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Il Vescovo incontra gli alunni delle scuole cattoliche

All'inizio della settimana, le scuole cattoliche di tutta la diocesi hanno festeggiato in modo assai significativo la conclusione dell'anno scolastico, e l'hanno fatto insieme al vescovo nella cattedrale diocesana di Cristo Re.

L'evento, coordinato dalla federazione delle scuole materne cattoliche, presieduta alla Spezia da Adriana De Col, dirigente della scuola della «Pia Casa di misericordia», ha avuto inizio alle 10. Si è trattato di una manifestazione davvero imponente dal titolo "Andiamo a Cristo Re. La Scuola cattolica c'è". Salendo lungo le scalinate da piazza Europa, oltre mille bambini e bambine (di più la cattedrale non avrebbe potuto contenerne) sono saliti in cattedrale, dove li attendevano il vescovo, altri sacerdoti, i loro educatori ed educatrici. Di fatto erano presenti quasi i due terzi di tutti coloro che frequentano le scuole cattoliche nel territorio diocesano, che coincide con quello della provincia della Spezia: millesettecento tra bambini e bambine, dai più piccoli delle scuole materne sino a quelli delle scuole medie. Chi scrive, nella veste di direttore dell'ufficio diocesano per la Scuola e l'educazione, ha portato il primo saluto a tutti i presenti. Quindi Adriana Dal Col ha presentato l'incontro, momento di festa e di unità profonda tra tutte le diverse comunità scolastiche cattoliche presenti in diocesi. A quel punto ha preso la parola il vescovo. Monsignor Palletti ha sottolineato la grande attenzione che Gesù, come ci attestano i Vangeli, attribuiva ai bambini, chiamandoli spesso a sé ed indicandoli come esempio ai più grandi, compresi i suoi apostoli e discepoli più stretti: «Lasciate che i fanciulli vengano a me...». I bambini, dunque, nella loro semplicità ma anche nella loro profonda autenticità, che esclude cattiverie e secondi fini, vengono presentati da Gesù come modello. «Ma anche voi bambini – ha aggiunto il vescovo sorridendo – dovete ricambiare questa importante attenzione del Maestro, prendendo proprio Gesù, anche nel mondo di oggi, come un modello al quale guardare sempre, insieme ai vostri genitori, in ogni momento della vita. Così a scuola, impegnandovi per fare il vostro dovere, ed ora nel periodo delle vacanze estive, durante le quali il pensiero e l'affetto per Gesù non vi devono mai abbandonare». Alle parole del vescovo, ascoltate con grande attenzione da tutti i bambini e da tutte le bambine presenti, l'incontro è proseguito con l'esecuzione di alcuni canti da parte dei gruppi rappresentanti le singole scuole. Infine c'è stata la recita corale del «Padre nostro». A quel punto i piccoli alunni delle scuole cattoliche sono usciti all'esterno della cattedrale di Cristo Re, sparpagliandosi lungo la grande balconata e in parte scendendo nella piazza Europa, piazza centrale della città della Spezia. Da lì hanno lanciato verso il cielo alcune centinaia di palloncini multicolori: un segno concreto di presenza e di saluto, rivolto al cielo ma anche a tutti i concittadini, grandi e piccoli, a sottolineare la presenza silenziosa ma efficace delle scuole cattoliche nel contesto educativo e formativo della provincia spezzina. Le ventidue scuole paritarie sono oggi frequentate da millesettecento alunni, pari a circa l'otto per cento della popolazione scolastica complessiva. La paritaria cattolica dell'infanzia, secondo i dati statistici del ministero, copre il ventitre per cento del totale degli alunni, mentre le primarie arrivano al dieci per cento. Oltre all'indotto ed al personale occasionale, la scuola paritaria occupa duecentoquindici addetti, tra docenti e personale tecnico. La legge del 2000 sulla parità ha costituito un sistema di istruzione integrato per cui anche le cosiddette "private" sono entrate a far parte del sistema nazionale d'istruzione ed hanno ottenuto lo status di istituzioni scolastiche autonome. Secondo gli ultimi dati, in Italia per un bimbo della paritaria lo Stato investe annualmente 584 euro, mentre per un alunno della statale investe circa 6600 euro all'anno, con un risparmio complessivo di circa sei miliardi di euro. In pratica l'uno per cento dell'investimento complessivo per l'istruzione, università e ricerca permette di far studiare il dieci per cento dei ragazzi delle paritarie: un bel dato, considerata la grave crisi della finanza pubblica italiana.

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