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È tutto vero. Lo Spezia è in serie A. Ma La Spezia? La città è pronta? Lo abbiamo chiesto in giro (PARTE 1) In evidenza

di Umberto Costamagna – Alla domanda della Gazzetta hanno risposto in tantissimi. Ecco i pareri.

 

Lo Spezia in A il giorno dopo. Ci siamo svegliati e, come direbbe La Valle, “sissignori, è tutto vero: siamo in serie A”. Smaltita la sbornia del dopo partita e della festa in giro per la città (ma anche in provincia) ci risvegliamo con il sogno che ora deve necessariamente diventare un progetto, un piano. Ma La Spezia, la città che con i suoi tifosi non ha mai lasciato sola la squadra, è pronta alla massima serie? E soprattutto, al di là dello stadio che rimane al momento il problema principale, cosa cambierà in città? Quali effetti comporterà la serie A per la nostra città? A seguire una carrellata di pareri e di risposte che abbiamo raccolto, a cominciare da quella del primo cittadino e tifoso:

Pierluigi Peracchini, Sindaco della Spezia
“Lo Spezia calcio ha scritto la storia di una città intera: è innegabile che l’ingresso nella serie A proietta La Spezia in una dimensione che va ben oltre la visibilità nazionale e che ci garantirà così la possibilità di avere una vetrina importante per il turismo e la promozione del nostro territorio. Una vera manna dal cielo, in questo periodo post emergenziale. Contestualmente, la speranza è che con questa nuova spinta propulsiva, giungano investitori importanti pronti a scommettere su una città che ormai sta dimenticando il suo dna storico di “Provincia” e che sta emergendo sempre più sulla scena nazionale.
La nostra città era già stata scelta, prima della serie A, come sede degli assoluti di atletica, del Torneo di Viareggio e il grande basket di serie A, solo per fare alcuni esempi, a riprova che le nostre strutture sportive e ricettive sono pronte a cogliere ogni opportunità. Con la serie A facciamo il salto di qualità, dimostrando che non è solo una lega per grandi città o metropoli ma per chiunque creda in un sogno impossibile che abbiamo realizzato dopo 114 anni. Lo ribadisco, non abbiamo adesso solo una squadra da serie A ma abbiamo anche una città da serie A, da ogni punto di vista. Siamo pronti.”

Gino Ragnetti, giornalista e storico
“Spezia città di Serie A? Ancorché sia tuttora la seconda città della Liguria, temo proprio di no. Perché il declino, cominciato negli anni Novanta, sembra inarrestabile.
Oltre ad avere perduto 40mila abitanti dagli anni Ottanta a oggi, la Spezia ha difatti perso il Tribunale militare, la Banca d’Italia e il “cervello” dell’Oto Melara trasferito a Roma; il Dipartimento dell’Alto Tirreno, che aveva quale comandante in capo un ammiraglio di squadra, è stato trasformato in Comando Marittimo Nord affidato, con tutto il rispetto, a un ammiraglio di divisione; l’arsenale continua a vivere nel suo perenne stato vegetativo aspettando che prima o poi qualcuno si decida a staccare la spina; la Camera di commercio della Spezia è stata riciclata in Camera di commercio Riviere della Liguria in consorzio con le consorelle di Imperia e Savona, perdendo quindi la sua specificità (la sede legale è a Savona); la disastrata Acam è stata fatta a pezzi e venduta ai migliori offerenti; l’Autorità portuale della Spezia è stata cancellata e sostituita dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale con giurisdizione sui porti della Spezia e di Marina di Carrara, per cui, tanto per semplificare le cose, per certune decisioni riguardanti il golfo spezzino in aggiunta al parere della Regione Liguria adesso occorre avere pure quello della Regione Toscana; e ancora, l’anno scorso la campana ha suonato per la Cassa di risparmio, incorporata in Crédit Agricole Cariparma, e quindi dopo 177 anni di vita, soppressa come istituto autonomo e indipendente della finanza italiana. Senza contare, infine, che i cittadini della Spezia, città di mare, non hanno il mare, e che da almeno vent’anni si attende il nuovo ospedale.
Cosa cambierà con la promozione delle Aquile in serie A? Qualcosa di interessante potrebbe venire da eventuali grossi sponsor della squadra intenzionati a radicare proprie attività in riva al golfo. Però è solo una ipotesi. Per il resto non cambierà molto, credo. Forse potremo mettere nel conto una maggiore notorietà fra gli sportivi italiani grazie a qualche ripresa televisiva, e magari la presenza di qualche tifoso/turista in più venuto da fuori in occasione delle partite con le “grandi”.
Effetti? Si riparlerà del nuovo stadio, però quanto a farlo... Ma intanto, bando alle malinconie con un grandissimo: Grazie Aquile, sempre con voi!”.

