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Legambiente: "Non c'è pace per la Venere Azzurra" In evidenza

Gli ambientalisti chiedono di ripensare il futuro dell'area modificando le precedenti pianificazioni, riducendo le cementificazioni ed il traffico.

L’ingresso del parcheggio della Venere Azzurra L’ingresso del parcheggio della Venere Azzurra


La stampa quotidiana locale ci aggiorna periodicamente sulla situazione delle costruzioni e dei progetti alla Venere Azzurra di Lerici: RTA (Residenze Turistico Alberghiere a gestione unitaria), Hotel 5 Stelle, parcheggi. E di nuovo si parla di costruire! Come circolo di Legambiente, da sempre attenti ai processi di trasformazione urbana, alla fruizione turistica e alla pressione insediativa nel nostro territorio, vogliamo richiamare l’attenzione ed esprimere il nostro punto di vista, ampiamente condiviso nella nostra comunità, sugli interventi in quell’area. Un progetto nato qualche decennio fa senza troppa lungimiranza che nel tempo si è rivelato fallimentare e moltiplicatore di disagio e degrado in un territorio che, per sua propria natura, è fragile e meraviglioso.

Il “concordato preventivo” chiesto, per evitare il fallimento, dalla Srl Lerici Real Estate in crisi finanziaria nel 2013 si è chiuso solo due anni fa con la svendita, dopo continui ribassi, di tutta la Residenza Turistica Alberghiera: una struttura sostanzialmente finita da una decina d’anni e mai utilizzata, imponente e invasiva nel suo complesso, composta da una cinquantina di piccoli appartamenti arredati che vivono, per ora, solo di vita virtuale comparendo su un sito di prenotazioni raggiungibile facilmente con gli usuali motori di ricerca (complimenti all’arredatore per la scelta dei quadri e dei cuscini a forma di raviolo). Ci auguriamo solo che questa amministrazione, che fa della residenzialità un pilastro del proprio programma amministrativo, non ne consenta la trasformazione in seconde case.

Veniamo al lussuoso albergo a 5 stelle mai iniziato. Dopo i primi lavori propedeutici all’apertura di un cantiere mai aperto, tutto si è fermato, dieci anni fa, lasciando il fianco della collina devastato, un pericoloso sbancamento, brutto da vedere e con un principio di frana sotto strada: una perdita di reputazione e un danno di immagine per tutta la comunità lericina che le amministrazioni avvicendatesi in questi ultimi anni non hanno saputo né voluto contrastare. Che si venga a riproporre ora è un palese controsenso

Ci si chiede a cosa siano serviti e quali siano state le motivazioni dei ripetuti rinnovi delle concessioni per poi concludersi con la svendita dell’RTA, giusto per pagare debiti residui e l’area edificabile dell’albergo ceduta al prezzo di terreno agricolo, facilitando operazioni immobiliari/finanziarie altamente rischiose che, come i fatti ci raccontano, avvengono in contesti socio-economici imprevedibili, dove le garanzie politiche non sono più sufficienti e i modelli turistici di riferimento in profonda crisi (abbiamo le grandi navi parcheggiate nel golfo da più di un anno).

Oltre alle incognite economiche, in quell’area ci sono criticità oggettive legate alla viabilità, già oggi molto rischiosa e insicura, completamente assente di passaggi e percorsi pedonali, alla presenza del principale collettore fognario cittadino e del sistema di pompaggio dei liquami con problemi di sversamenti a mare e cattivi odori in tutta l’area.

In ultimo l’aspetto principale di maggiore valore sociale e quindi economico: la tutela dell’ambiente. L’idea di un parcheggio interrato con davanti il mare e alle spalle la forte spinta delle abbondanti acque sotterranee che in quell’area confluiscono creano grosse incertezze e facilità di errori nella realizzazione ma soprattutto nella valutazione dei costi di gestione con il rischio, reale, che diventi una grossa tassa per le amministrazioni e le generazioni future.

I revisori del PUC, recentemente nominati, devono necessariamente prendere atto degli errori di pianificazione fatti in precedenza e cercare di porvi rimedio senza cadere dalla padella alla brace. Annullare le concessioni e intraprendere una vera opera di riqualificazione del sito. Potere avviare, coinvolgendo la cittadinanza, progetti di rinaturalizzazione e risanamento di quell’area sarebbe aria fresca per tutta la comunità lericina, in linea con i nuovi paradigmi delle politiche europee e le condizioni del Recovery fund. Un salto di qualità nella proposta turistica e del vivere cittadino: meno cemento, più natura, meno auto, più mobilità sostenibile (magari via mare).


Giovanni Cortelezzi – LEGAMBIENTE Lerici

 

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