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Una speranza per la scuola di Pitelli. Ecco come potrebbe ripartire dal 2021-2022 In evidenza

di Francesco Truscia - Un periodo di transizione per traguardare il prossimo anno, l’obbiettivo è rendere la scuola Genova di Pitelli un plesso senza pluriclassi.

Il percorso per salvare la scuola Genova di Pitelli non sarà semplice. La commissione richiesta dai commissari Roberto Centi, Guido Melley e Massimo Lombardi in merito al destino della scuola si è svolta questo pomeriggio ed ha disegnato un possibile futuro per salvare il plesso scolastico.

I temi sul tavolo sono tanti, in primis bisogna guardare proprio al borgo dove si trova il plesso scolastico, Pitelli conta infatti più di 1200 abitanti e di base avrebbe il potenziale numerico di alunni per rendere attiva a tutti gli effetti la scuola ma molte famiglie e bambini del borgo hanno scelto di frequentare altre scuole. Fino ad oggi alla scuola di Pitelli c'è stata una pluriclasse ma il numero minimo per attivarla è di 8 alunni e da quest'anno ce ne sono solo 7 (non si può andare in deroga poiché non si tratta di un borgo di montagna o che vive di particolari disagi che permetterebbero la deroga a questo regolamento). La scuola infatti contava 12 alunni di cui però 5 si sono diplomati e quindi ne rimarrebbero solo 7.

“Abbiamo ricevuto una proposta progettuale stilata dalla dirigenza scolastica e dai genitori e abbiamo dato la disponibilità ad investire, con la possibilità di fornire dei contributi per un totale di 3 anni per 3.500€ - così ha sottolineato l’assessore all’Istruzione Giulia Giorgi - allo stesso modo il Comune può intervenire anche sui servizi come il trasporto scolastico e la refezione. Dovremmo ovviamente vedere prima i nuovi indirizzi che arriveranno dal Governo per la ripresa dell’anno scolastico. Stiamo anche facendo uno studio a livello anagrafico sulla popolazione di Pitelli per comprendere quanti bambini nasceranno per capire le necessità che ci potranno essere in futuro”.

C’è quindi la disponibilità del Comune per investire nella scuola di Pitelli e per toccare anche il tema del trasporto scolastico, il tutto ad una condizione, ovvero quella, nel lungo periodo, di superare il concetto di pluriclasse. “Mi piacerebbe però mettere a fuoco il concetto di pluriclasse – ha proseguito l’assessore Giorgi - Per quel che riguarda la scuola di Pitelli siamo in un contesto cittadino, la pluriclasse la sosteniamo di solito in contesti diversi. L’investimento che vorrebbe fare il Comune è legato al fatto che, se nei primi tempi ci dovrà essere una pluriclasse, l’obiettivo è nel lungo tempo il raggiungimento di una scuola consolidata e non continuare con la pluriclasse”.

“La comunità di Pitelli potrebbe alimentare la scuola in maniera più sostanziosa, ogni anno ci sono mediamente 20 bambini che potrebbero iscriversi, vuol dire che la scuola potrebbe essere una normale primaria con 5 classi normali e non pluriclassi, gli spazi nell’edificio sono adeguati – ha sottolineato il dirigente scolastico di ISA7 prof. Tiziano Lucchini - Diversi alunni che abitano in quelle zone in verità utilizzano il trasporto comunale per raggiungere altre scuole della città, ho notato che nella scuola prima Carducci ci sono alcuni bambini che sono compresi nel bacino di Pitelli, mentre molti vanno a Lerici. Il declino della scuola non è derivato da una mancanza di qualità del servizio scolastico. La decadenza è dovuta da circostanze esterne alla scuola. Noi vogliamo che Pitelli possa andare avanti, la formula della “scuola senza zaino” potrebbe aumentare l’attrattività ma da sola non basta. A dicembre inizieremo le attività di orientamento e presenteremo anche il plesso di Pitelli, ma lo presentiamo in una scuola vuota?”.

L’amministrazione si è resa disponibile per intervenire per i piccoli interventi di manutenzione necessari nei limiti del possibile e questo potrebbe aumentare l’attrattività di un plesso che comunque non si presenta in condizioni critiche.

“L’impossibilità di assegnare risorse in organico di diritto per Pitelli era emersa agli inizi di marzo – ha ricordato il dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Liguria per l’ambito della Spezia il Dott. Roberto Peccenini - Le risorse disponibili per attivare in deroga le classi in organico di fatto non ci sono”.

E’ emersa quindi una possibilità per il plesso di Pitelli. Un anno di transizione dove rendere utilizzabili gli spazi della scuola Genova per altre scuole (in base anche alle nuove necessità dovute all’emergenza coronavirus) per traguardare il 2021-2022 con una nuova offerta formativa. “Ripopolare il plesso di Pitelli sarà possibile se tutti remeremo nella stessa direzione a partire dall’anno scolastico 2021-2022, prima la scuola è chiusa – ha dichiarato il commissario Paolo Manfredini - Sono diverse le partite da giocare su questo fronte. La partita imminente è quella della ripresa dal 1 settembre. Una delle richieste che le scuole porranno con maggiore insistenza è la necessità degli spazi e usare il plesso a questo scopo per il prossimo anno potrebbe essere un’occasione, con tutte le difficoltà del caso. Non teniamola in secondo piano perché se la partita la vogliamo vincere dal 2021 2022 bisogna attrezzarci ora”.

Una strada percorribile per salvare la scuola Genova di Pitelli c’è, non è semplice né tantomeno certa, ma c’è una luce in fondo al tunnel. L’importante sarà gestire al meglio questo anno di transizione per poter rilanciare la scuola il prossimo anno. “Se la scuola non sarà frequentata dagli alunni durante quest’anno, ripartire dal 2021-2022 sarà molto difficile – ha precisato il Prof. Tiziano Lucchini – Immaginare gli ambienti di Pitelli come un’opportunità anche per le altre scuole del mio istituto potrebbe essere interessante però c’è la difficoltà di gestire una scuola dislocata in due sedi non vicinissime, e non è una cosa semplice. Non dovrà essere una scuola di ripiego, dovrà essere vissuta come una scuola vera da parte di bambini, famiglie e insegnanti. Vediamo se nel piano di riorganizzazione della scuola del prossimo anno ci saranno le risorse per fare questo. Ho proposto una soluzione alternativa alle famiglie anche se loro per ora non si vogliono spostare. Spontaneamente non lo faranno, lo dovrò eventualmente fare io d’ufficio”.

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