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Notizie dalla Diocesi, il resoconto della via crucis diocesana e numerose altre iniziative per i fedeli In evidenza

Pubblichiamo di seguito le ultime notizie che riguardano la diocesi di La Spezia, Sarzana e Brugnato.

 

PELLEGRINAGGIO MARIANO
Una folla di circa trecento persone ha percorso l'altro sabato le vie del centro storico dalla chiesa di Santa Maria Assunta fino al santuario della Neve per il pellegrinaggio mariano del primo sabato del mese. Durante tutto l'anno santo della misericordia, la chiesa salesiana di via Garibaldi è "Santuario della Riconciliazione" e rimane aperta tutto il giorno, con sacerdoti sempre disponibili alla confessione – «sacramento in rilancio, anche tra i giovani», ha sottolineato il parroco, don Gianni D'Alessandro. Il vescovo Luigi Ernesto Palletti ha ricordato la ricorrenza di San Paolo Miki e compagni, martiri, crocifissi a Nagasaki, in Giappone, il 5 febbraio 1597, perché predicavano il Vangelo. «Sono lontani nello spazio e nel tempo, ma vicini nella fede e comunione in Cristo. Morendo, San Paolo Miki ha chiesto il perdono per i suoi persecutori. E' morto perché ha testimoniato il Vangelo e affermato che l'unica via di salvezza è il Signore Gesù, figlio di Dio, incarnato, morto e risorto per noi. Però ha chiesto il perdono per i suoi persecutori, senza negare, anzi affermando con forza la verità». «Non possiamo essere ambigui nell'affermare la fede in Cristo. Certo, il modo di incontro è diverso. Ma la verità sull'uomo e sulla fede va affermata con fermezza. San Paolo sapeva di poter affermare la fede perché il Signore lo aveva perdonato. E quindi non poteva fare altro che perdonare a sua volta». «La misericordia è sempre coniugata con la verità, e la verità ha dei contenuti. Però, la verità senza carità rimane solamente una forma di conoscenza, seppure alta. La verità ci annuncia Dio come fonte di misericordia, e il nostro cuore deve lasciarsi modellare dalla misericordia». Nella seconda parte dell'omelia, il vescovo ha parlato della «misericordia del riposo». Il riposo non è l'ozio, ma il «sapersi fermare. Mettersi con il Signore Gesù, leggere il Vangelo, mettersi in silenzio rispetto al frastuono, anche buono, delle nostre giornate. A volte riusciamo a essere misericordiosi con gli altri, ma non con noi». Non bisogna essere accondiscendenti per i propri errori, ma darsi la misericordia del riposo. «Non siamo onnipotenti, la natura umana ha scritto in sé la necessità del sonno. Il riposo non è per l'ozio, ma perché abbiamo bisogno di trovare spazio per la Sua parola. Altrimenti facciamo noi, mentre è Lui che deve agire in noi. Dobbiamo darGli spazio». Dare spazio a Dio significa leggere il Vangelo. «Le notizie del mondo sono deprimenti. Ma non c'è giorno in cui non ci informiamo. Eppure, sono pochi quelli che ogni giorno ascoltano la buona notizia del Vangelo. Possiamo chiamarci popolo si Dio se non troviamo spazio per Lui? Possiamo dirci cristiani? Solo riposando, leggendo il Vangelo e pregando, possiamo poi «tornare alle nostre attività più forti, non di nostre forze, ma della forza che viene da Dio».

In sintonia con il Papa, Venerdì sera si è tenuta alla Spezia la Via Crucis cittadina. A causa del maltempo, la celebrazione, guidata dal vescovo e commentata da vari rappresentanti delle associazioni cattoliche, si è svolta nella chiesa di Nostra Signora della Neve, "santuario della Riconciliazione". Prendendo la parola al termine del rito, monsignor Palletti ha espresso la piena sintonia della diocesi con Papa Francesco, che proprio in quei momenti stava incontrando a Cuba, in un evento di portata storica, il patriarca ortodosso di Russia Kirill. «Uniamoci nella preghiera per questo storico incontro – ha detto il vescovo –. Un piccolo passo rende più breve il cammino». Citando, quindi, le parole di Gesù, "Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri", monsignor Palletti ha invitato ad operare perché «si realizzi agli occhi del mondo la testimonianza dell'unità dei cristiani».

