Ecco il loro comunicato:
"La Comunità Marinara delle CinqueTerre ha appreso con stupore quanto riportato da un articolo di stampa pubblicato sul Secolo XIX del 10/08/12016 avente per titolo "Il GPS scova barche abusive nel Parco. Raffica di multe a pescatori sportivi senza permesso nella riserva marina." Nell'articolo si legge un virgolettato "si tratta di un fenomeno piuttosto diffuso, soprattutto tra i residenti".
A questo proposito, la CM5T non può tacere su come ancora una volta, i residenti delle Cinque Terre, oltreché essere soggetti a balzelli legislativi più o meno onerosi e più o meno giusti, ma certamente mai preventivamente in fase di stesura, condivisi con la popolazione, si leggono articoli di stampa dove una intera popolazione viene indicata come portatrice di una qualsivoglia attitudine ad infrangere regole, pur imposte d'autorità.
Crediamo interessante conoscere con esattezza quante delle 40 sanzioni sono state elevate per uso di attrezzi da pesca impropri e quante sanzioni si riferiscono invece alla sola mancanza di autorizzazione; infatti in questo periodo, in cui il mare è percorso da una frenetica inarrestabile flotta di battelli di linea stracolmi di persone scaricate sulle piccole marine, e biancheggia per le scie di una moltitudine di imbarcazioni, le azioni di pesca ricreativa (parliamo di quelli che vanno in mare per godersi la natura come la gente di queste parti sa fare) sono praticamente impedite perché nel caos generale non si ritrova il senso di contatto e rispetto per la natura di cui la stessa popolazione è portatrice e soprattutto l'interagire con un'ambiente sano.
La CM5T si sta battendo da circa 1 anno e mezzo con la AMP per cercare di ottenere alcune modifiche al regolamento, oltre a quelle già di fatto ottenute, che hanno attenuato l'impostazione generale del regolamento che ricordiamo essere stata in origine molto più restrittiva e vessatoria, rendendo difficile la vita degli ultimi pescatori che per passione frequentano assiduamente il loro mare.
La Comunità Marinara delle CinqueTerre evidenzia il perdurare del silenzio delle autorità competenti in materia di sicurezza, nello specifico dei battelli di linea, imbarcazioni da diporto, natanti e moto d'acqua che passano indisturbati a pochi metri dai bagnanti e nelle zone di massima tutela ambientale (zone A). Segnaliamo inoltre la mancanza di parchi boe adibiti all'ormeggio dei non residenti, l'inquinamento dovuto a scarichi e reti fognarie obsolete che non possono far fronte agli enormi flussi turistici attuali e l'ormai cronica carenza di pescato con la scomparsa di intere specie autoctone (muscoli etc.) ed il degrado delle strutture e dei manufatti a mare di tutti i paesi delle CinqueTerre. Tutto questo non è eco sostenibilità. Quanto sopra è contenuto in un preciso report prodotto dalla CM5T e consegnato il 2 luglio all'assessore regionale, ai sindaci, ai presidenti del parco e della AMP.
Riteniamo quindi che le politiche sanzionatorie sono solo fini a se stesse non sono lungimiranti e soprattutto non innescano un ciclo virtuoso. Chiediamo quindi a gran voce che si cominci a rendere partecipi le comunità dei vantaggi che potrebbe comportare l'AMP, proponendo finalmente iniziative concrete da condividere con la popolazione per raggiungere i nobili fini previsti nel decreto di istituzione del Parco e della Area Marina protetta.
(Foto: FB Comunità Marinara 5Terre)
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