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Suor Maria Grazia e i Salesiani alla Spezia: più di un secolo di storia In evidenza

Egidio Banti ricorda suor Maria Grazia Storace, spentasi martedì scorso a 80 anni di età.

La presenza dei Salesiani alla Spezia, voluta nel 1877 da don Bosco in persona, ha quasi un secolo e mezzo di vita: una storia sempre intrecciata con la vita della diocesi e della società.

In quella storia si inserisce ora a pieno titolo, ed in modo del tutto originale e significativo, suor Maria Grazia Storace, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, spentasi martedì scorso ad ottant’anni di età.

Da oltre quarant’anni era alla Spezia, conosciuta in tutta la città, e il suo ruolo è stato fondamentale, prima nel campo delle comunicazioni sociali e poi in quello della formazione professionale.

In questo modo suor Maria Grazia, che non mancava mai di sottolinearlo, ha davvero tenuto fede, attualizzandolo, all’impegno per i giovani, da formare, come diceva don Bosco, “buoni cristiani e onesti cittadini”.

Negli anni Settanta fu tra i primi ad organizzare corsi per la lettura dell’immagine. A me, come a molti altri giovani (ricordo, tra gli altri, Paola Palmieri e l’indimenticata Paola Paccagnini), fece conoscere i testi di un autore allora ignorato, o quasi: il gesuita padre Nazareno Taddei, iniziatore della cosiddetta “lettura strutturale” della fotografia e del cinema.

Avviò cicli di cineforum, sia al Don Bosco, sia altrove, e fece dei mass media – anticipando documenti come il n. 37 della “Redemptoris Missio”, che Giovanni Paolo II avrebbe pubblicato solo nel 1991 – uno dei temi fondamentali per la formazione dei giovani.

E fu certo un caso provvidenziale quello che, molti anni dopo, portò padre Taddei a stabilirsi proprio alla Spezia, dove sarebbe morto nel 2006.

Nel campo dei media, suor Maria Grazia fece parte di varie commissioni e fu parte attiva al Sinodo diocesano del 1988, nei cui documenti si trova traccia del suo insegnamento.

Fu molto attenta al ruolo di Tele Liguria Sud, la tv diocesana da lei sempre aiutata con suggerimenti ed impegno. Negli anni Novanta, la nuova svolta: la sezione spezzina del Ciofs-Fp, l’ente di formazione delle suore salesiane, di cui a Genova già si stava occupando la sorella, e consorella suor Giuliana.

Con i cambiamenti in corso mutava il volto della formazione professionale: se prima, alla Spezia, era una formazione che preparava al lavoro nelle grandi e medie industrie cittadine, e poco altro, con il Ciofs di suor Maria Grazia si allargò da subito al grande settore dei servizi, turistici, alberghieri e delle nuove tecnologie.

Forse non ce ne siamo accorti, ma le intuizioni di una religiosa hanno contribuito non poco a cambiare il volto stesso di un territorio. Negli ultimi anni, suor Maria Grazia, che nel 2012 ha ricevuto il premio Lunigiana Donna, ha avuto la soddisfazione di vedere una delle sue più strette collaboratrici al Ciofs, Gabriella Raschi, eletta presidente nazionale dei gruppi del Volontariato Vincenziano.

Non fu un caso, nel senso che, con la regia di suor Maria Grazia, capace e sapiente nella scelta dei collaboratori e delle collaboratrici, il laicato cattolico spezzino ha potuto davvero compiere importanti salti di qualità, per i quali tutti dovranno a lungo esserle grati, anzitutto nella preghiera e nel ricordo.

testo di Egidio Banti

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