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Notizie dalla Diocesi In evidenza

Prosegue il percorso di beatificazione del cardinale Anastasio Ballestrero.

Ballestrero verso la gloria degli altari
di Giuseppe Savoca
A vent’anni dalla sua morte, procede nel suo percorso la causa di beatificazione del cardinale Anastasio Ballestrero. E se la sua nascita “umana”, avvenuta a Genova nel 1913, non era stata in terra spezzina, la “nascita al cielo”, compiuta nel 1998 presso il monastero carmelitano della Santa Croce di Bocca di Magra, lo rende in qualche modo conterraneo di questa provincia al confine tra la Liguria di Levante e il mare. Con la beata Itala Mela, pertanto, la diocesi che fu di Luni avrà presto, si confida, un altro protettore celeste. Nel frattempo, giovedì scorso, i vent’anni dalla scomparsa dell’illustre prelato, a lungo presidente dei vescovi italiani, sono stati ricordati al monastero dove aveva trascorso l’ultimo tempo della sua vita. La Messa di suffragio è stata preceduta da un incontro proprio sulla sua figura e sullo stato di avanzamento della causa di beatificazione. All’incontro, presieduto da padre Giustino Zoppi, vicepostulatore della causa, hanno partecipato due componenti del tribunale ecclesiastico dell’arcidiocesi di Torino (retta da Ballestrero dal 1977 al 1989), don Giuseppe Tuninetti e don Valerio Andriano, rispettivamente presidente e promotore di giustizia per tale causa. Erano inoltre presenti diversi sacerdoti delle diocesi di Spezia e di Massa, e numerosi padri carmelitani. Dopo la visione di un documentario preparato da padre Giustino, che ha mostrato le tappe salienti della vita del servo di Dio, dalla nascita sino alla morte, è stato affrontato il tema relativo alla causa di beatificazione, ormai prossima alla chiusura della fase diocesana. Per verificare nella vita del cardinale il raggiungimento dell’eroicità nella pratica delle virtù cardinali e teologali, sono stati ascoltate, dal 2014 ad oggi, le testimonianze di ben novantatre testi oculari tra cui due cardinali, diciannove vescovi, trentatre sacerdoti delle diocesi di Bari e di Torino ed un’altra trentina tra religiosi e religiose, e nove persone laiche, che hanno ripercorso le tappe più importanti della vita di Ballestrero, come superiore generale dell’ordine carmelitano, arcivescovo di Bari e poi di Torino e presidente della Conferenza episcopale italiana. Ma non meno valore acquistano le testimonianze di chi lo ha conosciuto per lunghi anni nella quotidianità, come padre Giuseppe Caviglia, suo segretario per venticinque anni, e suor Antonina, guardarobiera, cuoca e infermiera sino al termine della vita. Sono stati inoltre esaminati i suoi scritti, per lo più trascrizioni di conferenze, di omelie e di esercizi spirituali, registrati dalla sua viva voce, che concorrono a far conoscere il suo alto profilo spirituale e teologico. La diocesi della Spezia – Sarzana – Brugnato gli è grata in particolare per aver scelto, a suo tempo, Bocca di Magra come sede dell’attuale convento, centro di alta spiritualità per religiosi e per laici, e per aver deciso di trascorvi gli ultimi anni di vita nella malattia, ma sempre disponibile al servizio ed all’ascolto.

Un legame “antico”
Il legame tra il futuro cardinale Anastasio Ballestrero e il monastero di Bocca di Magra risale indietro nel tempo. Come ricorda il vescovo Giuseppe Stella nelle sue “Memorie”, fu Ballestrero, allora provinciale dei Carmelitani in Liguria, ad adoperarsi negli anni Cinquanta, con la mediazione del rettore del seminario di Sarzana Siro Silvestri, amegliese e futuro vescovo a Foligno e alla Spezia, per l’acquisto da parte del suo ordine del complesso dell’antico convento della Santa Croce, poi proprietà Fabbricotti e quindi del Monte dei paschi di Siena. Quelle strutture, bombardate in guerra, avevano ed hanno una grande importanza nella storia religiosa lunense, collegata all’arrivo del Volto Santo e della reliquia del Sangue. Così, quando nel 1989 lasciò l’arcidiocesi di Torino, il cardinale decise di ritirarsi proprio a Bocca di Magra, in un piccolo edificio sottostante il monastero, dove si spense nove anni dopo.

