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Testimonianze di giovani spezzini sulla Giornata mondiale della gioventù In evidenza

Non è semplice descrivere in poche righe, di ritorno da Cracovia, "l'immensità" di doni, di gioie e di grazie ricevute nella Giornata mondiale della gioventù di quest'anno.

Sì, perchè quella "immensità" continua a scorrere dentro di me proprio come quelle fiumane di giovani che, "uniti", si incamminavano verso i luoghi dell'incontro con il Papa: a Blonia per l'arrivo del Santo Padre e per la preghiera della Via Crucis, al Campus Misericordiae per la Veglia e la Messa Finale. Il sigillo dei grandi santi della Polonia moderna – san Giovanni Paolo II e santa Faustina –, unito all'anno giubilare, ha reso questa GMG davvero unica, dal momento che, anche se non avevi sempre lo sguardo rivolto alla Misericordia, la Misericordia lo aveva rivolto a te ...

 

Due momenti molto belli, che restano vivi in me, sono stati quelli della preghiera cantata alla Madonna Nera insieme agli amici di Radom, la parrocchia che ci ospitava nel gemellaggio.

Ogni sera alle 21 la Polonia vive l'"Appello a Jasna Gora", alla Madonna Nera: così, alla Veglia per la nostra partenza verso Czestochowa, ci hanno invitato a girarci tutti verso il dipinto della Madonna Nera ed a pregarla insieme... La devozione a Maria è molto forte in Polonia e questo la rende una terra davvero feconda di fede e di gioia.

I giovani della parrocchia, insieme ai loro sacerdoti, ce ne hanno fatto gustare la bellezza e la gioia condivisa durante un pellegrinaggio al santuario della Madonna della Consolazione, dove Karol Wojtyla, poco prima di essere eletto Papa, andò per incoronare Maria.

L'altro momento che porto vivo nel cuore è quando il Papa, durante la Veglia, ci ha chiesto di prenderci per mano: "Noi adesso non ci metteremo a gridare contro qualcuno, non ci metteremo a litigare, non vogliamo distruggere, non vogliamo insultare.

Noi non vogliamo vincere l'odio con più odio, vincere la violenza con più violenza, vincere il terrore con più terrore. E la nostra risposta a questo mondo in guerra ha un nome: si chiama fraternità, si chiama fratellanza, si chiama comunione, si chiama famiglia... vi invito ad alzarvi, a prendervi per mano e a pregare in silenzio. Tutti". Così, quando ho visto che la catena umana si era formata, ho pensato: la pace è possibile !

Toccante è stata anche, nel viaggio di ritorno, la Messa celebrata dal vescovo ausiliare di Genova Nicolò Anselmi al campo di sterminio di Mauthausen, in Austria, dove furono internati molti liguri e spezzini: quel grande silenzio di sofferenza, per qualche istante, è stato abitato dal canto e dall'amore di giovani carichi di emozioni e consapevoli, al termine della GMG, di essere testimoni di Cristo, testimoni della Croce.

Sulla GMG ho ascoltato anche le considerazioni di due parrocchiani della parrocchia di Isola di Ortonovo, che erano in cammino con noi, e vorrei riportarle in sintesi.

Vincenzo Ferrillo ha detto: «La prima riflessione che porto nel cuore è "l'inquietudine bella" di migliaia di giovani, a volte giovanissimi, che non si sono accontentati di verità preconfezionate, ma cercavano qualcosa in più e di più Grande! Poi un pensiero sulla Misericordia: probabilmente sono riuscito a capirne per davvero il significato sul prato di Mauthausen durante la Messa.

Li, in uno dei luoghi piu' atroci della storia dell'umanità, la pace e la serenità di quella Messa "improvvisata" e scarna mi ha fatto capire che c'è speranza e redenzione comunque, a prescindere dalla storia e dalla barbarie».

E Antonio Lerici: «Quello che mi porto nel cuore è un'esperienza che ha lasciato dentro di me un'impronta indelebile, mi ha fatto aprire gli occhi facendomi vedere quanti ragazzi, giovani, come me condividono lo stesso amore verso un'unica persona cioè Dio !».

Per ultimo, un grazie di cuore a tutti, in particolare agli amici con cui ho condiviso il pellegrinaggio e ai sacerdoti e vescovi che ci hanno guidato e arricchito del profumo del Vangelo.

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