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I sindacati: “Manca una gestione corretta della sanità, siamo arrivati ad un punto di non ritorno” In evidenza

di Francesco Truscia - Oggi i sindacati si sono riuniti per evidenziare lo stato in cui versa la sanità spezzina.

“Oggi riportiamo alcuni dati importanti riguardo a quello che sta succedendo da diversi anni e che ultimamente è peggiorato - Apre così la conferenza stampa di questa mattina, convocata dalle sigle sindacali unite sulla sanità spezzina,  Luciana Tartarelli (Fials) e di certo la sua premessa non lascia spazio a buone nuove - Parliamo di pensionamenti (personale del comparto) ed assunzioni (mirate al personale infermieristico e sanitario): Nel 2015 ci sono stati 52 pensionamenti e sono stati assunti 28 infermieri (dalla mobilità) e 7 tempi determinati, nel 2016 39 unità sono andate in pensione e sono stati assunti 59 infermieri, nel 2017 ci sono stati 41 pensionamenti e 45 assunzioni di infermieri, nel 2018 ad agosto i pensionamenti risultano 38 e le assunzioni sono 45, 2 ostetriche, 15 infermieri delle agenzie interinali, 3 tecnici di radiologia”.

Un comparto composto da 1703 persone di cui 1004 infermieri e, secondo le sigle sindacali, la carenza di organico si aggira intorno alle 30/35 persone (legate a tutto il comparto prevalentemente infermieristico) ma non è un dato certo e il perché lo spiega Alessandra Guazzetti (Cgil): “In realtà l’azienda non ci ha mai dato un modello di dotazione organica per poter capire quante persone mancano realmente. Il dato deriva da quello che in Asl V è stato pagato al 31/12/2017 di straordinario per una cifra pari a 978mila euro che corrispondono a 30 assunzioni mancate. Queste cifre di straordinario raffigurano una disorganizzazione gestionale tale che anche assumendo 30 o 50 unità si continuerebbe a produrre una cifra di straordinario inaccettabile, quest’ultimo mirato a servizi ben precisi dove a volte al loro interno risultano figure delle agenzie interinali (la cifra di straordinario esula dal pagamento delle agenzie interinali). Abbiamo chiesto più volte all’azienda di affrontare questa problematica ma ad oggi questo tavolo non ci è stato dato”.

Insomma a quanto emerge dalle parole degli esponenti delle sigle sindacali sembra non esserci dialogo, perlomeno su questa tematica, con l’azienda sanitaria. A sentire Salvatore Currenti, responsabile sanità Cisl, sembra che l’azienda stessa indichi le sigle sindacali come “colpevoli” di aver abbandonato il tavolo: “L’azienda ci ha contestato il fatto di aver abbandonato il tavolo delle trattative. Ci siamo ritrovati in una situazione drammatica come Asl V spezzino perché tutti i servizi sono carenti di personale, mai così tanto come in questi anni".

"Ad oggi mancano 10 assistenti sociali, 8 tecnici della prevenzione, 6 educatori, 5 radiologi, 6 tecnici di laboratorio e da anni non si fa nessun tipo di prevenzione scolastica, nè tantomeno educazione alimentare o sessuale - prosegue Salvatore Currenti - Negli anni passati abbiamo mandato avanti questa azienda che ha gestito sempre l’ordinario con lo straordinario, questo non lo accettiamo più. Dalla prossima riunione, se ci convocheranno, andremo con il contratto e lo dovranno applicare alla virgola”.

Un’altra problematica riguarda i lavoratori che sono fuori profilo, ad esempio infermieri o tecnici di prevenzione che svolgono attività amministrative, situazione inammissibile secondo i sindacati.

Questa azienda non è più in grado di prendersi le sue responsabilità - denuncia Massimo Bagaglia, segretario generale provinciale Uil Fpl - Ci biasima di aver abbandonato i tavoli della trattativa. Sarebbe interessante ricordare che a quei tavoli di trattativa ci siamo sempre stati noi, siamo ormai decani e siamo gli stessi che andavano ai tavoli il 15 agosto e il 31 dicembre. Siamo ad un punto di non ritorno, i sindacati hanno sempre fatto il loro".

Secondo Alessandra Guazzetti manca una visione d’insieme, soprattutto sul futuro della sanità spezzina: “Abbiamo aspettato quasi 3 anni per avere un piano sanitario avallato dalla Regione e non c’è un’idea di sanità a livello locale. Ci si continua a muovere all’emergenza della quotidianità e i dati sullo straordinario sono la dimostrazione lampante, non c’è una politica sul territorio. I lavoratori sono costretti ad improvvisare perché dietro non c’è una politica di organizzazione. Ci sono proclami dove si annuncia l'apertura di nuovi servizi e strutture, ma poi non si fanno i conti con le persone che le devono gestire”.

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