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Quanta approssimazione intorno ai vaccini In evidenza

di Francesco Falli- Non è chiaro perché intorno ai vaccini da diversi anni si è scatenata questa conflittualità, ma dispiace che tutte le polemiche aumentano esponenzialmente la confusione


Quando è morta mia madre abbiamo sistemato le sue cose, inclusi i documenti della sua vita, e naturalmente quel giorno è stato, per me e per i miei fratelli, un giorno molto pesante sul piano emotivo, un momento inevitabilmente doloroso e indimenticabile. Abbiamo trovato carte e documenti del passato della nostra mamma che hanno spesso sollecitato, in noi figli, più di una emozione.


Di quelle cose abbiamo naturalmente conservato alcuni particolari ricordi, e in particolare io ho conservato questo certificato vaccinale che è stato rilasciato dal nostro Comune solo poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, nell’ottobre 1945, proprio perché mia nonna prima, e mia madre poi, lo avevano conservato con cura.


Si tratta di qualcosa che, se lo guardiamo con gli occhi odierni, conferma prima di tutto come nonostante le macerie, le distruzioni, e le difficoltà del tempo di guerra, in qualche modo la vita amministrativa era stata mantenuta ed era continuata, compresa la traccia delle poche vaccinazioni al tempo disponibili ed efficaci, come vaiolo e difterite, due malattie terribili; il vaiolo grazie alla vaccinazione è stato dichiarato estinto sin dal 1980, mentre la difterite è residuale solo dove le vaccinazioni non sono capillari.


Non c’entra col tema di questo contributo, ma appare curiosa la intestazione ‘’Comune de La Spezia’’.


Una volta avuto il foglio fra le mani, ho rivisto mia madre in un ricordo molto chiaro; molti anni prima mi spiegava come molti dei suoi amichetti d’infanzia avevano avuto problemi con malattie come la poliomielite, e infatti lei ripeteva: ‘’voi oggi siete molto più protetti di noi, grazie a tutti questi vaccini’’.


Noi figli siamo stati, come pressoché tutti quelli delle nostre generazioni (io sono nato nel 1960, i miei fratelli- gemelli- nel 1972) sottoposti alle vaccinazioni senza tanti ragionamenti, eccezioni, discussioni e conflitti e tutti le superammo senza grandi difficoltà, se non quelle legate al ‘’momento’’, cioè l’ago che entrava nelle nostre carni: anche se qualche vaccinazione era costituita, e ci piaceva molto, da uno zollettina di zucchero colorato di rosa (in questo caso si trattava della vaccinazione antipolio, secondo il metodo Sabin).


I miei concittadini, come me ‘’dei Sessanta’’, ricorderanno anche che si accedeva all’Ufficio di Igiene (oggi: Museo Lia) scavalcando un gradino ‘’incluso’’ nel portone di accesso...
Premesso che è giustissimo chiedere pareri, documentarsi e cercare di capire non solo perché è necessario vaccinarsi, ma perché diventa pericoloso non farlo (questo, in linea generale) va anche osservato che nel dibattito intorno a questo argomento negli ultimi anni sono diventate decisive (nel senso dello sviluppo della perdita di fiducia, e alla confusione imperante sul tema) almeno tre combinazioni micidiali, che hanno aumentato la confusione e le incertezze, e questo dovremmo tutti comprendere che non ha molto senso.


La prima, è quella data da una cattiva televisione che, in continuità con molti altri argomenti, chiama (e paga!) a discutere di vaccini non tanto gli esperti del settore, ma personaggi famosi per altre competenze, dal cantante all’attrice, al critico musicale: questo aspetto non è molto chiaro a tutti nella sua effettiva stranezza.


Sarebbe come se, di fronte ad un violento attacco di appendicite acuta, uno non chiedesse conforto e intervento tecnico ad una equipe chirurgica, ma si sottoponesse a una seduta di musicoterapia: per carità, la cosa è utile e gradevole per altre questioni; ma di fronte a una grave appendicite con conseguente peritonite, o ci facciamo operare o si passa a miglior vita.


