccanico biologico dei rifiuti prodotti nel capoluogo non sarà sufficiente da solo a raggiungere quell'obiettivo se a quella soluzione impiantistica non sarà affiancato un biodigestore per il trattamento della frazione umida».

Durante la diretta streaming di oggi sono intervenuti insieme a Santo Grammatico e Federico Borromeo, rispettivamente Presidente e Direttore Legambiente Liguria: l'Assessore all'Ambiente della Regione Liguria Giacomo Raul Giampedrone, Cecilia Brescianini e Andrea Baroni di Regione Liguria, Laura Brambilla, Responsabile Nazionale Comuni Ricicloni, Maurizio Salvo, del CONAI, Enzo Scalia, Direttore Relife Group, Lorenzo Barucca, Responsabile Economia Civile di Legambiente che ha presentato il progetto ECCO.

Dopo le conclusioni del Presidente Nazionale Legambiente Stefano Ciafani c'è stata la Premiazione dei comuni Rifiuti Free.

Legambiente Liguria è al lavoro per organizzare la stagione autunnale dell'Ecoforum 2021, considerate anche le novità amministrative e gestionali che interesseranno il ciclo dei rifiuti sui territori e le innegabili difficoltà collegate alla convivenza con il Covid, che ha portato a cambiare stili di vita e modalità dei consumi che si riflettono sulla gestione dei rifiuti.

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