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Pseudo artigiani, operai sotto lucchetto, cantieri in libertà: continua la lotta contro chi uccide mercato In evidenza

Il fenomeno delle false Partite Iva sta raggiungendo dimensioni preoccupanti anche nella nostra provincia soprattutto nell'edilizia.

Ne sanno qualcosa gli ispettori del lavoro di piazzale Kennedy, alle prese sempre più spesso con intere squadre di "pseudo-artigiani", ovvero di semplici operai edili costretti spesso e volentieri da impresari senza scrupoli ad iscriversi alla Partita Iva e ad emettere fatture mensili relative a mere prestazioni di manodopera, con importi a volte insufficienti per il pagamento dei premi assicurativi e dei contributi, per non parlare delle altre spese. In attesa che la riforma Fornero metta un freno ad un vero e proprio fattore di inquinamento del libero mercato e della concorrenza, con pesanti ripercussioni anche sotto il profilo della sicurezza, la settimana scorsa in alta Val di Vara i controlli ispettivi hanno riscontrato la presenza, in un cantiere privato, di 4 operai edili, italiani, iscritti alla Partita Iva e tutti e quattro sprovvisti del Durc (il documento rilasciato da Inps, Inail o Cassa Edile che certifica la regolarità contributiva). Poiché nessuno di loro - pur formalmente iscritti come artigiani alla Camera di Commercio, anche se privi di qualsiasi organizzazione d'impresa - si è poi presentato in Ufficio per esibire la richiesta documentazione, gli ispettori sono tornati nei giorni scorsi nello stesso cantiere, ritrovando, oltre ai 4 operai intenti al lavoro, anche 1 dipendente, in nero, di una quinta ditta. La mancanza del Durc, al di là dei riflessi della possibile riqualificazione degli "pseudo artigiani" comporta a carico del committente pesanti ripercussioni, sia di natura sanzionatoria, sia rispetto al mantenimento del titolo per costruire, rilasciato dal Comune dove ha sede il cantiere.

Un caso abbastanza curioso è invece accaduto in un altro cantiere edile a Levanto. Nella cittadina rivierasca, gli ispettori hanno constatato l'attività lavorativa di un operaio extracomunitario, intento ad intonacare dei muri in un cantiere dove era di fatto chiuso a chiave da una catena con tanto di lucchetto. Malgrado i ripetuti richiami, per diversi minuti l'operaio ha finto di ignorare la presenza degli ispettori ma alla fine, dopo aver contattato telefonicamente il proprio titolare, si è convinto ad aprire il cancello. L'uomo, occupato in nero da un'impresa italiana, ha dichiarato di essere stato assunto quella stessa mattina, ma a carico del datore di lavoro è scattato comunque il provvedimento di sospensione e la maxi-sanzione prevista in caso di lavoro nero. Inoltre, il datore di lavoro ha ricevuto una prescrizione per la mancanza di visita medica, nonché per il mancato assolvimento degli obblighi di formazione e informazione.

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