E attraverso quella porta si passa per cercare la pecorella smarrita e per riportarla all'ovile». «Il cristiano - ha aggiunto - non può pensare che il credere sia un fatto privato. Il Signore vuole che noi credenti siamo testimoni della Sua risurrezione. La fede non è mai atto individuale, ma ecclesiale. Si crede nella Chiesa e con la Chiesa. Solo così possiamo essere sale che dà sapore e città visibile sul monte». Sempre citando il Papa, Staffieri ha chiesto ai fedeli di non cedere alla pressione della secolarizzazione. «Per l'Anno della fede - ha proseguito il vescovo emerito - il Papa suggerisce due piste: il Catechismo della Chiesa Cattolica e il Concilio Vaticano II». Del Concilio bisogna tornare ai testi, affinché vengano letti in maniera appropriata, conosciuti ed assimilati come testi qualificati e normativi del Magistero, all'interno della Tradizione della Chiesa: «Sento più che mai il dovere di additare il Concilio come la grande grazia di cui la Chiesa ha beneficiato nel Novecento: in esso ci è offerta una sicura bussola per orientarci nel cammino del nuovo secolo». Il Catechismo, a sua volta, è «sussidio prezioso ed indispensabile per una conoscenza sistematica dei contenuti della fede». L'augurio finale è che «il Signore ci renda sempre capaci di testimoniarlo dovunque noi siamo, nelle nostre giornate, nel tempo che lascia a ciascuno di noi». La celebrazione, conclusa con il «mandato» ai catechisti, è stata accompagnata dal coro congiunto delle parrocchie di Mazzetta e di Migliarina.