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Domani inizia l'Anno della Fede

La diocesi della Spezia - Sarzana - Brugnato inaugura oggi 14 ottobre l'Anno della fede con una solenne concelebrazione nella cattedrale di Cristo Re, alla Spezia.

La Messa, cui sono invitati sacerdoti, diaconi e fedeli, sarà presieduta dal vescovo emerito monsignor Bassano Staffieri insieme all'amministratore diocesano monsignor Giorgio Rebecchi. Nel corso della cerimonia ci sarà anche l'affidamento del «mandato» annuale ai catechisti. Nella circostanza, oggi in tutta la diocesi sono sospese le funzioni vespertine. Intanto, giovedì scorso, nel giorno esatto di anniversario dell'apertura del Concilio Vaticano II i vicariati urbani della città di Spezia, in collaborazione con l'Azione cattolica, hanno organizzato nella chiesa abbaziale di Santa Maria Assunta un incontro per ricordare l'avvenimento. L'attuale abate parroco monsignor Ilvo Corniglia, che si trovava a Roma per completare gli studi di Sacra Scrittura, prese parte alla prima sessione del Concilio come teologo e segretario del vescovo Giuseppe Stella. Attingendo ai suoi ricordi personali, Corniglia ha rievocato l'esperienza da lui vissuta il giorno dell'inizio del Concilio: la sorpresa e la gioia di trovarsi come immerso nella realtà della Chiesa universale, tutta raccolta nell'unità, quasi avvertendo il palpito del suo cuore. Ha inoltre sottolineato il clima di attesa e di fervida speranza che la preparazione del Concilio e la sua celebrazione avevano suscitato ed alimentato in quegli anni. «Dopo cinquant'anni - ha detto l'abate parroco - non possiamo non riconoscere che l'intuizione di Giovanni XXIII, che aveva voluto ed iniziato il Concilio, veniva da Dio: un evento che ha innescato una rivoluzione pentescostale. Anche se nella ricezione del suo messaggio e del suo spirito il cammino non è sempre stato facile, ma non di rado tribolato tra due spinte contrapposte (nostalgie anacronistiche e fughe in avanti), chi ha avuto il dono di vivere tutto questo tempo in un insieme di gioie e di sofferenze oggi vede come il Signore ha guidato la sua Chiesa in un percorso di reale rinnovamento nella continuità». Fu un vero cambiamento di mentalità, ed infatti, attingendo ai ricordi personali, monsignor Corniglia ha descritto come sia cambiato, da prima di allora, il modo di considerare la Chiesa: non più secondo una concezione «piramidale», bensì nella sua realtà di «popolo di Dio» e di famiglia. «La memoria che facciamo stasera - ha detto ancora - non avviene, perciò, in una prospettiva legata al passato. Non è una operazione nostalgica, ma avviene in una prospettiva aperta al futuro, al cammino della Chiesa, della nostra Chiesa diocesana in attesa del suo nuovo pastore, nell'oggi e nel domani. Ed è quanto ci propone Benedetto XVI per l'Anno della fede: "riscoprire la gioia nel credere e ritrovare l'entusiasmo nel comunicare la fede"». «Personalmente - ha concluso Corniglia - vorrei tornare a respirare l'aria di di quell'inizio, di quell'evento che faceva sognare: aria di speranza, di gioiosa attesa, di vivissimo desiderio di un modo nuovo di essere cristiani e di essere Chiesa». Ha poi parlato il vescovo emerito Staffieri, anch'egli presente a Roma come sacerdote in quegli anni. Staffieri ha citato alcune parole del cardinale Montini, allora arcivescovo di Milano, pronunciate a Lodi il giorno dopo l'annuncio del Concilio, nel 1959: «Un avvenimento storico, di prima grandezza, sta per verificarsi... grande di pace, di verità, di spirito; grande oggi per domani; grande per i popoli e per i cuori umani; grande per la Chiesa intera e per tutta l'umanità. Sarà il maggiore, questo Concilio, che la Chiesa abbia mai celebrato nel corso dei suoi venti secoli di storia, per la confluenza spirituale e numerica, nell'unità totale e pacifica della gerarchia; sarà maggiore per la cattolicità in tutte le sue dimensioni, che riguardano tutto il mondo geografico e civile». Nel corso della serata, coordinata da don Francesco Vannini, è stata mostrata anche una fiaccola adoperata nella processione in piazza San Pietro la sera dell'11 ottobre 1962. La fiaccola era di don Giorgio Petrini, compianto sacerdote diocesano, ed è stata portata all'incontro dell'altra sera dalla sorella Maria Rita.

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