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"Ciò che resta- appunti dalla polvere", cultura e bellezza si incontrano in carcere (Video) In evidenza

di Doris Fresco- Presentata questa mattina l'opera frutto del percorso teatrale realizzato tra il 2019 e il 2020 con 25 detenuti della casa circondariale della Spezia

"Un uomo cammina. Forse è un artista che insegue la sua vocazione. O forse è solo alla ricerca di storie, mentre è incalzato dai suoi pensieri e assalito da improvvise apparizioni": recita così la descrizione di 'Ciò che resta- appunti dalla polvere', l'opera frutto del percorso teatrale realizzato tra il 2019 e il 2020 con 25 detenuti della casa circondariale della Spezia nell’ambito della seconda annualità del progetto 'Per Aspera ad Astra – Come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza' e presentato questa mattina in conferenza stampa.

Il progetto, promosso da Acri e sostenuto da 10 Fondazioni di origine bancaria, tra cui Fondazione Carispezia, coinvolge su tutto il territorio nazionale 12 istituti penitenziari e vede come capofila la Compagnia della Fortezza di Volterra, come vi avevamo raccontato quando nel 2019 era andato in scena Incendi.

Quest'anno il progetto non si concretizza su un palco a causa dell'emergenza sanitaria, che ha portato ad una sospensione del progetto durante il lockdown dello scorso anno e poi ad una necessaria rimodulazione quando si è potuto ridare il via all'esperienza dei detenuti-attori, ma il prodotto finale non è da meno e lo sforzo di Fondazione, degli Scarti e della casa circondariale ha anzi potuto far conoscere strumenti nuovi.

Presente alla conferenza stampa di questa mattina, che si è svolta on line, Andrea Corradino, presidente della Fondazione Carispezia; Giorgio Righetti, direttore generale di Acri; Anna Rita Gentile, direttrice della Casa Circondariale della Spezia; Renato Bandoli e Enrico Casale, dell'Associazione Gli Scarti che all'interno del carcere curano i laboratori che si sviluppano non solo per quel che riguarda la parte attoriale, ma propongono percorsi anche dedicati alla tecnica e alla scenografia, così da poter coinvolgere e sviluppare nei detenuti sensibilità artistiche e competenze diverse.

"Un progetto per rieducare e insegnare tutte quelle che sono le professionalità che stanno dietro ad uno spettacolo- ha spiegato Corradino- che vogliamo continuare a sostenere proprio per ribadire il concetto fondamentale sancito alla nostra Costituzione. Il carcere non deve essere percepito come qualcosa 'che non ci riguarda', ma deve essere rivalutato, partendo dal concetto stesso di pena. La cultura e la bellezza del teatro offrono ai detenuti un’occasione di riscatto personale e di formazione professionale e, allo stesso tempo, creano un dialogo tra 'dentro' e 'fuori', che può aiutare a ridurre le distanze tra questi due mondi apparentemente separati e a scardinare pregiudizi e paure".

Sul grande valore educativo di questo progetto si è soffermato anche Righetti, che ha spiegato: "Quello che vogliamo fare è innanzitutto portare all'interno del carcere un diritto fondamentale, che deve essere garantito per tutti: il diritto alla cultura. La direzione del carcere della Spezia ha dimostrato grande sensibilità su questo tema e gli sforzi per portare a compimento questo progetto durante un'emergenza sanitaria come quella che stiamo vivendo sono stati davvero molti, il risultato ci rende orgogliosi. Le Fondazioni di origine bancaria continuano a sostenere il progetto Per Aspera ad Astra, perché sono convinte della sua portata innovativa".

Dunque, la forma cinematografica è stata scelta per raccogliere 'ciò che resta' del lavoro creativo dei detenuti partecipanti ai vari laboratori (recitazione, drammaturgia, scenografia, scenotecnica, fonica) realizzati tra il 2019 e il 2020. Proprio perchè, a causa del blocco dovuto alla pandemia del marzo 2020, non è stato possibile portare a compimento la naturale e originaria forma teatrale, si è scelto di virare su un linguaggio cinematografico per non cancellare il lavoro portato a compimento e "Per non disperdere tutti i granelli di polvere che la vita e l’arte depositano su tutte le cose".

