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La vocazione di Don Andrea Cappelli

«Sulla vocazione, io sono uno di quelli che ha lottato. All'inizio ho detto di no, spaventato, perché non volevo lasciare la famiglia, le prospettive di vita». Inizia così il racconto di don Andrea Cappelli, trentacinquenne senese, ordinato il 23 giugno scorso ed ora vice parroco a Sarzana.

«A diciott'anni ebbi il pensiero del sacerdozio, ma lo scacciai. Poi l'Università mi mandò a Roma per un corso, e a Roma si avverte la presenza del Papa. Rimasi affascinato dalla realtà della Chiesa, che comprende tutti i popoli, un'ampiezza di orizzonti che mi ha molto appassionato». E quel pensiero ti è ritornato... «Incontrai due sacerdoti. Il primo, un benedettino americano, dopo vari colloqui mi disse che il Signore mi chiamava, e che preparassi le valigie. Per dove? Te lo farà capire, disse. Verificai la vocazione monastica, anche in una comunità sublacense nel New Mexico. Ma non faceva per me... Tornai a Roma, con la guida spirituale di un sacerdote genovese, che mi suggerì: perché non provi con il seminario di Spezia? E' una buona diocesi, con un buon vescovo. Così incontrai il vescovo Moraglia, e divenni spezzino». Soddisfatto? «Mi sono trovato molto bene. Ho trovato un affetto e un'apertura che mi hanno fatto innamorare e mi hanno aiutato nel cammino». E adesso la servi... «Con questo non è cessato l'amore per la mia terra natìa. Qualche amico senese mi ha chiesto di tornare. Ma non potrei tradire l'amore che ho ricevuto qui. L'amore si ripaga con l'amore, nell'intensità e nella durata, per sempre». Com'è stata l'ordinazione? «Nella consacrazione diaconale, steso in terra per le litanie, ho sentito il marmo della cattedrale come il corpo di una sposa. Ho sentito che prima di alzarti e servire la Chiesa, devi unirti con le fondamenta della Chiesa. Alla ordinazione sacerdotale ero preoccupato. Allora guardavo il Crocifisso e chiedevo: "Aiutami ad essere tutto tuo, solo tuo, che lo Spirito Santo possa entrare in ogni meandro della mia persona"». Poi la prima Messa a San Giovanni... «E' vero quanto vescovo e altri formatori mi avevano detto: quando dici "Questo è il mio corpo" ti tremano i polsi. In virtù dell'ordinazione posso usare la prima persona singolare in nome di Cristo. E' una realtà grande, anche in relazione al fatto sacramentale: tu rendi presente Cristo». Il saluto dopo la prima Messa è stato da poliglotta.. «Ho studiato in Germania, e da tempo vado ogni anno in Ungheria, presso gruppi scout: un Paese meraviglioso, che ha sofferto molto nel Novecento. L'identità ungherese è la fede, come in Polonia. E' entusiasmante stare con quel popolo».

 

Nella foto, Don Andrea (nel giorno della sua ordinazione) è il secondo da sinistra.

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