Una protesta silenziosa: computer e telefoni alla mano hanno deciso di tenere lezione dalla piazza, sostenuti anche da alcuni studenti che si sono uniti alla loro protesta seguendo le lezioni in Dad seduti sul muretto.
Come scritto in questo appello rivolto alle autorità, le richieste sono di maggiore attenzione al settore: "La scuola sta soffrendo, abbiamo bisogno di vedere i ragazzi in classe, di insegnare loro guardandoli in faccia- raccontano Paola Diasco e Marcella Dimporzano - Ovviamente riconosciamo la gravità della pandemia, ma siamo sicuri di poter continuare l'insegnamento in presenza in piena sicurezza".
Distanziamento, ingressi scaglionati, classi piene al 50%: il protocollo adottato nei primi mesi dell'anno scolastico secondo questi insegnanti stava funzionando e quindi potrebbe essere rispoposto: "Abbiamo visto molta maturità da parte dei ragazzi che hanno capito e si sono adattati. Non abbiamo visto irresponsabilità e abbiamo lavorato molto per svolgere il nostro lavoro in sicurezza, quindi non capiamo perchè le scuole non possano riaprire".
Sicuramente, i problemi da affrontare per permettere le lezioni in presenza sono anche collaterali, come quello del trasporto pubblico: "Le risposte su questo tema alla fine sono arrivate, quindi crediamo che possa funzionare. Abbiamo bisogno di stabilità e di certezze, perchè ogni volta è come tornare indietro".
Questi insegnanti, che dalle 8.00 si sono alternati, vogliono portare alla luce una situazione preoccupante: "Stiamo notando molta dispersione, perchè molti ragazzi hanno smesso di collegarsi. Ma dal confronto che abbiamo con i genitori sappiamo che sono in tanti quelli che si stanno isolando, non vedono gli amici e stanno chiusi nelle loro camerette".