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Appello dei medici di famiglia ad Asl5: "Basta navigare a vista con le prenotazioni" In evidenza

"Ora riorganizziamo insieme i servizi post emergenza"

 

Ora i medici di famiglia hanno deciso di alzare la voce di fronte ai problemi irrisolti e alle difficoltà organizzative dell'attività diventati un freno ai servizi destinati alla comunità.

La fase 2 dell'emergenza Covid-19, iniziata lunedì 4 maggio, ha riportato i camici bianchi alle prese con i pazienti cronici lasciati inevitabilmente in disparte in tempo di pandemia, oltre ad occuparsi nel contempo delle segnalazioni di nuovi contagiati da coronavirus.

In questa situazione i medici di medicina generale stanno navigando a vista tra le prenotazioni impossibili di visite e accertamenti e l'assenza di linee guida univoche, tra il mancato coinvolgimento nelle scelte dell'Azienda sanitaria e l'esigenza di potenziamento dei servizi territoriali.

Tutte le criticità sono finite sotto la lente di ingrandimento nella riunione dei consigli direttivi delle organizzazioni Fimmg (la Federazione dei medici di medicina generale) e Snami (il sindacato autonomo dei medici italiani) tenuta nella sede di via Lunigiana, alla Spezia.

Nella fase 1 i medici di famiglia, durante un'emergenza senza precedenti, hanno accettato compiti e mansioni speciali, dovendosi anche arrangiare, ma in questa nuova fase di convivenza con il virus sperano di riavere il loro ruolo centrale per quanto riguarda l'attività clinica grazie ad una struttura meglio organizzata.

Per questo motivo la medicina generale spezzina lancia un appello all'Asl 5 su più fronti. Reclama una programmazione chiara del settore, chiede di diventare parte attiva nelle scelte dell'Azienda e suggerisce un immediato cambio di rotta verso un sistema di prenotazioni più snello e meno disordinato.

La ripartenza (e con essa la riapertura degli ambulatori specialisti e l'attività ospedaliera) li porterà a prendersi cura di tutte le patologie, più o meno gravi. I medici di famiglia sperano di affrontare la nuova fase come detto lasciandosi al più presto alle spalle i vecchi problemi.

Problemi come le lunghe telefonate ad un call center-prenotazioni, i percorsi sanitari mutevoli e la troppa burocrazia. E magari con la dotazione di qualche dispositivo di protezione in più da parte dell'Azienda sanitaria che finora ha consegnato a ogni curante solo due mascherine, un camice e dieci coppie di guanti.

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