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La protesta dei parrucchieri: “Siamo pronti a ripartire in sicurezza” In evidenza

di Francesco Truscia – In molti hanno paura di non riuscire più a riaprire a causa del danno economico.

“Tre mesi di chiusura sono tanti, noi siamo pronti per ripartire con tutte le dovute precauzioni per lavorare in sicurezza”, in sostanza è questo il pensiero dei parrucchieri che si sono ritrovati questa mattina sotto palazzo Civico. Le chiavi delle proprie attività racchiuse dentro un’urna e simbolicamente consegnate al municipio, la richiesta è quella di poter riaprire il prima possibile, con tutte le precauzioni necessarie.

“Siamo chiusi dal 3 marzo. C’è molta confusione, non abbiamo ancora un protocollo certo su come riaprire – così Carmen Origlio, l’organizzatrice della manifestazione – L’unica cosa certa è legata all’utilizzo di guanti, mascherine ed igienizzanti”.

In molti, stando a quanto ci riferisce Carmen, hanno paura di non riuscire a riaprire la propria attività: “Lavoriamo soprattutto con una clientela anziana, le persone di una certa età hanno paura, in un momento come questo, di venire dal parrucchiere”. Si fa sentire anche il peso del mancato incasso di questi tre mesi appena trascorsi, considerando anche il fatto che la chiusura è arrivata proprio mentre si avvicinava il periodo dei matrimoni e delle comunioni: “Io lavoro da sola, mi sono sempre rimboccata le mani nella mia vita, ma c’è forte preoccupazione per il futuro. Anche se dovessimo riaprire a giugno ci aspettano comunque due mesi di magra”.

Lo stesso governatore di Regione Liguria Giovanni Toti ha aperto alla valutazione per la possibilità di una riapertura anticipata per parrucchieri ed estetisti, verificando l’andamento dei dati sul contagio nelle prime due settimane di maggio e con tutte le dovute precauzioni, le stesse che gli operatori del settore si sentono pronti a mettere in campo: “Ho già predisposto all’ingresso una postazione con guanti e mascherine usa e getta. Il mio negozio è circa 40mq quindi lavorerei con una persona alla volta. Ci vorranno circa due ore a persona, più mezz’ora per igienizzare il negozio. Il che vuol dire fare 3/4 clienti al giorno, sarà comunque difficile avere un incasso decente, considerando anche la spesa per mascherine, guanti e càmice”.

L’idea della manifestazione di oggi, che ha visto la presenza di circa 30 professionisti, nasce da un confronto con i colleghi: “Ho pensato fosse necessario reagire a questa situazione, in maniera ordinata. Ci ritroviamo davanti a palazzo Civico, abbiamo messo in un’urna le chiavi dei nostri negozi. Chiediamo di poter riaprire, siamo pronti per ricominciare, ormai 3 mesi sono tanti, anche i nostri clienti si lamentano. Con i 600 euro che abbiamo ricevuto non abbiamo neanche coperto le spese per questa chiusura. Pensavamo onestamente di ricominciare almeno ad inizio maggio, in questo momento si parla di giugno. Il governatore Giovanni Toti ha aperto ad una valutazione per un’apertura anticipata, in base a come andranno queste due prime settimane. Chiediamo solo di poter tornare alla nostra attività quotidiana, in sicurezza”.

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