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Cinque Terre, il Parco spopola su Facebook: 5mila amici e quasi 20mila Mi Piace

Lo sviluppo dei social network e dell' web 2.0 permette di adeguare le funzioni dei web-sites, progettandoli non come unici portavoce ma come aggregatori di notizie.

In questo modo i contenuti multimediali vengono distribuiti su canali mirati: i video possono essere inseriti su Youtube, le foto su Flicker e le informazioni su Facebook. E con Facebook il parco nazionale delle Cinque Terre "tocca" moltissime persone, in modo trasversale rispetto alla posizione geografica e agli interessi, all'età e al target culturale. Quasi a quota cinque mila amici e ventimila "Mi piace".

 

Principalmente questa strategia è basata sulla consapevolezza di un cambiamento di paradigma avvenuto a livello di Internet e che ha portato ai 'concetti' di web 2.0 e di social network. Sono elementi sempre più orientati alla partecipazione attiva dell'utente che fruisce sì dei contenuti, ma soprattutto interagisce. Il sito internet, considerato prima come una semplice vetrina delle proprie attività, diventa ora un ampio contenitore, che consente la partecipazione diretta per la creazione di contenuti multimediali come testi, foto e video.

La comunicazione tramite Facebook non comprende solo l'informazione, ma anche la promozione, la pubblicità e le relazioni esterne. Con una comunicazione interna e aggregativa ci rivolgiamo a coloro i quali insistono sul territorio e portano avanti il progetto "Parco". Poi, con la pagina web 2.0, proviamo ad incuriosire e stimolare tutti. Portare il nostro paesaggio virtuale nelle case di coloro che sono passati sui nostri territori vuol dire coinvolgere e condividere esperienze. La differenza tra 'passare' ed 'entrare' è evidente. Anche per questo tutte le informazioni presenti sulle pagine "Facebook" devono essere costantemente aggiornate.

Dobbiamo andare avanti verso il futuro sfruttando al massimo la tecnologia e le autostrade telematiche che accorciano le distanze. L' interesse per le tematiche ambientali e antropologiche deve portarci verso il futuro con la tecnologia. Perchè con i social network possiamo raggiungere i ragazzi come fossimo fuori dalla discoteca e comunicare parlando con loro (e con la loro stessa lingua). Forse è un nuovo modo di fare comunicazione ambientale istituzionale ma ci dobbiamo provare perché con la candela in mano non ci seguirebbe nessuno. Dobbiamo andare, quindi, verso il futuro sfruttando al meglio la tecnologia e la comunicazione, soprattutto quella usata dai giovani.

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