Davide Natale, candidato PD alle Regionali
“Un sogno che in una notte di una strana estate si è avverato. La nostra città è da serie A in tanti settori. Lo sarà anche per il calcio. Questo successo sportivo saprà risvegliare quel sano orgoglio e saprà far crescere anche la nostra città. Questa cavalcata ci lascia un messaggio chiaro: bisogna sempre crederci e bisogna sapere fare squadra nell’interesse di una comunità. Ci vediamo in A e come sempre nella nostra magnifica curva!”

Daniele Bordigoni, avvocato
“La serie A è un grande strumento di visibilità per l'intera città che può dare effetti positivi soprattutto in alcuni settori economici come quello turistico. Per il resto però purtroppo il calcio non basta e la promozione deve essere ancora tutta conquistata”.

Matteo Bellegoni, sindacalista
“Spezia è una città pronta a fare il salto di qualità, come nello sport, così negli altri ambiti. Sogno una classe dirigente territoriale all’altezza di questa sfida”.

Stefano Senese, già segretario generale Camera di Commercio
“La città è cresciuta in questi anni e la promozione ne può esemplificare il livello differente e più significativo. E lo Spezia in A sarà un veicolo straordinario di promozione di un intero territorio, delle sue peculiarità e delle sue attrattive. Ma dovremo lavorare sodo per rendere ancor più adeguata la nostra città. Forza Spezia!”

Carla Roncallo, presidente Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale
“Essere o no da serie A riguarda prima la squadra e poi la città e la squadra ha dimostrato di essere adeguata. Il resto verrà dopo, ma abbiamo molti altri esempi in Italia di città medio piccole che hanno retto bene a questo passaggio e anche Spezia ce la farà sicuramente. Sarà una sfida ma anche una grande opportunità per la città.
E sia alla città, sia alla squadra, da sampdoriana, voglio fare i miei più calorosi auguri.”

Stefania Pucciarelli, senatrice Lega
“Credo che per la nostra città sia una opportunità e una sfida. Sicuramente saremo pronti ad accoglierle entrambe con ricadute positive sia per il mondo sportivo ( perché avere la squadra cittadina in serie A, oltre che essere motivo di orgoglio, è anche un vanto) ma anche per tutte le ricadute occupazionali, oltre che stimolo ed esempio per i giovani.