Coltivare e custodire, la difficile arte di voler bene ai nostri monti
E’ possibile una “ecologia senza miti” ? Ovvero un impegno a “coltivare ed a custodire” i beni della terra senza pregiudizi di carattere ideologico o mode di turno ? A questo tema – che per chi si ostina a vivere ed a lavorare in montagna è centrale, ma forse lo è un po’ per tutti – don Sandro Lagomarsini, parroco di Cassego dal 1965, ha dedicato il suo ultimo libro, presso la Libreria editrice fiorentina. Il libro, che raccoglie una serie di articoli usciti negli ultimi anni nelle pagine nazionali di “Avvenire”, è stato presentato alcuni giorni fa nella sala al primo piano della canonica di Valletti, l’edificio nel quale viveva e venne arrestato a fine 1944 l’allora parroco don Giovanni Bobbio, medaglia d’oro della Resistenza. Valletti, in comune di Varese Ligure, è una delle parrocchie affidate a don Sandro, e sin là, per l’occasione, sono salite diverse decine di persone, non solo dalla Liguria. Con l’autore, hanno parlato del libro il geografo e docente universitario Diego Moreno, che ne ha scritto la “post fazione” (la prefazione, invece, è firmata da Massimo Quaini ed è quasi un testamento “spirituale” e scientifico di questo studioso, appassionato della Val di Vara, scomparso di recente), e il giornalista di “Avvenire” Paolo Lambruschi, capo della redazione “interni”. Vivace come sempre, quando c’è di mezzo don Sandro, il dibattito che ne è seguito. I testi, del resto, sono scritti non solo in forma ben comprensibile, ma anche capace insieme, il che oggi non è frequente, di dare informazioni e di fare riflettere. Dai cambiamenti climatici (a Cassego già si trovano specie vegetali prima impensabili a quell’altezza) alla presenza dei lupi, dalla “sballate battaglie contro i mulini” alle occhiute quotidiane minacce della burocrazia, se coltivare può essere facile come un tempo, “custodire” appare più difficile. Ma don Sandro e i suoi ascoltatori non sembrano né rassegnati né rinunciatari. Però, per fare qualcosa di buono, bisogna prima sapere, e capire: è quello che un libro piccolo ma importante ci aiuta a fare...
di Egidio Banti

Montemarcello festeggia il “giubileo” del suo parroco
Il borgo di Montemarcello, noto per il suo alto valore paesaggistico, tanto da attrarre non solo turisti ma anche scrittori e artisti di tutta Italia, si prepara quest’anno a celebrare con particolare solennità la festa del patrono San Pietro. In tale data ricorre infatti il “giubileo” sacerdotale del parroco don Cesare Giani, ordinato a Sarzana il 29 giugno 1968. Giovedì prossimo 28 giugno, vigilia della festa, dopo la Messa prefestiva delle 18 ci sarà per le vie del borgo la processione con la statua del santo. Alle 21, nella chiesa parrocchiale, si terrà una Veglia musicale a cura dei “cantori” del monastero di Santa Croce e del gruppo vocale di Montemarcello in onore appunto del parroco. Sarà ricordato anche don Lorenzo Zanchetta, compagno di corso di don Cesare in seminario, poi sacerdote e parroco, scomparso prematuramente nel 2001. Venerdi, festa di San Pietro, don Cesare celebrerà la Messa solenne alle 10.30. Alle 18 canto dei Vespri, cui seguirà una conferenza della professoressa Vicky Porfidio, direttrice dei servizi educativi del Museo diocesano della Spezia, sull’iconografia del primo degli Apostoli, “dalle catacombe all’era moderna”. Sabato 30 giugno, Messa prefestiva alle 18.15 e alle 21, in piazza “13 dicembre”, concerto di musica dal vivo con il gruppo dei “Profani” e musiche degli anni Settanta e Ottanta. Nelle giornate di venerdì, di sabato e di domenica “pesca di beneficenza” parrocchiale. Sabato e domenica funzioneranno inoltre banchi gastronomici e di artigianato: tutti sono invitati.