IL GIORNO DEL RICORDO
Si è celebrato anche alla Spezia il "Giorno del Ricordo", dedicato ai temi delle foibe, dell' esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale italiano. Esso ha sempre un significato particolare alla Spezia, perché è stata una delle città italiane in cui maggiore è stato l' arrivo degli esuli, soprattutto da Pola (inizialmente circa tremila), anche per alcune analogie fra le due città. In una seduta straordinaria del consiglio comunale tre studentesse dei Licei Costa e Mazzini hanno letto i loro elaborati, premiati in un un concorso della Regione Liguria, con riflessioni storiche ed umane sulle vicende, anche con ricordi raccolti fra le persone più anziane delle loro famiglie esuli alla Spezia. Lo scrittore Piero Tarticchio, esule istriano, autore del libro "La capra vicino al cielo", il cui padre ed altri sette componenti della famiglia, fra cui un sacerdote, furono trucidati, ha ricostruito le principali vicende di quel periodo. Anche alla Spezia, va ricordato, l'arrivo degli esuli negli anni del dopoguerra aveva trovato alcune oggettive difficoltà, benché inferiori a quelle di altre città e regioni. Va anche ricordato che l' operosità, l'impegno e la tenacia degli esuli, insieme con l'atteggiamento delle istituzioni e l'apertura e comprensione prevalenti nella popolazione, consentirono il loro pieno inserimento nella vita civica, sociale e lavorativa. Il sindaco Massimo Federici ha richiamato la necessità di proseguire nel percorso di chiarimento storico degli eventi, rinnovando il rammarico e le scuse se all'inizio ci furono limiti non giustificati e non rientranti nella tradizionale apertura all'accoglienza della città. Il Quartetto d' archi del Conservatorio Puccini ha accompagnato l'evento, chiudendolo in bellezza con l'"Inno alla gioia" di Beethoven, l'inno dell'Unione europea.

INCONTRI PER GENITORI
Continua alla Spezia il ciclo di incontri per sensibilizzare genitori ed educatori sul rapporto sempre più stretto tra i giovani di oggi e le tecnologie digitali. Gli incontri sono promossi dall'associazione "La famiglia" e dal consultorio cattolico "Itala Mela", e si tengono nella sala "San Vincenzo" di Casa Massà, in via Cadorna 24. Il tema del prossimo incontro, tenuto come sempre da persone esperte del settore, sarà, venerdì 19 febbraio alle 20.30, l'esplorazione sicura del web e l'uso responsabile della rete: "Adolescenti: generazione multitasking tra pc e smartphone". Internet, come è noto, rappresenta oggi uno strumento sempre più utilizzato dai giovani perché rappresenta un'opportunità di informazione, apprendimento svago e comunicazione che li supporta nelle attività giornaliere. Oltre ai vantaggi, ha anche difetti: violenza, razzismo, pornografia, gioco d'azzardo, linee telefoniche a pagamento celate dietro siti web. Per questo appare necessario che i genitori siano informati sui meccanismi di Internet e sulla attrattiva che la "rete" esercita specialmente sulle persone adolescenti. Esperti del settore operano da anni per far sì che i rischi della rete, soprattutto nei confronti dei minori, non debbano costituire un limite allo sviluppo della comunicazione sul web, ma al contrario un valore aggiunto per la propria crescita culturale. Rafforzare la formazione e creare una nuova cultura della sicurezza nei giovani e nei loro genitori può consentire anche di riconoscere segnali di disagio di adolescenti che potrebbero essere vittime di cyberbullismo". L'incontro è aperto a tutti, genitori, educatori insegnanti. Per informazioni, telefonare a 393.1479654, oppure scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

LE OPERE DI MISERICORDIA CORPORALE

Giovedì 18 febbraio, alle 16, nel salone "Fanelli" della cattedrale di Cristo Re, alla Spezia, incontro per la "Terza Età" (gruppo "Adultissimi") di Azione cattolica. Il canonico don Gian Luca Galantini tratterà il tema "Le sette opere di misericordia corporale". Seguirà per tutti un momento di condivisione fraterna.

FILM SUL COMANDANTE PARTIGIANO BISAGNO

Arriva alla Spezia ed a Sarzana il film del giovane regista ligure Marco Gandolfo dedicato alla figura di "Bisagno", il comandante partigiano cattolico Aldo Gastaldi rimasto ucciso in circostanze mai del tutto chiarite a guerra finita. A Spezia il film sarà proiettato venerdì prossimo 19 febbraio alle 17.30 ed alle 21 al cinema "Nuovo", in via Colombo. Saranno presenti il regista ed il nipote di "Bisogno", che porta il suo stesso nome Aldo. A Sarzana sarà proiettato il venerdì seguente, 26 febbraio, alle 21 al cinema "Italia", a conclusione del ciclo annuale del cineforum. Saranno presenti il regista e il presidente dei partigiani cristiani spezzini Franco Bernardi. La figura di "Bisagno" è ricordata tuttora con venerazione, specie in Liguria e a Genova, dove gli è stata dedicata una strada importante, ma la sua vicenda è di fatto ignorata dalla storiografia ufficiale. Giovane ufficiale dell'esercito, si unì ai partigiani dopo l'8 settembre 1943, e per le sue doti militari ed umane divenne presto comandante di divisione. Amato dalle popolazioni dei monti, temuto e rispettato anche dai nemici, fu protagonista di importanti episodi, riuscendo una volta a far disertare un intero battaglione della divisione repubblichina "Monterosa". Cattolico fervente, si oppose con decisione ai continui tentativi di politicizzare in chiave soprattutto filocomunista le formazioni partigiane. Negli ultimi tempi della guerra, contrasti politici spinsero il comando militare unico della Liguria a chiedergli di lasciare il comando, ma i suoi partigiani reagirono, per cui ci si dovette accontentare di ridurre il suo ruolo dividendo in due la divisione "Cichero". All'indomani della liberazione, Bisagno accompagnò nel nord Italia alcuni suoi partigiani, ex alpini originari del Veneto e della Lombardia. Morì sulla via del ritorno il 21 maggio 1945, presso Desenzano del Garda. La relazione ufficiale parla di caduta accidentale dal tetto del camion, ma la dinamica, come detto, non è stata mai del tutto chiarita.

