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Il preside Bosco saluta il liceo: "Lunga vita al Pacinotti" In evidenza

Il dirigente Giuseppe Bosco andrà al consolato generale di Metz, è arrivato al Pacinotti 7 anni fa dalla Bielorussia.

Il Liceo Scientifico Antonio Pacinotti Il Liceo Scientifico Antonio Pacinotti

"Come sapete sono stato nominato Dirigente scolastico all’estero e dalla prossima settimana prenderò servizio al Consolato Generale di Metz. Sette anni fa sono arrivato al Liceo dalla Bielorussia e oggi riparto dal Pacinotti per la Francia: le geometrie esistenziali sono piuttosto imprevedibili", così scrive in una nota indirizzata a genitori, studenti, insegnanti e personale Ata il dirigente scolastico prof. Giuseppe Bosco.

"In questa fase liminare del mio ennesimo rito di passaggio - negli ultimi vent’anni ho cambiato sette posti di lavoro in quattro Paesi diversi - convivono sentimenti di tipo diverso: c’è la sofferenza per la separazione da una scuola e da tante persone, davvero straordinarie, con cui ho condiviso questa lunga e bella avventura; ci sono i timori per i nuovi compiti e per gli impegni che mi attendono; c’è la voglia di rimettermi in gioco e di affrontare delle nuove sfide, perché in fondo, un po’ come il tipo che ballava con i lupi, per sentirmi vivo ho bisogno di trovare sempre delle nuove frontiere".

"In questi anni al Pacinotti abbiamo lavorato in modo “matto e disperatissimo”. Dal 2013 al 2020 la Sede centrale del Liceo è passata da 23 a 45 classi, per un totale che, con la Sede di Levanto, era di 28 classi e oggi è di 52, con quasi 1.200 studenti. Ma il dato quantitativo, per quanto rilevante, non è di per sé fondamentale. Il compito di una scuola è infatti quello di formare le persone, non semplicemente quello di arruolarle con le iscrizioni. Ed è ciò che noi - dati statistici e storie individuali alla mano - abbiamo fatto e facciamo: gli allievi del Liceo arrivano alla fine della scuola preparati e sono in grado di scegliersi il proprio percorso di studio e di costruire il proprio futuro. Certo, non siamo stati capaci di farlo fino in fondo con la totalità degli studenti, e questo ci dispiace molto, ma considerati il contesto e l’epoca, quelli raggiunti non sono davvero risultati di poco conto".


"Il Liceo, con la sua lunga storia, è tornato in questi anni ad avere una sua identità e a rivendicarla con orgoglio. E’ vero che le Istituzioni locali cercano di ignorare - nessuna autorità, per esempio, ha fatto gli auguri al Liceo per il suo ottantesimo compleanno - o peggio di ingabbiare il Pacinotti; come se la nostra scuola, con il suo dinamismo e la sua capacità di innovazione, fosse un pericolo da combattere e non un valore da coltivare. Il Pacinotti è considerato troppo autonomo, troppo serio, troppo internazionale, troppo di qualità. I riconoscimenti alla scuola e alla infinita serie dei suoi progetti sono tuttavia arrivati dall’esterno: dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dalla Corte Costituzionale, dal Ministero dell’Istruzione, dall’UNESCO, dalla Fondazione Agnelli, dall’Università di Cambridge, dalla LUISS, dal CONI, dalla stampa locale e nazionale, dai Centri di ricerca scientifica, dai Dipartimenti universitari, dalle Istituzioni culturali, dal mondo del lavoro e del volontariato".

"Il corpo docente del Liceo è di un livello culturale e professionale molto elevato, tanto che non c’è settore in cui il Pacinotti non disponga di referenti competenti. Ci sono tuttavia due fronti su cui i docenti del Liceo sono chiamati a cimentarsi: il primo è quello della valorizzazione di tutti gli studenti, senza distinzioni, secondo un’idea inclusiva e nel contempo migliorativa della formazione, imparando ad insegnare alla nuova generazione Z, digital and social, e superando i propri stereotipi e - almeno quei pochi docenti imprigionati da un demone nel proprio ego - anche le proprie frustrazioni personali; il secondo fronte è quello di pensare alla scuola come ad un sistema organico ed unitario, in cui i singoli, mettendosi al servizio degli altri e della comunità, lascino sullo sfondo le loro irriducibili soggettività, lavorino in squadra e cerchino di far prevalere ciò che unisce su ciò che divide: e pluribus unum".

"Ai ragazzi e alle ragazze del Liceo, per i quali nutro da sempre grande ammirazione, vorrei dire di coltivare tre valori: la curiosità, il coraggio e l’ostinazione. La prima serve per conoscere se stessi, gli altri e il mondo, ed è indispensabile, perché è con quei mattoni che si costruisce la propria identità; il secondo è necessario, perché è solo prendendosi il rischio di cambiare che ci si può migliorare, sapendo che comunque tutti coloro che proveranno saranno salvati; la terza è decisiva, perché non si può raggiungere nessun risultato importante se ci si tira indietro al primo scacco, se non si combatte fino in fondo per quello in cui si crede: tutti nella vita cadiamo - finanche Steve Jobs ad un certo punto fu licenziato dalla sua stessa Apple - e dobbiamo imparare a rialzarci".

"Un ringraziamento di cuore a tutta la comunità scolastica per questi straordinari anni trascorsi insieme e un augurio di buon lavoro alla nuova Dirigente scolastica, che di certo potrà contare sul sostegno di tutti".

"Buon futuro agli studenti, ai genitori, ai docenti e al personale ATA - a me carissimo. Lunga vita al Pacinotti".

 

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