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Parco delle Cinque Terre al via il progetto Il progetto "...sciasci dii pozi tià su a secu ..." ( Sassi dei muretti edificati a secco) In evidenza

La formazione consentirà l'apprendimento di competenze e capacità volte alla manutenzione ed alla gestione del territorio oltre che alla produzione agricola.

L'intervento prevede un corso di formazione riservato a soggetti svantaggiati provenienti da Centri di Accoglienza e Comunità protette della Caritas Diocesana della Spezia. La formazione consentirà l'acquisizione di competenze e capacità volte alla manutenzione ed alla gestione del territorio oltre che alla produzione agricola.

Il corso, rivolto a 12 allievi, si articola in 300 ore di aula (miste teoria- pratica) con ulteriori 100 ore di stage aziendale presso Cooperative Sociali ed aziende agricole del territorio operanti nell'area Parco delle Cinque Terre.
Il progetto "...SCIASCI DII POZI TIÀ SÜ A SECU... ( ...Sassi dei muretti edificati a secco...)" è stato elaborato dalle realtà operanti nel settore specifico nel nostro territorio: CARITAS DIOCESANA locale, Ministero dell'Ambiente e Parco Nazionale delle Cinque Terre.

Hanno aderito al progetto il Comune della Spezia con l' Assessorato Politiche sociali, la CIA LA SPEZIA -CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI, la Fondazione Manarola, la Cooperativa Mondo Nuovo Caritas e la Cooperativa La Piccola Matita.

"Il Parco Nazionale delle Cinque Terre, in collaborazione con il Ministero dell'Ambiente, dice Patrizio Scarpellini, direttore del Parco - attiva progetti per favorire un graduale restauro del paesaggio delle 5 Terre. Obiettivo del Parco è quello di ricostruire progressivamente i muretti a secco franati e di ripristinare i sentieri interrotti. Gli anziani contadini verranno coinvolti nel ruolo di insegnanti d'eccezione per trasmettere il loro sapere sulle tecniche di costruzione dei muretti a secco, realizzati senza l'uso di cemento sovrapponendo pietra arenaria su pietra arenaria "

"I Parchi sono il laboratorio eletto in cui il sapere può sedimentarsi- sasso su sasso- come i muretti a secco verso obiettivi di tutela di paesaggio e dell'ambiente, dice Vittorio Alessandro, presidente del Parco – Il progetto che il Parco, con il Ministero dell'ambiente ha avviato con la Caritas è la concretizzazione di questo obiettivo, che coinvolge e fa incontrare i contadini tradizionali delle Cinque Terre con giovani bisognosi di lavoro, quegli immigrati che possono costituire un volano per l'economia agricola, piuttosto che una criticità nazionale"

"Lo scopo del progetto visto con grande entusiasmo da tutti i partecipante alla rete di parternariato, che recepisce un precedente protocollo di collaborazione e di intese tra Caritas Diocesana Della Spezia e Parco Delle Cinque Terre, – dice don Luca Palei -direttore della Caritas - è il recupero del territorio del Parco delle Cinque Terre e l'inclusione sociale di lavoratori stranieri ed italiani in emergenza povertà desiderosi di impegnarsi nel progetto condiviso di recupero del territorio".

"I ragazzi, durante il corso, svolgeranno attivita' assieme – dice Viviana Cervia di AESSEFFE - sarà un gruppo, una classe e gli allievi verranno divisi in piccoli gruppi. Sarà concordato un progetto formativo con le strutture ospitanti e nominato un referente che si rapporterà con il tutor dell'ente di formazione."

"Il progetto SCIASCI DII POZI TIÀ SÜ A SECU... ( ...Sassi dei muretti edificati a secco...)" ha volutamente un titolo nel nostro dialetto, - dice il prof Rollandi Claudio della fondazione Manarola - E' parlato nelle Cinque Terre, nei vari borghi con le differenze antropologiche, perchè vuole richiamare l'attenzione alla forte connotazione territoriale che l'intervento formativo si prefigge. Le pietre tramandano al visitatore la tradizione, la storia, l'identità di un territorio contenuta nella memoria dei nostri anziani, veri custodi della nostra cultura. Il sistema dei terrazzamenti è stato costruito, a partire dall'anno Mille, di sole pietre e terra. Nulla è stato importato. Il materiale costitutivo dei muretti è principalmente arenaria, scavata sul posto e spezzata solo se troppo grande. La poca terra reperibile in loco è stata accuratamente setacciata e accumulata nelle terrazze, sopra ad uno strato di vegetazione interrata al fine di rendere il suolo più ricco. Un tale sistema di livellatura del suolo – conclude Rollandi - oltre a permettere di ottenere strette strisce di terra coltivabili, definiti nell'uso dialettale "ciàn", ha permesso per anni di regolarizzare i flussi idrogeologici e il naturale corso delle acque meteoriche. Noi lo vogliamo preservare e tramandare a ragazzi che arrivano da ogni parte del mondo"

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