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La diocesi ricorda Daniele Bucchioni

«Il comandante Dany, dopo le riunioni operative con gli altri capi partigiani della IV zona operativa, era solito dire al suo collaboratore Luigi Rebecchi: "La strategia mi convince, gli uomini sono motivati, ma il vero aiuto ce lo può dare solo il Signore; dunque, facciamoci il segno della Croce"».

Questo aneddoto, insieme ad altri della lunga vita di Daniele Bucchioni, generale a riposo e presidente dei Partigiani cristiani della Spezia, lo ha ricordato il canonico don Mario Perinetti, attuale cappellano dei Partigiani cristiani, nell'omelia della Messa funebre, celebrata lunedì scorso nella chiesa abbaziale di Santa Maria Assunta alla Spezia. Bucchioni, molto attivo e lucidissimo sino a pochi giorni prima, si era spento domenica all'età di novantasei anni, poche settimane prima di vedere inaugurato, nella "sua" Calice, il museo partigiano dedicato in particolare alle vicende della brigata "Val di Vara". A quella brigata, che nei due anni della lotta di liberazione non fu mai sconfitta dai tedeschi, l'allora giovane tenente Bucchioni aveva dato vita, nel Calicese, poche settimane dopo l'8 settembre. E l'aveva condotta, di successo in successo, sino all'episodio importante della liberazione di Aulla, nell'aprile 1945. Al museo ci teneva molto, anche come atto di "riparazione" storica a molte omissioni che particolari e non sempre giuste visioni della Resistenza avevano riservato alla "Val di Vara" in tutti questi anni. Formazione apolitica, e in gran parte legata ai valori cristiani così radicati in Val di Vara, la brigata di Bucchioni fu tra le più apprezzate, anche dalle formazioni alleate (donde anche alcune onorificenze britanniche conferite al suo comandante), ma non sempre considerata nel modo giusto nella sua terra. Bucchioni, però, militare nell'animo e nella mentalità, tanto da aver voluto essere sepolto con la divisa, non ha mai avuto argomenti polemici verso nessuno, ma soltanto il desiderio di veder affermata la verità storica di una formazione che ebbe sempre, tra Calice, Rocchetta Vara e la Lunigiana, non sono molte adesioni di partigiani ma anche il sostegno pieno di uomini e donne di quella terra. Il rito funebre, molto partecipato, si è chiuso, prima delle parole di ringraziamento del figlio Giorgio, presidente dell'Unione industriali della Spezia, con la lettura, da parte del vice presidente dei Partigiani cristiani Franco Bernardi, della preghiera "Ribelli per amore", scritta dal servo di Dio Teresio Olivelli prima di morire in un lager nazista. Quella preghiera rende davvero conto di figure come quella di Daniele Bucchioni e di tanti altri cattolici che, nei due lunghi anni dell'occupazione nazista, si batterono insieme a compagni di altre fedi e visioni del mondo, per la libertà e per il progresso della Patria. «Bucchioni – ha concluso la sua omelia don Perinetti – era triste negli ultimi anni nel vedere attenuati o rimossi nell'Italia di oggi quei valori per cui tanti giovani erano morti. Ora tocca a tutti noi l'impegno a recuperare in pieno quei valori, anche nel suo ricordo». (E. B.)

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