Ha sottolineato la direttrice Gentile: "Grazie alla volontà degli Scarti è stato possibile rimodulare il progetto, fondamentale per noi. Speriamo di poter tornare presto a vedere questi spettacoli nei teatri. Noi crediamo fortemente nel valore della cultura e i risultati si vedono tutti".

"Non è stato facile rimodulare il progetto- ha aggiunto Renato Bandoli- Ma siamo riusciti ad andare avanti grazie alla determinazione della direzione. Siamo riusciti ad allestire un set cinematografico in una cella, abbiamo scommesso su questa nuova esperienza e credo che il risultato sia notevole anche grazie a tutti i professionisti che hanno lavorato con noi".

Della sinergia tra i protagonisti del progetto ha parlato Enrico Casale, che ha aggiunto: "Tra noi, Fondazione e Casa circondariale si è creata in questi anni una sinergia incredibile e tutto è in un equilibrio perfetto. Ringrazio anche la polizia penitenziaria per la disponibilità ha dimostrato nel periodo delle riprese".

Ha dichiarato infine Andrea Cerri, presidente degli Scarti: "Siamo profondamente grati ad Acri, a Fondazione Carispezia e alla casa circondariale della Spezia per continuare a credere e investire su questo progetto, sposando la filosofia di fondo della Compagnia della Fortezza di Armando Punzo, alla quale ci sentiamo molto vicini: il teatro-carcere inteso non come mera attività ludico-ricreativa o rieducativa, ma come percorso dove l’elemento artistico è al centro e trae forza dalla particolare condizione della detenzione. Il teatro come esperienza vitale e creativa che ci mette tutti in discussione, che non vuole fornire risposte ma creare domande. Nell’epoca dei teatri chiusi e della pandemia questo lavoro ha assunto - per noi che da anni ci impegniamo in progetti di 'teatro di comunità' in contesti di marginalità sociale - significati ulteriori e ci ha condotto a nuove modalità di relazione e di lavoro, come quella di sperimentare il linguaggio cinematografico per poter presentare l’esito artistico di questo percorso: Ciò che resta"

Presenti in conferenza stampa anche i tre attori protagonisti del cortometraggio: Luca Colli, Samir Khammassi e Alessandro Joil.

L’esperienza con la casa circondariale spezzina sarà inoltre tra le testimonianze raccontate nel corso dell’evento “Rigenerazione. Nuove sperimentazioni teatrali dentro e fuori il carcere”, organizzato in occasione della Giornata Mondiale del Teatro da Acri - venerdì 26 marzo (dalle ore 10.30) - nell’ambito del progetto Per Aspera Ad Astra. Interverrà all’incontro anche il Ministro della Cultura, Dario Franceschini.
Programma e registrazione all’evento entro il 23 marzo al link: https://www.acri.it/peraspera21/ 

“CIÒ CHE RESTA – appunti dalla polvere”
Nazione, anno: Italia, 2021
Durata: 35’
Produzione: Gli Scarti – impresa di produzione teatrale d’innovazione / Fondazione Carispezia - nell’ambito del progetto nazionale “Per Aspera ad Astra. Come riconfigurare il carcere attraverso cultura e bellezza” – II edizione, promosso da ACRI e 11 Fondazioni di origine bancaria.
Regia: Enrico Casale / Renato Bandoli
Assistente alla regia e al progetto artistico: Simone Benelli
Fotografia, riprese e montaggio Rocco Malfanti
Progetto sonoro Fabio Clemente
Elementi scenografici Alessandro Ratti
Assistenza alle luci Daniele Passeri
Costumi Tiziana Ferdani
Musiche AA. VV.
Con Joil Alessandro, Luca Colli, Preng Doda, Monem Elamdouni, Samir Khammassi, Ermal Ramaj, Tiberiu Ratoi, Gaetano Russo, Haitem Safi, Marwan Sassi, Marco Sannino, Kamel Tajouri,,Riccardo Ventre e con Armand Maltrashi Diachuk
hanno inoltre partecipato Francesco Costante, Claudio Pasqualone, Mirco Vasoli, Youssef Boulahia, Giordano Cargiolli, Lorenzo Castè, Nicodemo Macrì, Giuseppe Macrì, Sandro Podestà, Domenico Romeo, Arnold Thaci

Il film è già disponibile a questo link

In allegato la scheda artistica dello spettacolo

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