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Gli studenti della Ceccardi di Luni vincono il premio messo in palio da Iren

Attraverso l'uso di particolari materiali i ragazzi sono riusciti a spiegare le parti che compongono la cellula eucariote e le sue funzioni.

Sono due le scuole liguri vincitrici alla prima edizione del concorso “Rifiuti smarriti” che Iren e il CentroScienza onlus di Torino hanno lanciato in occasione della Settimana europea della riduzione dei rifiuti.

Si tratta della Scuola Secondaria di Primo Grado “Ceccardi” di Luni, con la classe 1A, che si è aggiudicata il Premio Science Fair, e la Scuola Primaria Statale di Calvari (Sestri Levante), con la classe IV che ha ottenuto il Premio Riciclo.

“La cellula eucariote” è il nome del progetto della scuola “Ceccardi” di Luni che si è distinta nella categoria “Science Fair” per la migliore spiegazione scientifica. Attraverso l’uso di materiali particolari (un pallone bucato, una conchiglia di plastica, un laccio di scarpe, una pallina e dei regoli) gli studenti sono riusciti infatti a spiegare al meglio le diverse parti che compongono la cellula eucariote e le sue funzioni.

Alla Scuola Primaria Statale di Calvari di Sestri Levante è andato invece il Premio Riciclo per la migliore idea di riciclo e riutilizzo con il progetto “Orto in classe”. Il progetto consiste nella realizzazione di un orto in classe per monitorare la crescita e conoscere i processi vitali delle piante e il modo in cui avvengono. Tra i vari oggetti utilizzati sono stati impiegati vasetti di ceramica, tappi, una pompetta di alluminio, astuccio, corda, barattoli, paralume e cannucce.

Il concorso ha coinvolto oltre 900 tra studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado e gruppi famiglia di tutta Italia e ha avuto l’obiettivo di sensibilizzare giovani e adulti ai temi del riuso, del riciclo e della riduzione dei rifiuti partendo da ciò che si trova all’interno delle proprie abitazioni.

Il focus era, infatti, su quegli oggetti che possono essere definiti “rifiuti smarriti”, perché dimenticati in qualche angolo, ma totalmente inutilizzati puntando non tanto sulla creatività artistica, quanto sulla capacità di ripensare l’oggetto anche per utilizzi pratici diversi o per spiegare come lo stesso è nato e che impatto ha sull’ambiente.

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