Commentando il brano evangelico del figliol prodigo, il vescovo Luigi Ernesto Palletti ha sottolineato la figura del Padre misericordioso, che «è attento, va incontro al figlio che scorge da lontano, gli dona nuovamente dignità». Il Padre è misericordioso, ma «rimane sempre il se vuoi, la necessità di voler accogliere il dono di Dio».
Davanti alla bellissima statuetta della Madonna addolorata, conservata nella chiesa di San Giovanni, il vescovo ha detto che «l'Addolorata ci aiuta sempre alla conversione, alla capacità di accogliere il dono della misericordia del Padre».
Maria stessa – figura della Chiesa - è «un dono grande. Gesù ce l'ha dato nel momento del massimo dolore. E lei, come madre, non solo comprende, ma anche allevia le nostre difficoltà».
Nell'anno dedicato alla vita consacrata, «affidiamo a Maria il dono di sante vocazioni per la Chiesa, vocazioni di tutti i tipi, in particolare quelle sacerdotali, pastori santi che camminando nella via del Signore sappiano indicare la via del Vangelo del Signore».
Il vescovo ha infine ricordato il parroco di Stadomelli, don Eugenio Calzetta, scomparso da poche settimane. Al termine della Messa, prima del momento di convivialità generosamente offerto dalla parrocchia, il vescovo ha chiesto nuovamente preghiere per i cristiani perseguitati: «In vari Paesi del mondo testimoniare il Vangelo significa sacrificare la propria vita. A noi, qui, non viene chiesto di morire, ma di vivere. Facciamolo testimoniando il Vangelo. Così non tradiremo l'esempio dei nostri fratelli nella fede».
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