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Lo sfogo di un medico di base: "Vaccini esauriti in 3 giorni, noi presi d'assalto dai pazienti" In evidenza

Il racconto di chi sta in prima linea: "Dosi negate a tantissime persone fragili".

"A proposito della campagna vaccinale antiinfluenzale, noi medici di famiglia quest'anno siamo stati messi dal Servizio Sanitario Nazionale in una situazione davvero difficile, mai verificatasi in oltre 30 anni di campagne vaccinali.

Quest'anno oltretutto era stata propagandata dal Governo l'esigenza di vaccinarsi dall'influenza anche per motivi di diagnosi differenziale con la Covid, peraltro in un clima di terrore ormai instauratosi nella popolazione, e ciò ha prodotto una forte richiesta di vaccinazione anche da parte di chi non si era mai vaccinato.

Questo era risaputo sin dall'estate, per cui a partire da metà agosto si erano infittiti gli appelli al Governo affinché si rifornisse di un numero adeguato di vaccini, oltre ad annullare accaparramenti che pare vi siano stati in qualche regione del paese. Nulla di tutto ciò però pare sia avvenuto, per cui ci siamo ritrovati nella penuria attuale di vaccini, aggravata anche dal fatto che ai depositari farmaceutici è stato inibito sin dall'inizio di settembre di accettare prenotazioni dalle farmacie, che quindi ne sono del tutto sprovviste, per cui tutti coloro che erano disposti a comprarsi a proprie spese il vaccino, non trovandolo si sono riversati nei nostri studi.

Il limitato numero di dosi disponibili quindi, peraltro tutte requisite dal SSN, ha fatto sì che a noi medici di famiglia, almeno qui in Liguria, siano state consegnate un numero limitato di confezioni, un centinaio a testa, che nella situazione attuale si sono esaurite in soli tre giorni. Mentre si sente di altre regioni dove non è arrivata alcuna dose.

Perlomeno in Liguria la campagna vaccinale è iniziata il 12 ottobre, ma al 15 risultava già interrotta. Dal giorno 15 quindi, non essendo più stati riforniti, abbiamo dovuto subire l'assalto, le proteste, lo sgomento di centinaia di pazienti che siamo stati obbligati a respingere, oltre al fatto che abbiamo dovuto negare il vaccino ai tantissimi pazienti fragili allettati che dovevamo andare a vaccinare a casa. Ciò ha prodotto un grande stress, peraltro intervenuto su una situazione pesante che grava su di noi ormai da nove mesi. Spero che l'orizzonte si schiarisca al più presto, anche se vedo che passano i giorni e nulla accade".

Dott. Pasquale Graziano, La Spezia

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