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Turismo alle Cinque Terre, un lettore: "Bisogna tenere presente il concetto di limite" In evidenza

Pubblichiamo la lettera di un residente delle Cinque Terre che replica alla posizione riaffermata da una guida turistica e torna su un tema sempre di attualità.

C'è un concetto sbagliato alla radice della lettera che una guida turistica ha scritto e che è stata pubblicato su un quotidiano locale: Il turismo, ormai da anni, non è più considerato un qualcosa di definibile con una parola, un contesto o un comportamento e per questo viene declinato al plurale: si parla infatti di turismi.
C'è il turismo culturale, quello religioso, quello sportivo e quello sessuale. C'è il turismo “sostenibile” e quello di “massa”. Del variegato mondo dei turismi, nella lettera, si cerca di fare di tutta l'erba un fascio, così da arrivare ad un concetto chiave più volte malamente espresso: il turismo vi porta soldi ma voi, nonostante questo, siete contro il turismo. E con voi parlo degli abitanti, dei residenti, di coloro i quali hanno deciso, tra mille difficoltà ancora oggi presenti, di vivere il proprio territorio. Molti di noi lavorano con i turismi ma di certo con quello tossico delle crociere e dei “grandi gruppi”, mandrie che seguono la loro guida, pochi tirano su due spiccioli. E questo perchè quel tipo di turismo da ombrellini o fiori colorati alzati per indicare la via, microfoni che gracchiano la storia locale piena di inesattezze non quando di balle, contrasta con un fattore determinante nelle Cinque Terre: il concetto di limite.

C'è un limite nella capienza dei treni, nelle strade dei nostri paesi, nei moli affumicati dai gas di scarico che invece di essere posti dove poter respirare un po' di salmastro sono ormai luoghi da cui tenersi alla larga; c'è limite nei bar dove entrate per un bicchiere d'acqua e pisciare in 20, c'è un limite nelle chiese prese d'assalto da persone rumorose invece che rispettose, c'è un limite a tutto.

E con la vostra spocchiosa e ricorrente frase “non dovete lamentarvi perchè noi - guide e gruppi di turisti - vi portiamo i soldi” dimostrate tutta la vostra irrispettosa considerazione per un territorio patrimonio mondiale dell'Umanità che è certo un patrimonio di tutti ma che ha, come detto prima, dei limiti. Le vostre elemosine non cambiano l'economia locale, al contrario la minano poichè i turisti stanziali che si fermano anche solo due giorni e che mangiano, degustano vini e pesce davvero locale, fuggono inorriditi alla vista di tutti quei gruppi chiassosi vomitati da treni e battelli.

E così anche noi abitanti un po' schivi ci rifugiamo nelle nostre umide case o in qualche angolo sopra i paesi ad ammirare stupiti ancora e ogni giorno la bellezza di quanto state deturpando in attesa che l'ultimo treno porti via il vostro turismo di massa per ridiscendere nelle strade. Ma sbagliamo a fare questo dovremmo iniziare a protestare per rispetto dei nostri paesi. E poi, quando passerete dai carugi in fila indiana con ombrello alzato e microfono, fare come era usanza ai tempi di Telemaco Signorini, rovesciare sopra le vostre teste acqua e piscio, urlando che il limite è stato superato da un po'.

Un residente
Lettera firmata

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