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Biodigestore: attivo nel 2022, ora 180 giorni per rispondere agli approfondimenti della Regione In evidenza

L’Avv. Castagnetti: "Abbiamo visto iniziative di una minoranza rumorosa e male informata".

Finita l’inchiesta pubblica si apre un nuovo step verso la realizzazione del tanto discusso progetto del Biodigestore di Saliceti. Dopo il corteo del 26 ottobre del fronte del no al Biodigestore, oggi i vertici di ReCos hanno tracciato i prossimi passi verso la realizzazione del progetto, rispondendo anche a diverse critiche.

“Abbiamo colto una preconcetta avversione al progetto - ha dichiarato l’Avv. Piercarlo Castagnetti, presidente di Iren Ambiente S.p.A – Abbiamo riscontrato spesso una mancanza di conoscenza del quadro normativo di riferimento e di alcuni aspetti tecnici del progetto, questo non ha agevolato un confronto sereno. Abbiamo visto una serie di iniziative da una minoranza rumorosa e male informata che non ha voluto partecipare al dibattito pubblico. Spesso abbiamo dovuto leggere dichiarazioni fuorvianti senza che ci fossero stati chiesti chiarimenti, da sindaci, come quello di Santo Stefano o dall'ANPI, soggetti con i quali siamo disposti a ragionare. L’abbiamo verificata anche da alcuni esponenti politici che avrebbero dovuto avere maggiore sensibilità per informarsi sulla normativa e gli aspetti tecnici del progetto. Ricordo che tanti amministratori locali che si dichiarano nei confronti dell’impianto senza conoscerlo stanno ricevendo dividendi dal gruppo Iren, il comune di Santo Stefano Magra, che ha fatto legittimamente ricorso al Tar, lo scorso anno ha ricevuto dividendi per 75mila euro da parte del Gruppo Iren”.

Sulle tempistiche dei prossimi step è stato l’Ing. Mauro Pergetti, responsabile impianti Iren ambiente a fare il focus: “La Regione ci ha fatto pervenire le richieste di integrazioni che hanno colto le risultanze dell’inchiesta pubblica e le richieste pervenute dagli enti competenti”.

Da qui la norma che concede 180 giorni per rispondere a queste integrazioni che vertono principalmente su 4 fronti. In primis il tema della falda, ovvero la coesistenza dell’inserimento industriale con la falda sottostante e i necessari accorgimenti da dover eventualmente predisporre, poi lo sviluppo di alcuni aspetti costruttivi che “Normalmente vengono richiesti in fase costruttiva – ha ricordato l’Ing Pergetti – Ma c’è stato chiesto di anticipare questi sviluppi progettuali e lo faremo”, terzo aspetto è quello che riguarda l'impatto ambientale per avere ulteriori modellizzazioni, per ultimo l’approfondimento che riguarda le procedure da adottare durante la vita dell’impianto.

Verso metà aprile saranno pronte le risposte alle istanze, da quel momento ripartirà l’iter autorizzativo al momento sospeso e la conferenza dei servizi. “Confidiamo che la procedura possa chiudersi entro l’estate – ha risposto l’Ing. Mauro Pergetti – Se l’esito sarà positivo possiamo pensare già a cantierare i lavori nel 2020 e avere l'impianto attivo a metà 2022, se l’esito delle conferenze sarà favorevole”.

20 novi assunti, più 10 dell’indotto, per 90mila tonnellate di materiale annuo (60 di organico e 30 di verde) per un insieme di edifici coperti che si estendono sopra i 20mila metri quadrati. Tutte le attività sarà fatte all’interno, mantenute in depressione.

Quanto inciderà Il ricorso al Tar fatto dal Comune di Santo Stefano nei tempi per la realizzazione del nuovo progetto: “Questo ricorso al Tar non è stato accompagnato da domanda di sospensiva - ha risposto l'Avv. Piercarlo Castagnetti - quindi dovrebbe seguire il normale iter ed essere fissata la discussione con i tempi tecnici del Tar, salvo errori non prima dei 3 anni. È un’incognita che esiste in tutte le iniziative che si possono svolgere”.

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