Il vescovo a Cassego
Mercoledì pomeriggio il vescovo Luigi Ernesto Palletti farà visita, alla casa diocesana di Cassego, ai ragazzi ed alle ragazze che a partire da domani partecipano al “campo estivo” per le scuole elementari. Si tratta del primo dei “campi” estivi 2018. L’attività è iniziata sotto l’impressione provocata dal grave incidente che, la settimana scorsa, è occorso al responsabile del centro di Cassego, don Paolo Costa. Precipitato da una pianta mentre eseguiva in prima persona alcuni lavori di manutenzione alla casa, don Paolo è stato ricoverato in prognosi riservata all’ospedale “San Martino” di Genova. Il vescovo, il vicario generale e tanti amici si sono tenuti in questi giorni in stretto contatto con l’ospedale per seguire l’evolversi della situazione. A don Paolo, anche a nome dei lettori, gli auguri più cordiale di un veloce ristabilimento.

Scoprire l'harmonicorde
La chiesa parrocchiale di Santo Stefano Magra ospita domani sera l’evento inaugurale dell’edizione 2018 del “Sarzana Opera Festival”, che in questo modo coinvolge – anche con successivi concerti del 1° luglio a Ponzano al monte e del 4 luglio in piazza Castello – anche il territorio del comune viciniore. Il concerto di domani sera è di particolare interesse, in quanto vedrà come “protagonista” musicale uno strumento inedito, un “harmonicorde” di origine francese della fine dell’Ottocento. In Italia questi strumenti sono molto rari, e non è un caso che, anche su internet, se ne trovino descrizioni solo in lingua francese, tedesca o iberica. L’”harmonicorde” di cui si parla giunse a Santo Stefano Magra probabilmente dalla Corsica, isola con la quale i rapporti commerciali con la terra spezzina in passato erano frequenti. L’attuale parroco monsignor Paolo Cabano, responsabile diocesano per i beni culturali e per l’arte sacra, ne ha fatto curare il restauro, ad opera del maestro Sergio Chierici. Così domani alle 20.45, ad ingresso libero, il maestro Stefano Pellini lo suonerà per la prima volta dopo il restauro, con la partecipazione straordinaria del soprano Chiara Giudice e del tenore Fabio Armiliato. L’evento arricchisce in modo indubitabile il già prestigioso programma delle manifestazioni sarzanesi promosse dagli “Amici del Loggiato”, e nel contempo rappresenta una ulteriore conferma dell’importanza del patrimonio artistico e musicale delle chiese e degli enti religiosi della diocesi: un patrimonio non meramente museale, bensì capace di avvicinare i fedeli ed anche un pubblico più vasto alla grande musica religiosa ed alla sua perenne vitalità. Il “Sarzana Opera Festival”, diretto da Sabino Lenoci, proseguirà poi sino al giorno 8 luglio, comprendendo anche il concorso per giovani cantanti lirici “Spiros Argiris”.

Per Thomas Merton
Andrea Benedetto, scultore spezzino, in occasione del convegno internazionale “Profezia e rinnovo”, tenutosi a Roma nei giorni scorsi presso l’ateneo pontificio “Sant’Anselmo” per ricordare il monaco trappista Thomas Merton a cinquant’anni dalla morte, ha donato una sua opera scultorea. L’opera, che ha per titolo “L’autoritratto dell’alchimista”, è stata esposta durante il convegno, accompagnata da un testo illustrativo. Ora sarà conservata nel Milanese, presso l’abbazia cistercense di Morimondo. Tra le recensioni, quella spezzina di Ezia Di Capua.

