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Una settimana fa, l'arrivo del nuovo vescovo. Qualche passaggio dell'omelia

Riportiamo le parti salienti dell'omelia del vescovo durante la celebrazione del suo ingresso, domenica scorsa alla Spezia:


Tempo d'Avvento, tempo dell'inizio di un nuovo anno liturgico ma soprattutto un nuovo inizio nel tempo di Dio. Un tempo che non è scandito semplicemente dallo scorrere delle ore, dei giorni e degli anni, ma è segnato dalla memoria degli eventi di salvezza. Memoria non semplicemente ricordata, ma celebrata e ripresentata in tutta la sua verità ed efficacia. Se lo vogliamo, è il tempo della nostra santificazione. Ogni inizio nuovo ci invita sempre a guardare verso un orizzonte nuovo e porta con sé una grazia particolare. Per noi, però, la novità non è l'effimera curiosità di un momento per poi ritornare al grigiore della nostra quotidianità. La vera novità, per il cristiano, consiste nel saper tenere fisso ogni giorno il proprio sguardo sul volto di Cristo. Lui è l'eterna Parola di vita, Lui è l'eterna novità che il Padre ci dona. Con Lui il tempo giunge a compimento perché non c'è un evento più grande che possa segnare la nostra vita ... Passato, presente, futuro segnano la nostra esistenza. Che lo vogliamo o no, ci interpellano ed attendono da noi una risposta ... Dio ci viene incontro rivelando se stesso, mistero di comunione di amore. Nella fede, donandoci quella luce particolare che ci permette di accogliere la conoscenza della sua vita intima, svela ad ogni uomo la fondamentale dignità della vita umana, l'alta vocazione alla quale ci ha chiamato volendoci figli ...
Far memoria del passato, non vuol dire ritornare a quel tempo, ma custodire e saper attingere alla fonte della Rivelazione la grazia delle origini. «Ogni buon scriba - dice il Vangelo - sa trarre dal suo tesoro cose antiche e cose nuove». La fede, infatti, ci dona verità salvifiche che non possono essere disattese e che chiedono di venire annunciate e accolte con fedeltà. Dobbiamo accogliere Cristo, ascoltarlo, seguirlo ... Egli, eterna Parola del Padre, ci viene incontro attraverso la viva Tradizione della Chiesa e il dono prezioso della Sacra Scrittura. Ad esse dobbiamo attingere a piene mani, guidati dal fedele e insostituibile servizio del Magistero della Chiesa, così come ci ricorda il Concilio Vaticano II.
Far memoria nell'attesa del futuro. Questa memoria, lontana dal volerci rinchiudere nel passato, diventa motivo efficace che fa volgere il nostro sguardo verso il futuro, nella promessa di un ritorno, nell'orizzonte dell'eternità e nella gioia di un incontro. Il Signore ritornerà. Vive sono le parole che il Signore rivolge ai suoi discepoli nel rassicurarli che il suo ritornare al Padre non vuol dire abbandonarli ma andare a preparare loro un posto nel Regno di Dio. Molteplici sono le immagini che utilizzate per porre all' attenzione questa realtà: il ladro, il padrone, il Re, lo sposo. Ma a tutte è legata la dimensione della vigilanza. Egli viene per permettere ad ognuno di noi di poter stare con lui per sempre. In quel giorno senza tramonto sarà asciugata ogni lacrima, il male vinto e, con il male, la morte e noi potremo contemplare il volto di Dio. In questa promessa siamo chiamati a riscoprire l'orizzonte dell'eternità - vera dimensione della nostra vita - nella gioia di un incontro. Ogni realtà diventa comprensibile quando la si pone nella giusta dimensione, e la dimensione della vita è l'eternità. Ognuno di noi inizia ad essere nell'oggi della speranza ciò che già può vedere nella luce della fede ...
Far memoria nella concreta operosità del presente.
L'attesa non è vuota di presenza. Il Risorto assicura i discepoli dicendo: io sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo. L'incontro, anche se ancora velato e mediato dalla fede, è già possibile. Esso si realizza nell'ascolto della Parola, nel silenzio della preghiera personale, nella celebrazione della liturgia della Chiesa e nella carità operosa. L'attesa dev'essere veramente vigilante, ma di una vigilanza operosa e fattiva. I doni di Dio sono sempre gratuiti e personali, mai privati e magici. Chiedono all'uomo un coinvolgimento ...: «Se vuoi...». Coinvolgimento che lo renda capace di accogliere e di condividere i doni ricevuti nella comunione e nella carità. L'amore chiede sempre un gesto e l'amore si ricompensa solo con l'amore ... In questa attesa vogliamo porre noi stessi, vivere l'Avvento insieme, per iniziare nel tempo questo nuovo cammino, che chiedo al Padre possa essere fecondo e salvifico per tutti .

 

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