Massimo Baldino Caratozzolo, consigliere comunale PD
“Per tutti gli ex ragazzini cresciuti leggendo i resoconti sportivi del mitico Capellazzi o le prime "radiocronache" di un pioniere della radiofonia, quale fu Bragazzi... lo Spezia in A è come la notte dello sbarco dell'uomo sulla Luna. Dico leggendo e ascoltando, perché mi piace pensare, in questa occasione a tutti quei tifosi per i quali, purtroppo, andare allo stadio era un lusso che ci si poteva concedere solo poche volte l'anno.
In questa città che, come spesso dico, "non sa sognare", il calcio pareva dover essere necessariamente quello di serie C e so che molti ragazzi cresciuti già (beati voi) in una realtà diversa con la squadra ormai da oltre un decennio stabilmente posizionata in B, forse non capiranno queste righe. Eppure ieri sera vedendo lo Spezia soffrire per difendere con le unghie "il nostro sogno" dagli attacchi disperati del Frosinone, il mio pensiero non ha potuto non correre indietro: per esempio alla stagione 76/77. Una di quelle in cui la Spezia che "non sogna" si ritrovò a farlo. Sino all'ultima giornata; nella speranza di una serie B che sarebbe arrivata però solo molti anni più tardi. La mia mente, mentre vedevo lo Spezia soffrire, è andata ai gol di Biloni e di Barbuti, alla classe di Capitan Motto. Al mio Spezia di quando ragazzino, per lavorare inseguendo "il mio sogno", vivevo a Pisa, Firenze e Pistoia. Tutte città dove persino l'Empoli con la seria A aveva un rapporto abbastanza confidenziale. Purtroppo invece la mia città nel calcio come in ben altre realtà "non sapeva sognare".
Ecco questo vorrei rappresentasse lo Spezia in A. Un cambio reale di mentalità. Un cambio costruito negli anni, come negli anni è stata costruita questa società calcistica. Vorrei che gli spezzini imparassero a sognare riprogettando la nostra città secondo canoni e modelli davvero nuovi. Nuovi rispetto, ad esempio, al rapporto col nostro mare. Una risorsa che non può e non deve essere intesa unicamente come uso militare o portuale; con il lavoro, che di questo cambio di visione dovrebbe essere una diretta conseguenza.
Auspico che l’imprenditoria spezzina possa divenire un po' più creativa. Perché, cari spezzini, sognare è bello e solo gli inutili e i morti non sognano”.

Pierluca Acerbi, consulente, titolare studio commercialista
“Spezia non è ancora una città da serie A. Cosa cambierà in citta? Dipende dai nostri amministratori: mi auguro che non cambi nulla perché vorrebbe dire che non si sono persi di vista i problemi della nostra città rispetto al fatto di avere una rilevanza nazionale dal punto di vista sportivo. In sostanza, le esigenze della città sono evidenti... il calcio è bello ma non deve sottrarre attenzione e risorse economiche all'amministrazione comunale.
Gli effetti che porterà la serie A saranno un disagio nel vivere la città: arriveranno tifoserie "pesanti" e dunque il mantenimento dell'ordine pubblico sarà un aspetto fondamentale”.

Lara Ghiglione, segretaria provinciale CGIL
“La conquista della serie A è una splendida notizia e un'opportunità per la nostra città. Una città che allo stato attuale non si può davvero definire di serie A. Mancano investimenti per creare occupazione di qualità, un ospedale dignitoso e un progetto lungimirante per la sanità, infrastrutture fondamentali per evitare l'isolamento del territorio. Da oggi insieme a tutto questo manca anche uno stadio degno della serie A e una viabilità che permetta di accogliere competizioni di livello nazionale. Manca un'idea compiuta per il futuro del territorio, per una città moderna all'altezza di sfide importanti che ci attendono. Anche dal punto di vista calcistico. Ai festeggiamenti ci uniamo anche come CGIL ma non possiamo fare a meno di evidenziare che in questi anni per la città si è fatto veramente poco. Da tutti i punti di vista. È ora di mettersi davvero al lavoro per dare risposte ai cittadini a 360 gradi.”

Danilo Vivarelli, dirigente d’azienda
“Difficile definire oggi Spezia come una città "da serie A", ma forse non lo era neppure Udine nel 1995 e l'Udinese ben figura nella massima divisione ininterrottamente da 25 anni. Auspico che il calcio sia uno stimolo per tutte le attività e contribuisca alla crescita della città, una volta terminata l'emergenza sanitaria. Certo che... di noi spezzini dicono che siamo pigri (a ne ghe n'avemo vògia) e poi ci siamo guadagnati la promozione proprio nell'anno in cui il campionato di serie B è stato il più lungo della storia: speriamo di poter tornare presto al Picco a vedere le nostre Aquile!”

