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Caccia al cinghiale fino al 31 gennaio, insorgono gli ambientalisti: "Pericoloso, valutare altre soluzioni" In evidenza

Le sottoscritte associazioni concordano con le rimostranze dei cittadini, così come apparso sui giornali, per la mancata chiusura della caccia al cinghiale al 31 dicembre con la Provincia che ha lasciato facoltà alle squadre di cacciatori di proseguire, se vogliono, le battute sino a fine Gennaio.

Si viene a determinare così una situazione in cui diventa impossibile eseguire controlli, si ha un accresciuto rischio per i frequentatori dei boschi e si allunga anche il forte impatto che uomini e cani, durante l'azione di caccia, esercitano sulle altre componenti faunistiche del territorio. Se è vero che la caccia a Gennaio è prevista dalla disciplina della caccia al cinghiale emanata dalla Provincia in caso di non raggiungimento del contingente abbattibile è anche vero che andrebbe fatta una maggiore informazione ai cittadini. Noi vorremmo che la Provincia pubblicasse sui giornali il numero degli animali abbattuti distinti per zona di caccia e in quali di queste zone la caccia al cinghiale continua sino a fine Gennaio e disponesse l'aggiornamento obbligatorio dei cartelli di avviso che attualmente riportano 31 dicembre come fine del periodo per le battute Nello stesso tempo vorremmo, ancora una volta, fare una semplice riflessione: non ci sembra che aumentando gli animali abbattibili, allungando il periodo di caccia e con battute di selezione fatte anche in giorni di chiusura della caccia, negli ultimi anni si siano ottenuti risultati infatti ci risulta che anche quest'anno i danni sono stati ingenti. Ricordando che L'Art.19 Comma 2 della Legge Nazionale 157/1992 dice che "Tale controllo (della fauna selvatica), esercitato selettivamente, viene praticato di norma mediante l'utilizzo di metodi ecologici su parere dell'Istituto nazionale per la fauna selvatica. Qualora l'Istituto verifichi l'inefficacia dei predetti metodi, le regioni possono autorizzare piani di abbattimento".
A noi non sembra ci sia uno sforzo sufficiente sui metodi ecologici mentre tutti vedono la caccia come unica soluzione delle problematiche. Ribadiamo la necessità di severi controlli sull'immissione di nuovi esemplari nell'ambiente e per questo sarebbe opportuno anche vietare il trasporto di cinghiali vivi e da tempo chiediamo di sapere se ci sono soggetti autorizzati a detenere cinghiali in cattività.
Inoltre speriamo che, come promesso, il prossimo anno la Provincia attivi la raccolta differenziata dei resti degli animali cacciati, perchè riteniamo che una cattiva gestione di questi sia causa del propagarsi di malattie della fauna selvatica che possono interessare anche l'uomo, visto anche le notizie giunte recentemente dalla Provincia di Lucca con 26 casi di trichillenosi, derivanti dal consumo di carne di cinghiale.

 

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