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"Il Coronavirus ci deve insegnare qualcosa, non deve tornare tutto come prima" In evidenza

Il Manifesto per la Sanità locale sostiene gli infermieri e appoggia il flashmob del NURSIND.

 

Tutti li hanno chiamati eroi, li hanno sostenuti cantando dalle finestre e portando loro anche generi alimentari durante i turni massacranti in ospedale nella Fase 1 dell’emergenza.

Tutti devono sapere però che il lavoro degli infermieri (e dei medici) non finisce con l’emergenza, sempre augurandoci che il virus non riemerga in autunno.
Tutti devono sapere che non è sufficiente, dopo l’emergenza, “tornare alla normalità come prima”, è necessario invece imparare, da questa tragica esperienza, che dobbiamo “tornare alla normalità MEGLIO di prima”.

Il Manifesto per la Sanità Locale sostiene quindi le richieste del NURSIND in quanto ritiene fondamentali le rivendicazioni attinenti sia alla dotazione di dispositivi di sicurezza che alle assunzioni del personale, per non rischiare altre vittime tra gli operatori – in caso di recrudescenza del virus - e per colmare il problema cronico della carenza di personale che ha indebolito il servizio sanitario pubblico, anche in Liguria (secondo i dati della Corte dei Conti, la Regione Liguria potrebbe spendere oltre 111 milioni di euro l’anno per nuove assunzioni e invece procede ad affidare sempre più servizi ai privati, anche durante la fase di emergenza Covid 19).

La ASL 5, in particolare, è stata già gravemente accusata di aver lasciato gli operatori senza i necessari dispositivi di sicurezza e di non aver provveduto per tempo a colmare il divario di personale che ci distingue “in negativo” dalle altre AASSLL liguri (30% ca. in meno).

Solo con l’abnegazione degli operatori sanitari ne siamo venuti fuori. Ora qualche Istituzione deve trarre le dovute conclusioni in merito alla gestione dell’emergenza da parte della dirigenza dell’ASL 5.

Il rilancio del servizio sanitario nazionale, pubblico, universale e solidale, passa dalla necessaria dotazione di strutture e personale, anche per la indispensabile riorganizzazione dei servizi territoriali.

Nè da parte della Regione, né da parte dell’ASL 5, abbiamo visto programmazione ed investimenti lungimiranti, fino ad oggi.
Imparare e tornare alla normalità MEGLIO di prima, non vuol dire solo riaprire le attività industriali o commerciali, ma anche programmare idonei e robusti servizi sanitari pubblici con la giusta dotazione di personale, in maniera da assicurare la salute e la sicurezza dei cittadini, anche nel non auspicabile caso di nuove epidemie.


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