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I Carabinieri Cites sequestrano 3 pappagalli cenerini venduti illegalmente In evidenza

Un allevatore di Santo Stefano ha venduto illegalmente alcuni esemplari di Psittacus erithacus, comunemente noti come pappagalli cenerini.

Militari appartenenti al Nucleo Carabinieri CITES della Spezia, il cui compito è far rispettare la Convenzione sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali minacciate di estinzione (nota come Convenzione di Washington), hanno eseguito su delega della Procura il sequestro di tre esemplari di Psittacus erithacus, altrimenti conosciuto come pappagallo cenerino.

Questa specie è molto ricercata in quanto i cenerini sono considerati i migliori imitatori tra tutti i pappagalli e ritenuti tra gli uccelli più intelligenti tanto che il numero di esemplari presenti in natura è andato via via diminuendo.

Pertanto al fine prevenire un eventuale pericolo di estinzione la Conferenza degli Stati parte (COP18) del CITES ha, dal 2017, elevato il livello di protezione facendo passare la specie dall’allegato B all’allegato A del Regolamento CITES.
Una delle conseguenti restrizioni è quella che gli esemplari nati in cattività ma da coppie prelevate in natura non possono essere oggetto di compravendita.

Quindi i soggetti che detengono lecitamente coppie prelevate in natura (ossia con le prevista certificazioni rilasciate quando la specie era ancora in allegato B) possono continuare e detenerli ma non possono vendere nè la coppia originaria né i loro figli. La norma in questi casi prevede solo il materiale spostamento da un luogo all’altro ma vieta il passaggio di proprietà.

A Santo Stefano di Magra un allevatore amatoriale in legittimo possesso di una coppia prelevata in natura ha invece offerto in vendita proprio pappagalli cenerini figli della coppia originaria.

Inoltre il prezzo richiesto era inferiore (circa la metà) del valore di mercato normalmente osservato per i cenerini di libera vendita, ossia per gli esemplari nati da coppie già nate in cattività.

Questo allo scopo di “adescare”, per così dire, potenziali acquirenti consapevoli o meno del fatto che la compravendita era vietata e che non sarebbero mai diventati i proprietari.

Infatti questi esemplari (quelli regolarmente commerciabili) vengono venduti a un prezzo medio di 1300 euro mentre negli annunci attenzionati il prezzo medio era di circa 700 euro. I Carabinieri CITES hanno monitorato la situazione e svolto approfonditi accertamenti, scoprendo quanto questo tipo di criminalità si stia ormai diffondendo anche nello spezzino.

Un tipo di crimine che s’inserisce in un ambito normativo di nicchia, poco conosciuto dalle persone nonostante il commercio illegale di specie animali e vegetali sia, a livello internazionale, il quarto dopo quello di stupefacenti, armi ed esseri umani.

Pertanto la Procura ha disposto i provvedimenti di perquisizione e sequestro per l’allevatore di Santo Stefano di Magra.

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