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Il flash Mob di RAOT: “Il 50% dei membri della comunità LGBT ha subito violenze in UE” In evidenza

Un flash mob contro l’omofobia e la transfobia, in risposta al presidio di questa mattina delle sentinelle in piedi.

 

Si è tenuto questa sera in piazza del Bastione il flash mob indetto da RAOT (rete anti Omofobia e Transfobia). Cartelli in mano ed un microfono per denunciare le violenze che i membri della comunità LGBT sono costretti a subire a causa delle discriminazioni che, ancora nel 2020, continuano a verificarsi.

“Di solito io ho paura - racconta un ragazzo - rientro in quella categoria che ho paura nel girare mano nella mano con il proprio compagno. Purtroppo ci sono ancora oggi aggressioni fasciste e omofobe, ma ho tanta speranza quando vedo una piazza come questa”.

Presenti anche le ragazze di “Non una di meno” e Jacopo Ricciardi di Rifondazione Comunista.

“Sono il genitore di una ragazza che ha rivelato la sua omosessualità, è stata una liberazione - racconta una madre - Quando si è decisa è stato un bellissimo momento”.

“Questa mattina le sentinelle in piedi hanno manifestato contro il Ddl Zan definendolo “liberticida” - così Valentina Bianchini, presidente di RAOT, che ci racconta le motivazioni del flash mob - Così non è. È una legge che colpisce solo la discriminazione. Le persone saranno ancora libere di dire, purtroppo, che le persone omosessuali sono malate, verranno colpite solo le discriminazioni”.

Ma cosa direbbe Valentina Bianchini a uno dei partecipanti alla manifestazione di questa mattina contro il Ddl Zan?

“Ho timore che a nulla servirebbe parlare con loro, se avessi davanti una delle sentinelle di questa mattina gli direi di provare ad immaginarsi di far parte di una delle persone LGBT che hanno subito una qualche forma di violenza all’interno dell’ Unione Europea, parliamo del 50% dei membri della comunità LGBT. Proverei a farli riflettere su cosa vuol dire avere paura tenere la mano al propria partner, di cosa vuol dire sentirsi dire che si è sbagliati”.

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