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Ritorno a scuola, la preoccupazione dei docenti del Parentucelli-Arzelà sulle linee guida In evidenza

Chiedono la riduzione del numero di studenti per classe.

 

I docenti dell'Istituto Parentucelli Arzelà di Sarzana esprimono viva preoccupazione per la mancata chiarezza con cui si procede verso l'apertura del prossimo anno scolastico.

In particolare ridurre il numero massimo di alunni per classe è una questione di sicurezza, di incolumità fisica e di igiene quanto mai “vitale” in questo momento di emergenza sia nel caso di riapertura delle attività in sede ma, anche, per garantire una adeguata qualità nel caso della necessità di una didattica a distanza. Il numero di alunni per classe è inoltre di essenziale importanza per consentire, nel rispetto dei diritti costituzionali, la piena integrazione dei ragazzi con disabilità ed assicurare le adeguate opportunità a tutti gli alunni con bisogni educativi speciali (corrispondente al 9% dell’intera popolazione scolastica nazionale). Allo stato attuale le raccomandazioni per la prevenzione della diffusione del virus COVID 19, emanate dal Ministero della Sanità, prevedono di evitare luoghi affollati e contatti ravvicinati. La definizione di un adeguato numero di alunni per classe consentirà di lavorare nell’ottica del rispetto del distanziamento: nelle “classi pollaio” è impossibile mantenere la distanza.

Desta più di una perplessità il fatto che ad oggi non si sia colta l'opportunità fornita dall'emergenza per provvedere finalmente all'applicazione di una normativa in materia di sicurezza già in essere da diversi anni ma fino ad ora mai attuata, accondiscendendo di fatto alla formazione delle famigerate classi pollaio (alle secondarie di secondo grado occorre arrivare a 30 alunni per classe, prima di ottenere uno sdoppiamento). La proposta di Legge presentata (prima firmataria l'attuale ministra Azzolina) il 5 luglio 2018, prevede un numero di alunni per classe di ogni ordine e grado a un massimo di 22, sembra in questo momento, paradossalmente, lettera morta.

Le attuali norme emanate dal Miur, impongono ai dirigenti, ma anche ai docenti, di acconsentire obtorto collo alla formazione di classi, che non risultano idonee in materia di sicurezza. Da questo paradossale contrasto normativo ne scaturisce che la maggior parte delle aule appaiono fuori norma e insicure, negando al contempo ai docenti la possibilità di fornire ai propri allievi una preparazione adeguata. Le classi numerose penalizzano tutti, perché nessuno viene valorizzato: i più fragili perché non ricevono la didattica necessaria, realmente inclusiva, che non lasci indietro nessuno, ma che nello stesso tempo permetta a chi ha più talento di poterlo esprimere.

Prevale così una dispersione occulta che è una sconfitta per tutti. Così come è prezioso il tempo dei ragazzi, lo è anche quello dei docenti, entrambi infatti desiderano che frutti in conoscenza e formazione. Troppo a lungo abbiamo fatto miracoli considerando le privazioni di mezzi che ci sono state imposte in modo sconsiderato da decenni; per troppo tempo abbiamo accettato di chiudere gli occhi sulla mancanza di investimenti necessari per realizzare spazi veramente sicuri e perché arrivi ai nostri allievi una cultura adeguata ai nostri tempi. Ci hanno sempre di più relegato a un ruolo impiegatizio che rifiutiamo. Oggi, dopo che con grande impegno abbiamo garantito la continuità per mezzo della didattica a distanza, consapevoli che fosse uno strumento utilizzabile in un momento difficile, chiediamo che si ritorni a scuola (quando le condizioni lo consentiranno) applicando quelle norme sulla sicurezza finora trascurate. Chiediamo a gran voce che si colga l'occasione per eliminare definitivamente le classi pollaio e per assicurare in tal modo una vera didattica inclusiva e personalizzata, e non solo di facciata. Soprattutto chiediamo impegni e tempi certi.

Temiamo che l'emergenza, invece di curare finalmente le storture sopra riportate, preservi quelle soluzioni che abbiamo intenzione di non accettare più; con fermezza pertanto ci auguriamo di trovare da subito solidarietà e impegno comune da istituzioni, associazioni, famiglie e da tutta la comunità per realizzare la vera scuola di cui abbiamo bisogno.

È questo il momento per intraprendere una politica lungimirante di investimento sull’Istruzione che possa proiettare il Nostro Paese verso il futuro.

A oggi le firme dei docenti, raccolte online in una settimane, sono 61 ed è possibile che se ne aggiungano altre nelle prossime ore: Alessandro Palumbo, Ambrosini Claudia, Andreani Elena, Andreani Lucia, Andreotti Saura, Archetti Maila, Badiale Michela Bagnone Maria Silvana, Baruzzo Cristina, Bellegoni Paola, Bernardini Andrea, Bernardini Manuela Maria, Bernazzani Mariano Antonio, Bianchini Stefano, Boni Daniele, Braccelli Maria Grazia, Cabano Silvia, Caleo Massimo, Carli Roberto, Cargiolli Ivana, Casabianca Ilaria, Cecchinelli Rosarita, Cenderello Katia, Ceola Simonetta. Costa Ilaria, Cozzani Leonardo 23, D'Amico Maria Rosaria, Devoti Sara, De Fazio Elisa Amalia, Di Bono Marina, Filippi Monica, Fregosi Simone, Gheller Sira, Giambò Vera, Giannoni Marta, Greco Susanna, Greco Luciani Sergio. Lapucci Stefano, Lucii Francesca 36, Lucchetti Francesco, Malfanti Valentina, Mannoni Cristina, Mazzoli Paolo, Mazzoni Lucia, Merli Alessandra, Minutelli Marzia, Minosa Barbara, Nicelli Antonella, Parodi Patrizia, Patriarca Paolo, Palmieri Isabella, Piccioli Ilaria, Peparini Paolo, Podestà Simone, Petrini Antonella, Rebolini Donata, Rosati Magda Egle, Ragone Caterina, Scarpone Antonio, Simonelli Riccardo, Sopracase Alessandro, Steardo Lorenzo, Tendola Francesca Maria, Torri Alessia, Zembo Federica

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