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Educazione sessuale, il sondaggio: per 1 spezzino su 3 bisogna parlarne in famiglia In evidenza

Rispetto alle ragazze, i ragazzi non vanno dall’andrologo, ma oggi per 1 spezzino su 2 anche la prevenzione maschile a questa età è fondamentale.

Parlare di intimità e di salute di genere con i propri figli è tradizionalmente considerato un tabù. Si ha difficoltà ad affrontare l’argomento, spesso lo si rimanda o lo si trascura persino del tutto.

Ma, a ben guardare, oggi sembra farsi strada una maggiore sensibilità: per quasi uno spezzino su tre (30%), infatti, è importante affrontare in famiglia il famoso “discorsetto” fin dalle scuole elementari. Come base per un successivo, sano sviluppo durante l’adolescenza.

È quanto emerge dall'ultima ricerca dell’Osservatorio Reale Mutua sul welfare (indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nextplora su un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d’età, sesso ed area geografica), che ha realizzato un'ampia indagine sull'adolescenza.

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L’andrologo non è ancora di tendenza

Si registra anche una maggiore attenzione per la prevenzione sulla salute di genere, dove da sempre c’è un fortissimo gap. Se di solito, infatti, le ragazze vanno fin da giovani dal ginecologo, lo stesso non si può dire dei loro coetanei maschi.

Per un abitante della Spezia su due (52%), tuttavia, anche per i ragazzi è fondamentale iniziare a fare visite andrologiche fin dall’adolescenza. Ma le voci discordi non mancano, e ancora uno su cinque (22%) ritiene necessaria la prevenzione solo per le ragazze.

Quali sono allora le ragioni alla base di tutto questo? In primo luogo, una scarsa informazione sul tema e in particolare sulle problematiche di salute maschili (41%), ma anche una certa difficoltà a parlare dell'argomento (35%). In questo senso, un ulteriore 15% dice che questa situazione nasce dalle famiglie dove i genitori dovrebbero mostrarsi più sensibili. C'è poi chi, un 6%, ne fa anche una questione culturale.

Un'età fragile: difficoltà e rischi dell’adolescenza

Il rischio più temuto da oltre uno spezzino su tre (39%) è l’uso di sostanze stupefacenti. Il 28% indica gli episodi di bullismo, ma a destare sempre più preoccupazione anche l’utilizzo eccessivo, che può arrivare fino alla dipendenza, della tecnologia (17%).

Per arginare questi rischi hanno un ruolo importante le esperienze di gruppo (63%), come quelle dello sport, dove si trasmettono valori positivi e l'importanza di relazioni rispettose. Inoltre, oltre uno spezzino su tre (39%) ritiene indispensabile la figura dello psicologo, che possa ascoltare i ragazzi, intervenire e prevenire situazioni di disagio e difficoltà.

Per quasi uno su tre (30%), infine, anche i social network sono un veicolo dalle potenzialità educative: fanno passare messaggi di sensibilizzazione (39%), favoriscono le interazioni e la condivisione tra coetanei (35%) e aprono canali di ascolto per gestire disagi e problematiche giovanili (26%).

“L’adolescenza è una fase molto importante per la crescita della persona. Dal nostro Osservatorio sul welfare è emersa una crescente sensibilità verso il tema della prevenzione e della salute per questa età - commenta Michele Quaglia, Direttore Commerciale e Brand di Gruppo – In questo, le famiglie ricoprono un ruolo centrale, che è importante sostenere. Noi di Reale Mutua siamo da sempre al loro fianco con soluzioni su misura che permettono loro prendersi cura della salute dei figli in strutture d’eccellenza con specialisti qualificati e a costi contenuti”.

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