Nulla di male se a descrivere le sue opinioni sul vaccino contro il Covid c’è anche un attore famoso o una brava ballerina: ma ciò deve avvenire di fronte a qualcuno che si è formato, ha studiato, agisce professionalmente come esperto reale del settore, in grado di dare spiegazioni chiare e nette sul tema affrontato.


La seconda, è certamente la confusione derivante dalla facilità di espressione che oggi appartiene, almeno potenzialmente, a chiunque, attraverso l’uso dei social. Cosa bellissima, cosa che permette a tutti di poter dire la propria opinione, ma che comporta anche la presenza di molte fonti confuse e confusive e che impedisce, a chi non è in grado di distinguere ‘’la credibilità di una fonte’’, di selezionare le informazioni.


Alcuni decenni fa si diceva ‘’...lo ha detto la televisione!’’, oggi si sente affermare ‘’..ma l’ho visto su Facebook’’: entrambe le affermazioni sono abbastanza debolucce ma, mentre nel primo caso in quel tempo i canali TV erano pochi e rari, oggi gli spunti sui social sono infiniti, come i riflessi dentro la stanza degli specchi: e non è facile capire quale, fra tutte le cose lette e viste, è quella dotata di una base di credibilità scientifica, se chi le rilancia non è abituato a riconoscere una cosa falsa da una affidabile, e questo vale ovviamente per ogni argomento.


Infine, la cosa che a mio parere è la più grave di tutte, è la quasi assoluta scomparsa dalla nostra Società della educazione sanitaria. Non ci sono più le giornate di confronto e contatto col medico scolastico, cosa che avveniva durante la nostra ormai lontana infanzia; non ci sono programmi educativi se non saltuari e sporadici; e gli incontri che avvengono oggi nelle scuole, tenuti da professionisti sanitari come medici ed infermieri esperti, sono troppo legati a iniziative locali, sporadiche, non organizzate sul territorio nazionale.


Il risultato è che la fiducia, la consapevolezza, la conoscenza nei confronti delle vaccinazioni viene minata da molte altre varianti che non sono praticamente mai certificabili e spesso sono almeno curiose, come nel caso del recente post del Sindaco spezzino, che annunciava l’arrivo dei vaccini presso le nostre strutture sanitarie: ebbene, in quel caso si è scatenato – sui social...- uno strano dibattito sulla logistica, c’era chi avanzava sospetti sulla conservazione della catena del freddo durante il trasporto delle fiale col vaccino: osservazione legittima, ma che dovrebbe essere espressa per tutti i cibi surgelati che arrivano nei nostri supermercati, o nei negozi al dettaglio; che andrebbe manifestata – allora- per qualunque altro farmaco, peraltro, sottoposto a conservazione a temperature basse o negative: e sono molti, e li usiamo da anni senza domandare al farmacista, quando li acquistiamo, se la catena del freddo è stata sempre rispettata!


Non è chiaro perché intorno ai vaccini da diversi anni si è scatenata questa conflittualità, ma quello che dispiace è che tutte le polemiche aumentano esponenzialmente la confusione, allontanando spesso le persone dalla obiettività e dalla affidabilità delle fonti.


Un aspetto conclusivo, e credo prezioso, è come sempre quello che forniscono i numeri e le statistiche, e non le opinioni che restano tali: secondo le principali organizzazioni internazionali, compreso il WHO (World Health Organization) il notevole aumento della durata della vita media dipende fondamentalmente da crescenti condizioni di sicurezza del nostro ambiente e delle conoscenze scientifiche; ma ai primi due posti di un lungo elenco di ‘’motivi’’ per i quali oggi la durata media delle nostre vite si è allungata tanto, ci sono due cause che staccano tutte le altre: al primo posto la potabilizzazione delle acque e , al secondo, la introduzione dei vaccini.


Perché dunque succede tutto ciò (confusione, polemiche) in fondo è quasi scontato: siamo in una società globalizzata, e tutto, comprendendo in questo opinioni, idee, pareri viaggia a velocità stratosferica. Ma la velocità non è garanzia di solidità di una qualsiasi idea...

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