ANNIVERSARIO DI DON MORGANTI

Oggi pomeriggio (14 febbraio) il vescovo diocesano Luigi Ernesto Palletti si reca a Brugnato per celebrare alle 15.30 una Messa a ricordo del canonico don Alighiero Morganti, a trentasette anni dalla morte, avvenuta nel 1979. Morganti fu il fondatore della casa del "Sacro Cuore" che oggi, guidata dal suo allievo e successore don Mario Perinetti, è divenuta una struttura fondamentale per l'accoglienza di persone anziane e disabili. Si tratta del più importante centro di questa natura in Val di Vara e di uno dei più importanti del Levante ligure, specializzato anche nell'accoglienza alle persone malate di Alzheimer. La Messa del vescovo viene celebrata nella cappella dell'istituto, di recente ristrutturata ed ampliata. Saranno presenti autorità, religiosi della zona e gli ospiti dell'istituto con familiari ed amici. Inoltre, i familiari di don Morganti che vivono a Lerici.

GIUBILEO DEI RAGAZZI

Mercoledì prossimo 17 febbraio scade il termine per prenotare la partecipazione al grande "Giubileo dei ragazzi", che si terrà a Roma sabato 23 aprile, alla presenza di Papa Francesco. Il viaggio sarà in pullman, con andata e ritorno in giornata e quota di 80 euro a persona. Per info e prenotazioni, tel. a Rachele (tel. 340.8523003) o a Leonardo (tel. 347.0439096).

LA GIORNATA PER LA VITA

La misura di un'autentica civiltà sta nella sua capacità di custodire la vita». L'ha detto il vescovo Luigi Ernesto Palletti presiedendo, nella chiesa di San Michele arcangelo a Pegazzano, la Veglia della Giornata per la vita. Commentando il messaggio dei vescovi italiani, che si apre con la frase del Papa "Siamo noi il sogno di Dio, che, da vero innamorato, vuole cambiare la nostra vita", Palletti ha sottolineato che «il sogno di Dio – fare del mondo una famiglia – diventa metodo quando in essa si impara a custodire la vita dal concepimento al suo naturale termine e quando la fraternità si irradia dalla famiglia al condominio, ai luoghi di lavoro, alla scuola, agli ospedali, ai centri di accoglienza, alle istituzioni civili». «La vita è cambiamento. Non basta lo scorrere degli anni, serve un cambiamento vero. San Paolo scrive che nel mettere il lievito nuovo, bisogna togliere il vecchio. Bisogna lasciare la mentalità vecchia, appiattita sulla terra, e guardare alla luce di Cristo. Il Papa ricorda che i farisei erano forti fuori, nel controbattere alle affermazioni di Gesù, ma deboli dentro. Cambiare significa riscoprire i valori. La misericordia trasforma la vita in dono, così si realizza il sogno di Dio». «Il primo amore che scopriamo è quello paterno e materno... La vita umana ha un grembo naturale, che si chiama famiglia, il legame stabile tra un uomo e una donna, aperto alla generazione della vita. La famiglia è grembo della vita non solo fisica, ma anche relazionale». «Bisogna saper costruire ponti, generare la cultura dell'incontro. Non dell'indifferenza, né dello scontro, né, tanto meno, del compromesso. La cultura dell'incontro realizza la cultura della vita. La famiglia, un uomo e una donna legati da un legame stabile, sono la cellula fondamentale della società, luogo privilegiato della generazione e dell'accoglienza della vita». «Chiunque si pone al servizio della persona umana realizza il sogno di Dio. Contagiare di misericordia significa aiutare la nostra società a guarire da tutti gli attentati alla vita. L'elenco fatto dal Papa al riguardo è impressionante: "È attentato alla vita la piaga dell'aborto, il lasciar morire i nostri fratelli sui barconi nel canale di Sicilia, la morte sul lavoro perché non si rispettano le minime condizioni di sicurezza, la morte per denutrizione, il terrorismo, la guerra, la violenza; ma anche l'eutanasia. Amare la vita è sempre prendersi cura dell'altro, volere il suo bene, coltivare e rispettare la sua dignità trascendente". La misericordia, invece, farà fiorire la vita». «Contagiare di misericordia significa osare un cambiamento interiore, che si manifesta controcorrente, attraverso opere di misericordia. Opere di chi esce da se stesso, annuncia l'esistenza ricca in umanità, abita fiducioso i legami sociali, educa alla vita buona del Vangelo e trasfigura il mondo con il sogno di Dio, che si realizza nella comunione con Lui». La Veglia, a cui hanno partecipato molti giovani della Pastorale giovanile, è stata allietata dal coro parrocchiale diretto dal maestro Ken Taro.

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