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Variante Aurelia, Toto: "Non ci sono le condizioni per andare avanti. Troppe inadempienze” In evidenza

La ditta appaltatrice spiega perchè ha chiesto la rescissione del contratto con ANAS

 

La Toto Costruzioni Generali comunica di aver presentato istanza al Tribunale di Roma per la rescissione in danno di ANAS del contratto per i lavori di costruzione alla Spezia della variante alla SS 1 Aurelia, ricompresi nel 3° lotto tra Felettino ed il raccordo autostradale alla A12.

La decisione di rescindere il contratto è il frutto di una lunga sequenza di inadempienze e mancate risposte da parte di Anas che la Toto ha incontrato nella realizzazione dei lavori, tali da impedire il prosieguo delle attività di cantiere in condizioni di sicurezza. La scelta è arrivata dopo 3 anni di attesa ed immobilismo operativo, non certo burocratico, riscontrato all’indomani del subentro della Toto nel contratto. Ricordiamo che La Toto, nell’ottobre 2013, aveva acquisto ad un’asta del Tribunale fallimentare di Firenze il ramo di azienda della società Coestra, che si era aggiudicata la commessa nel 2011.

Frane ed imprevisti geologici sottovalutati da ANAS sono alla base della decisione del Costruttore di rescindere il contratto. Qualche esempio.

· Dal 18 gennaio 2016 sono stati sospesi i lavori della galleria “Fornaci 1” perché Anas e Rfi (Rete ferroviaria italiana) non hanno ancora stipulato la convenzione necessaria perché il tracciato della galleria è prossimo ad una preesistente linea ferroviaria in galleria. Ad oggi, le due società sono (o dovrebbero essere) una cosa sola. Ma la convenzione non è stata ancora siglata.

· Condizioni peggiori per la galleria “Felettino 3”. Il tracciato prevede che debba essere bucata una collina. In cima, però, c’è una villetta. Benchè più volte invitata a farlo, l’Anas si è sempre rifiutata di espropriare l’immobile. Eppure, era stata informata che il passaggio di una galleria avrebbe potuto innescare smottamenti con relativi danni per la casa.

· Gli smottamenti ci sono stati (com’era prevedibile) ed ora i proprietari della casa vogliono – giustamente – essere risarciti del danno. Si sono rivolti al giudice, e questo ha – ovviamente – fermato i lavori.

· Non va meglio per la galleria “Felettino 1” i cui lavori sono fermi da due anni esatti. Nell’area della galleria grava un rischio di frana che coinvolge l’abitato di Carozzo, un agglomerato di case localizzato proprio a monte della frana, un fenomeno, quello della frana, più volte segnalato dalla Toto. Dapprima ANAS ha negato a lungo l’esistenza di una frana attiva sul tracciato, pur in presenza di tutte le evidenze sul territorio e delle segnalazioni fatte in tal senso degli enti territoriali preposti. Successivamente il Cliente, ammettendo l’esistenza del fenomeno, ha cercato di minimizzare i fatti ritenendo che il problema fosse di esclusiva competenza del territorio, avanzando anche l’idea di procedere alla realizzazione dell’opera senza presidiare e curare la frana.

· Da parte sue la Toto ha sempre evidenziato l’esigenza di realizzare dapprima idonee opere di presidio della frana, e successivamente la galleria prevista in progetto. Essa ha presentato più di una soluzione tecnica per risolvere il problema, tuttavia nessuna delle soluzioni progettuali è stata mai accolta, con l’unico risultato di aver impedito l’esecuzione dei lavori.

· Lavori fermi da un anno anche per la galleria “Pellizzarda”. In questo caso, hanno costretto a sospendere i cantieri i cedimenti del terreno e le forti infiltrazioni d’acqua che richiedono opere accessorie mai approvate da ANAS.

ANAS ha per lungo tempo respinto le proposte del costruttore, ritenendo infondate le valutazioni di questi. Risultato, lavori nelle gallerie fermi per tre anni. Nonostante ciò, la Toto ha sempre creduto di poter concludere le attività e consegnare l’opera nella sua interezza, nonostante le difficoltà e le inadempienze in cui si è imbattuta. Un ottimismo che è nella storia del Gruppo.

Negli oltre sessant’anni di lavori pubblici e grandi opere è questa la prima volta che la Toto è costretta a lasciare un cantiere non concluso. Ma, a distanza di un anno e mezzo dal blocco delle attività, ha dovuto suo malgrado constatare l’impossibilità di risolvere la situazione, e da qui la decisione di rivolgersi al Tribunale di Roma per la rescissione del contratto.


Toto costruzioni

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