Paolo Putrino, coordinamento provinciale Articolo Uno
“Un bel sogno atteso da tempo: è comprensibile la gioia anche se qualche precauzione in più sarebbe stata necessaria nei festeggiamenti... ma capisco l’entusiasmo e la gioia per una vittoria faticosa e meritata. Che la città sia da serie A non credo, anche sullo stadio e sui parcheggi dello stadio, che potrebbero essere usati anche come parcheggi di scambio per Portovenere o per la città, finora abbiamo visto solo parole e troppo spesso nei giorni delle partite troppa disorganizzazione. Spero che la città tutta si stringa intorno alla squadra per sostenerla (in A ne avrà molto bisogno) e che il Comune che ne ha il compito realizzi finalmente le cose necessarie e le promesse non mantenute.”

Giuseppe Menchelli, direttore Confartigianato La Spezia
“Un sogno che Confartigianato ha seguito insieme a tanti imprenditori della città; una voglia corale che la città ha espresso con una tifoseria responsabile che dimostra voglia di emancipazione e riscatto.
Certamente sì, la Spezia è cresciuta molto e si è abbellita negli ultimi vent’anni e ha dispiegato una vocazione naturale all’accoglienza turistica e alla vivibilità, indirizzando tutte le sue energie nel turismo, nella nautica, nella portualità, nell’innovazione. Le potenzialità di crescita e sviluppo sono ancora notevoli.
L’Amministrazione e la città tutta devono affrontare una sfida impegnativa; certamente la serie A, quando le partite saranno nuovamente a porte aperte, porterà ogni due settimane migliaia di persone, tifosi, famiglie, giornalisti, televisioni, ecc. che genereranno un indotto interessante per strutture ricettive, pubblici esercizi, commercio cittadino e inoltre sarà un importante occasione per tanta gente che non ha ancora visitato la bellezza del Golfo dei Poeti e di tutto il nostro territorio, di mostrare il meglio di noi.
Lo sforzo maggiore dovrà concentrarsi sulle infrastrutture e sulla viabilità. Lo Stadio Alberto Picco è stato costruito nel 1919 in una posizione delicata, di fatto in centro città, e salvo interventi negli ultimi anni su coperture, curva e seggiolini, non è stato progettato per la serie A. Il Comune della Spezia, che ne è il proprietario, dovrà riflettere bene sul da farsi. Non è possibile paralizzare la città per ogni partita, bloccare le arterie principali o interrompere la viabilità verso Portovenere. Ritengo sia importante ragionare con la Marina Militare, sempre più coinvolta e partecipe, per creare una viabilità alternativa all’interno dell’Arsenale Militare che garantisca al flusso veicolare, di accedere alla strada Napoleonica in caso di partite.”

Antonio Carro, segretario provinciale CISL
“Una grande soddisfazione per questa promozione che può diventare un volano per lo sviluppo economico e sociale della nostra città e per la nostra provincia. Dobbiamo cogliere l'occasione da questa vittoria sportiva per creare nuove opportunità di lavoro per i nostri concittadini. Le potenzialità ci sono vanno colte senza indugi.”

Lorenzo Forcieri, già presidente Autorità Portuale
“Intanto complimenti alla squadra, a Volpi e ai dirigenti. Il merito è di tutti loro.
Spezia potrebbe avere tutte le caratteristiche di una città di serie A, se solo riuscisse a mettere a sistema e valorizzare le sue risorse, che in alcuni casi sono delle vere e proprie eccellenze. Parlo del Porto, della cantieristica, del sistema della difesa, della nautica, del turismo. Spezia non deve guardare solo a sè stessa, ma porsi al centro di un sistema più ampio che travalica non solo i confini comunali, ma anche quelli provinciali e regionali. Non sempre ci riesce, ma può farlo senza atteggiamenti apodittici, ma con capacità di visione e modestia.”

