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Il Comitato Bocca di Magra commenta l'incontro con l'amministrazione ed i tecnici sui lavori previsti.

 

Più di cinquanta i partecipanti all’incontro di presentazione del progetto Lunardini (Lotto 2) per i nuovi lavori di ‘riqualificazione’ a Bocca di Magra tenutosi on-line venerdì 15 gennaio. La grande partecipazione testimonia quanto sia sentito il bisogno di chiarimento e dialogo da parte della popolazione. Molto significativa anche l’adesione alle istanze del Comitato dello scrittore di origini amegliesi Roberto Pazzi e dalla prestigiosa associazione internazionale di architettura ILAUD – International Laboratory of Architecture and Urban Design fondata dall’architetto Giancarlo De Carlo.

Rompendo il silenzio di sei mesi che ha contraddistinto la linea del sindaco De Ranieri, l’Assessore Andrea Bernava ha finalmente accolto l’invito del Comitato ad un confronto pubblico. Molte le domande e le critiche mosse al progetto dell’arch. Giuseppe Lunardini, considerato dal Comitato troppo pesante per il pregio dell’area, che ha un doppio vincolo di tutela riferito al paesaggio e alla protezione della costa.
Le aspettative del Comitato sono state deluse perché la prosecuzione del progetto è ormai approvata e non ci sono margini di ripensamento per la parte strutturale dell’intervento. Secondo le peggiori previsioni, Lunardini ha confermato l’impermeabilizzazione dell’area del percorso pedonale, con la rimozione degli autobloccanti e uno scavo profondo ca. 60 cm colmato da inerti, calcestruzzo armato, e “asfalto natura” prevalentemente grigio alternato a campiture rosse. Una soluzione già attuata negli ex-Giardini e molto contestata dalla cittadinanza.

La zona a verde del Lotto 2, oggi armonicamente rinaturalizzata ed inserita perfettamente nel contesto, sarà pesantemente modificata con la piantumazione di 14 piante ad alto fusto (salix alba), di cui 13 sul lato monte, che toglieranno luce a tutte le abitazioni affacciate sulla passeggiata, impedendo anche la vista delle Apuane. Il Comitato non è contrario alla piantumazione di nuovi alberi ma teme che la scelta di questo filare ad alto fusto e a rapido accrescimento produrrà un “effetto barriera” per le case che affacciano sul lungofiume.

Molti hanno protestato contro la nuova cementificazione, la modificazione di un paesaggio ben contestualizzato, l’inserimento di piante non adeguate alle aree retrodunali, e le spese per la sostituzione dell’impianto di irrigazione già funzionante.

Le conclusioni sono sconfortanti. Non una ‘riqualificazione’ ma una trasformazione che snatura in nome di un conferimento di omogeneità da dare alle sponde del Magra, sostenuto da Lunardini ma per nulla condiviso da chi abita i luoghi e li apprezza per le loro qualità. Le bellezze naturali della foce del Magra e le differenze che le caratterizzano, fiume, mare, colline e montagne, contrastano con l’aggressività formalista e cementificatrice dell’Architetto Lunardini che, insensibile alla storia e all’uso sociale dei luoghi, trasforma il lungofiume di Bocca di Magra in un “parco urbano”.

Preoccupa anche la tempistica, malgrado le rassicurazioni dell’assessore Bernava (circa 1 mese per la consegna lavori e 90 giorni per il loro termine). Come dichiarato dall’architetto Lunardini, il progetto è stato elaborato senza aver eseguito carotaggi e rilievi dello stato del sottosuolo, costretto a ciò dai tempi troppo ristretti della progettazione. Imprevisti potrebbero allungare i tempi, con gravi danni per i commercianti.

Il rammarico più grande riguarda il metodo adottato dal Comune: informare la comunità a cose fatte, con ascolto ormai solo formale, con chiusura totale per quanto riguarda la parte strutturale (scavi e pavimentazione). Unica modifica al progetto sembra ad oggi possibile per la sistemazione del verde, affinché la piantumazione di alberi ad alto fusto in filari non possa recare danno di luce e umidità alle abitazioni.

Per il Comitato la progettazione degli spazi pubblici dovrebbe essere frutto di interlocuzione tra chi ha la responsabilità di governo del territorio, chi lo progetta e chi lo vive. Una progettazione “calata dall’alto” rischia di essere una violenza, quando non interpretasse le reali istanze della cittadinanza, come è successo agli ex-Giardini e come sta per ripetersi in questo caso. Il Comitato si augura che le promesse dell’assessore Bernava ad aprire un tavolo di confronto possano presto concretizzarsi in un nuovo incontro con il Comitato.


Comitato Bocca di Magra

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