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Il Teatro della Rosa di Pontremoli ha accolto di nuovo l'opera lirica In evidenza

Una delle opere popolari per eccellenza "Cavalleria Rusticana", ha fatto alzare il sipario al Teatro della Rosa. Il clamoroso ritorno dell'opera nello storico e bellissimo teatro settecentesco grazie all'Associazione Coro Lirico La Spezia che con orgoglio e onore ha prodotto l'opera condividendo il progetto con le istituzioni locali.

L'evento, è stato segnato da un caloroso successo confermato dal Teatro colmo di un pubblico eterogeneo, che ha avuto dal palcoscenico il saluto di accoglienza del Sindaco di Pontremoli Lucia Baracchini che particolarmente ha sottolineato l'importanza e la soddisfazione di aver lavorato con passione insieme all'assessore alla cultura Marco Madoni affinchè l'opera tornasse a fiorire nel Teatro della Rosa dopo oltre mezzo secolo di assenza. Molto, molto graditi e sentiti i ringraziamenti rivolti dal palcoscenico dalla stessa, a Kentaro Kitaya Presidente dell'Associazione Coro Lirico La Spezia e al suo Curatore Ezia Di Capua, insieme ideatori e promotori del progetto.

"Cavalleria Rusticana", titolo popolare e avvincente zoccolo duro dei melomani sanguigni, è stata preceduta da uno straordinario e molto apprezzato "Concerto d'arie d'opera" tessuto su brani di Puccini, Verdi e Donizetti che i solisti del cast Cristina Martufi, Alessandro Bazzali, Andrea Rola, Kentaro Kitaya hanno dedicato al pubblico per festeggiare il ritorno dell'Opera al Teatro della Rosa.

Il concerto ,che ha segnato una serata indubbiamente affascinante, è stato presentato nelle sue parti da Gianni Beschizza che, con la medesima accuratezza, compostezza e competenza ha introdotto lo spettatore con brevi e sapienti pennellate nel quadro della trama dell'Opera.
La serata artistica, cresciuta di minuto in minuto nella forza della passione e nella preparazione di tutti, ha assunto l'importanza di un evento veramente di forte spessore che fortemente ha arricchito il territorio di un messaggio nuovo aperto all'arte e alla cultura lirica.
Sul podio ha trionfato il direttore M° Kentaro Kitaya che ha anche sviluppato assai scrupolosamente e con successo e per la seconda volta la replica della regia di Alberto Paloscia e la drammaturgia di Sergio Licursi di cui sempre si onora la memoria.

Nell'opera, completamente assenti momenti che hanno difettato in qualcosa: all'entrata superba di Cristina Martufi si è restati stupiti nel sentirne la voce, straordinaria per volume e consistenza, piegata al dovere di un'interpretazione accorata e i cui ricchi colori e gli armonici sontuosi aiutano a disegnare una Santuzza di grande bellezza vocale.
Turiddu è il possente Alessandro Bazzali, voce piena e potente convince pienamente, il suo è un Turiddu passionale vocalmente prestante e sicuro, preciso nel fraseggio.
Ottima l'interpretazione di Roberta Ceccotti, Lola dalla voce davvero eccellete, preziosa, timbro caldo e corposo, sorprendono le sfumature e l'agilità; occhieggiante, proprio come deve essere la moglie del "povero" Compar Alfio, ben interpretato dal bravo Andrea Rola che bene si amalgama con i personaggi femminili e si distingue, per importanza vocale e presenza scenica.
Il ruolo di Mamma Lucia importante perno nella drammaturgia della trama viene affidato a Roberta Lodola che bene ha saputo caratterizzare il personaggio

 

Molto apprezzato il pianoforte su cui hanno padroneggiato le mani leggere e decise del M° Miki Kitaya che ha donato una lettura rigorosa ma accorta, ricca di colori volta a renderci una Cavalleria attentissima alla qualità che non ha assolutamente sofferto dell'assenza dell'orchestra.
Assai bene all'organo Alessandro Carta, poche note per una grande emozione, l'organo introduce alle funzioni religiose e a una gemma dell'opera, la famosa preghiera, intonata dal Coro e da Santuzza.
Il canto dolente e pieno di fervore religioso di Santuzza, che nella Cavalleria di Mascagni si erge a vero e forse unico protagonista ha coinvolto molto bene il coro con i soprani che alla fine del canto raddoppiano la parte della donna. Applausi scroscianti hanno premiato l'esecuzione in questo momento così particolare nella sua scrittura solenne e sacra.
Molto apprezzato il compito svolto dal M° Collaboratore Stefano Marin, così come le scenografie di Franca Puliti e l'operato dell'aiuto scenografa Gabriella del Vignale.
Molto belli i costumi, pienamente in armonia con il periodo storico, realizzati da Ester Impinna, Alice Gozzi e Sabrina Maggiani costumiste dell'Associazione Coro Lirico La Spezia.

L'evidenza è che, al Teatro della Rosa, nell'ascoltare un cast di rara omogeneità e di grande livello, sviluppare Concerto e Opera in esecuzioni di forte spessore e alta preparazione artistica, si è davvero dato respiro all'arte, alla cultura e alla bellezza, un momento altissimo, indimenticabile, che ho l'onore di fermare e sottolineare con le mie parole.

L'Associazione Coro Lirico La Spezia ha dato vita a un evento unico, di rara bellezza ed entra a pieno titolo nella storia del Teatro della Rosa, onorandosi di aver avuto il privilegio di far rivivere dopo oltre mezzo secolo l'Opera sul prestigioso palco settecentesco, per questa opportunità ringrazia vivamente il Sindaco del Comune di Pontremoli Lucia Baracchini e tutta la Giunta Comunale, con la quale si augura di poter consolidare nel tempo una ancor più attiva collaborazione artistica.
Il grazie di cuore a Gianni Beschizza per l'amicizia, la competenza, la passione mostrata
Si ringraziano quanti hanno contribuito alla realizzazione dell'Opera dietro le quinte e specialmente Paolo Mazzini, responsabile tecnico del teatro
Si ringraziano quanti hanno contribuito alla promozione dell'evento specialmente la Libreria l'Ecclesiastica e la Legatoria Melani in Pontremoli.
Si ringraziano i quotidiani on line e tutti gli organi di stampa che hanno dato voce all'evento.
Il grazie accorato, grande, grandissimo a tutto il pubblico presente in sala.

Immagini e quanto utile per la promozione artistica nel Blog di Sala CarGià, cliccando qui.

(Recensione di Ezia Di Capua, Curatore Associazione Coro Lirico La Spezia. Foto di Luca Bini)

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