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“100 anni fa il Natale di sangue a Fiume”, tra i caduti lo spezzino Mario Asso

"La città intitolò al giovane legionario una strada che si trova a lato del pronto soccorso dell'ospedale Sant'Andrea".

"Nel dicembre di cento anni fa, era il 1920, si consumava in modo cruento la vicenda dell’occupazione della città di Fiume.

Iniziata il 19 settembre del 1919, l’occupazione della città da parte dei volontari guidati da Gabriele d’Annunzio, tra alterne vicende, si era protratta sino al dicembre del 1920, creando non pochi imbarazzi e preoccupazioni al governo italiano presieduto da Nitti. Nel giugno di quell’anno a Nitti subentrò Giolitti che il 12 novembre procedette a ratificare il Trattato di Rapallo con cui la città di Fiume veniva riconosciuta “città libera” e l’Italia rinunciava a qualsiasi pretesa annessionistica.

Era il preludio all’intervento militare per fare sgombrare D’Annunzio ed i suoi legionari, sordi ad ogni invito alla conciliazione, dalla città.

All’alba del 24 dicembre, vigilia di Natale, i soldati del regio Esercito, comandati dal generale Caviglia, aprirono il fuoco sui legionari fiumani, mentre dal mare le navi della Regia Marina stringevano il blocco e la corazzata Andrea Doria cannoneggiava il Palazzo del governo, residenza del Poeta Vate. Dopo cinque giorni di scontri e decine di morti e feriti da ambo le parti, il Comandante D’Annunzio desistette da ogni ulteriore resistenza e accettò le condizioni di resa.

Tra i primi caduti fiumani uno spezzino: il tenente Mario Asso, nativo di Livorno, ma residente nella nostra città, era figlio di un alto ufficiale della Regia Marina.

Lo stesso D’Annunzio si premurò di inviare alla madre le sue sincere condoglianze e volle che la salma del giovane fosse in seguito traslata al Sacrario del Vittoriale degli Italiani, a Gardone Riviera.

La nostra città intitolò al giovane legionario una strada, quella che ancora oggi porta il suo nome, che si trova a lato del pronto soccorso dell’Ospedale S. Andrea, traversa di via Vittorio Veneto.

Testo del Prof. Riccardo Borrini

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