Paolo Asti, Assessore comunale
“La Spezia è una città in cui sono in corso grandi trasformazioni capaci di interpretarne i migliori sentimenti di crescita e sviluppo. Siamo una città di provincia capace di inseguire obiettivi di grande eccellenza. Lo dimostra ciò che abbiamo saputo fare con il turismo che in pochi anni ha costruito intorno a sè un'economia di grande importanza per tutto il territorio. Come il calcio e lo sport insegnano, dall'improvvisazione occorre passare alla programmazione per far sì che i risultati durino nel tempo. Io credo che questa vittoria porti tutta la città in condizione di avere la consapevolezza che solo vincendo si costruisce una mentalità vincente, che nella sostanza, è ciò di cui abbiamo bisogno per fare di Spezia una città, non solo di serie A, ma in grado di giocare nella Champions League dove è più bello vivere.”

Brando Benifei, eurodeputato PD
“L’approdo dello Spezia in serie A è un traguardo atteso da molti anni da tutta la città, una speranza che ha unito noi concittadini per molte stagioni.
Ora è un grande risultato diventato realtà di cui va dato merito prima di tutto alla squadra e all‘allenatore Vincenzo Italiano. La città per essere all’altezza dovrà investire sulle strutture, sul coinvolgimento del territorio e dello sport diffuso, questa può essere davvero una occasione per un rilancio più complessivo dell’economia lavorando sul fronte dell’immagine e del marchio cittadino. Sarà necessario lavorare col Governo e con la Regione Liguria per sbloccare risorse europee specifiche, in parte già disponibili e in parte attivabili da gennaio, sulla cui messa a disposizione il Parlamento Europeo ha lavorato in primavera e proseguirà in autunno: per la prima volta ce ne sono di dedicate direttamente ai progetti per lo sport come fattore di coesione sociale e di sviluppo economico nei tessuti urbani, perciò anche questa è una occasione per diventare una città da Serie A e per cui ognuno nel rispetto dei ruoli dovrà dare il suo contributo.”

Roberto Vara, candidato Sindaco di Lerici
"Da candidato Sindaco di Lerici voglio fare i complimenti in primis alla squadra, all'allenatore, al management e alla città tutta. Mi auguro che questa bellissima opportunità sportiva possa fare da volano anche alla vita sociale ed economica.
La Spezia è sempre stata una città solidale forte e ora anche da serie A. I cittadini sono entusiasti, hanno festeggiato e dovranno continuare a sostenere la squadra. Tutta la comunità affronterà la sfida insieme al team e insieme si dovranno superare le avversità che si presenteranno.
Gli effetti saranno solo positivi per l'indotto, per le strutture e per l'economia di una città da serie A !!!”

Massimo Caleo, già senatore
“Sono felice per il risultato ottenuto e soprattutto per il meritato premio alle fatiche di migliaia di tifosi che hanno seguito la squadra anche in momenti non particolarmente fortunati. Se la città può trarne dei vantaggi? Io dico sì se, assieme alla passione, ci mettiamo idee e progetti. per i giovani innanzitutto. Ed evitando di metterci “cappelli” politici che stonerebbero veramente: se dovesse succedere per me la gente sarà autorizzata a fischiare. E dunque Forza Spezia.”

Enrico Casarino, coordinatore LegaCoop
“La Spezia ha tutte le condizioni per essere una città da serie A: l'ubicazione geografica e le condizioni climatiche, il territorio bellissimo e molto vario, le eccellenze culturali e le tradizioni enogastronomiche. Il resto ce lo dobbiamo mettere noi, che qui viviamo, lavoriamo e facciamo impresa. La promozione in A è una grande occasione, una vetrina straordinaria: lo sport è un traino eccezionale, non perdiamo questo treno, fanti!”

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