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Contadino ara il campo e trova una stele di 5.000 anni fa, scoperta mozzafiato in Lunigiana

È stata consegnata al Museo delle Statue Stele Lunigianesi.

Una testa di stele di eccezionale bellezza e stato di conservazione è stata consegnata al Museo delle Statue Stele Lunigianesi nella giornata di sabato 6 marzo dal rinvenitore, il Sig. Paolo Pigorini di Carrara, di origine pontremolese.

È stata rinvenuta tempo fa mentre con suo padre Walter stavano salendo l'antica percorrenza acciottolata che, staccandosi dalla Francigena all'altezza della confluenza Magra-Verde (Pontremoli-San Lazzaro), sale a monte Galletto, il colle che sovrasta la SS. Annunziata.

Il contadino, arando il campo a lato, aveva raccolto le pietre più grandi per accumularle nella sottostante mulattiera, in totale abbandono. Qui Pigorini ha notato "un sasso strano a forma di fungo" decidendo quindi di recuperarlo e portarlo a casa. Lavatolo dalla terra è arrivato il primo sospetto e pertanto, coinvolgendo amicizie comuni (i consiglieri comunali Jacopo M. Ferri e Massimo Lecchini), si è deciso di mostrarlo al direttore del Museo delle stele Angelo Ghiretti, che lo ha riconosciuto come opera autentica dell'età del Rame, avvisando immediatamente il funzionario di zona della Soprintendenza Marta Colombo e il sindaco di Pontremoli Lucia Baracchini.

Ghiretti si è mostrato molto colpito dalla raffinatezza del volto, che presenta, proprio nei giorni della festa della Donna, un viso femminile di quasi 5.000 anni fa, con tanto di magnifici orecchini perfettamente conservati. Nel volto ad U si evidenziano gli occhi "a pastiglia", come nella celebre testa della Verrucola o in quella da Caprio superiore, recentemente inserita nelle collezioni del Museo grazie al sostegno del Rotary Club Lunigiana.

Quello che invece non stupisce è il sito di ritrovamento, sul quale Ghiretti dice essere stato più volte alla ricerca di stele perché, com'ebbe a suggerire Manfredo Giuliani in un suo illuminante studio del 1955 (Il Groppus de Tabernula sulla via di Montebardone e l’oratorio di S. Lazzaro di Pontremoli), all'imbocco della gola dell'Annunziata si trova l'attraversamento forzato per eccellenza della testata di valle, rammentando come molte altre stele provengano da analoghe posizioni, poste nelle vicinanze di guadi in cui si doveva per forza transitare (vedi Groppoli sul Geriòla, Talavorno sul Màngiola, Pontevecchio sul Bàrdine, Ponticello sul Càprio, Venelia IV sul Civìglia).

Va però precisato che la pista antica non oltrepassava la gola (ciò avverrà frequentemente solo dopo la fondazione della SS. Annunziata nel XV secolo) ma risaliva il fianco Nord di monte Galletto per poi ridiscendere verso la bassa valle dopo aver intercettato sulla sella l'antica percorrenza proveniente da Arzengio. Proprio sulla sella di Monte Galletto dobbiamo immaginare esistesse, quasi cinquemila anni fa, un allineamento di statue-stele (di cui la nostra sarebbe un frammento caduto nel campo sottostante), situazione che ricorda molto da vicino il Santuario di Minucciano col suo valico, cerniera naturale tra Lunigiana e Garfagnana. Un altro passo importante sul cammino straordinario delle stele verso la meta, la comprensione del loro significato oggi un po' meno misterioso.

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