Celebrazioni del vescovo
Oggi il vescovo celebra Messa e amministra le Cresime alle 11 a Fezzano ed alle 18 a Pozzuolo, mentre domani 25 giugno lo farà alle 18 a Migliarina, sempre nella festa patronale di San Giovanni Battista. Venerdì, in occasione della festa patronale di San Pietro, celebra Messa e amministra le Cresime alle 9.30 a Sesta Godano e alle 11 nella concattedrale di Brugnato e alle 18 a Luni. Sabato alle 18 Messa e Cresima a Sarzana, in San Francesco. Domenica alle 10 Messa e Cresime alle Grazie.

”San Giacomo” a Milano
Il Duomo di Milano ha accolto domenica scorsa le confraternite di tutta Italia partecipanti al “cammino nazionale di fraternità”, valevole anche come raduno regionale delle confraternite liguri. La diocesi della Spezia – Sarzana – Brugnato era rappresentata dalla confraternita di San Giacomo Apostolo di Levanto, guidata dal priore Giovanni Gianelli, dal priore emerito Giacomo Zoppi di Zolasco, dal confratello padre Giovanni Scaltritti, dal confratello seminarista Dario Scopesi e dai confratelli Roberto Pretolani e Angelo Spiaggiari, alfiere del sodalizio; altri confratelli erano impegnati quali volontari al seguito delle confraternite. La confraternita di San Giacomo ha preceduto in processione il proprio priorato diocesano, presente al completo e guidato dal nuovo priore Francesco Garibotti.

E’ rientrato dal Brasile padre Carlini
E’ rientrato in questi giorni alla Spezia don Luigi Carlini, missionario del Pime e sacerdote diocesano, dalla sua missione a Macapà in Brasile. Si fermerà sino ai primi di agosto per un periodo di cure e di riposo. Il prossimo primo luglio festeggia il quarantaseiesimo anniversario di ordinazione sacerdotale. Congratulazioni e “ad multos annos...”

I 25 anni di “Missione 2000”
Ricorrono quest’anno i venticinque anni dall’apertura della mensa gratuita di via Torino, alla Spezia. La mensa, “Missione 2000”, venne fondata dal compianto don Bruno Vincenzi, già missionario in Burundi. La mensa svolge un servizio giornaliero prezioso per tutte le tante persone in difficoltà. Per ricordare questo evento, domenica prossima primo luglio il vescovo Luigi Ernesto Palletti celebrerà una Messa per i volontari e per i tanti amici di “Missione 2000”, alle 16.45, nella chiesa di Nostra Signora della Salute di piazza Brin.

Lutto a Lerici
La parrocchia di Lerici e la festa di “Avvenire”, di cui già è in fase preparativa la nuova edizione, perdono una collaboratrice preziosa. Si è spenta infatti, a settantuno anni, Giovanna Simeone, voce importante del coro parrocchiale e da tanti anni attrice nella “compagnia della Briciole”, il gruppo che sin dalle origini ha accompagnato la festa di “Avvenire” con argute e popolarissime rappresentazioni teatrali in dialetto lericino. Giovanna, che lascia il marito e tre figli, ha sempre animato con la sua bravura e con la sua simpatia quegli spettacoli, che ora ne sconteranno la mancanza. I funerali si sono svolti a Lerici ieri mattina. Ai familiari le nostre condoglianze.

Lutto a Sarzana
All’età di centoquattro anni si è spenta nella sua casa di via Bertoloni, a Sarzana, Maria Luisa Fiori. Appartenente ad una famiglia “storica” della città, aveva collaborato a lungo con la segreteria parrocchiale di Santa Maria Assunta, oltreché con il gruppo delle volontarie di San Vincenzo, mostrando sempre intelligenza, umanità e simpatia. I funerali si sono svolti giovedì scorso nella basilica concattedrale. Ai familiari le nostre condoglianze.

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