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Le ultime notizie dalla Diocesi In evidenza

Ecco le ultime notizie dalla Diocesi.

La “lezione” dell'Africa di Giovanni Tassano*
«Chi si reca in Burundi oggi non ha l’impressione di entrare in un paese in conflitto. Sbarcando all’aeroporto, ho trovato un paese calmo, abbastanza ordinato, con un traffico un po’ caotico (in altri stati è molto peggio), con una rete stradale che funziona. Le strade sono piene di gente, soprattutto di giovani e bambini. Vivendoci, poi, si può anche credere che la situazione sociale non lasci tanto a desiderare: molte sono le case in costruzione, la città si estende sempre più con nuovi quartieri: insomma un normale paese dell’Africa centrale». Cosi si esprime padre Gabriele Ferrari in un articolo sul Burundi nel numero maggio – luglio 2018 della rivista “Missione Oggi”. Ed è proprio questa la sensazione che ho provato anch’ io, nel luglio scorso, tornando in Burundi per il giubileo di Buhoro: la missione iniziata cinquant’anni or sono grazie alla solidarietà della diocesi della Spezia – Sarzana – Brugnato. Proprio là, infatti, mi inviò come parroco l’allora arcivescovo di Gitega monsignor Makarakiza. E’ vero, la società burundese è segnata dalle tristi conseguenze dei tragici avvenimenti della sua storia. Debbo dire però che dai contatti avuti con la comunità parrocchiale di Buhoro e con altre realtà ecclesiali ho potuto cogliere segni davvero positivi che invitano a ben sperare per l’avvenire del Burundi. Grande è stata l’emozione dell’ incontro con la comunità parrocchiale di Buhoro: commovente riconoscerci dopo tanti anni, con un abbraccio festoso e cordiale nel ricordo degli avvenimenti di un tempo. Mi ha fatto piacere notare il loro entusiasmo nel preparare la festa del giubileo: adulti e giovani, di diversa provenienza sociale ed etnica, uniti con gioiosa intesa nei preparativi della festa. Uno spirito nuovo, nel quale ho notato la volontà di stabilire tra loro rapporti di fraternità volti a superare le storiche rivalità. Questo è proprio il frutto della loro fede in Gesù Cristo, nella quale trovano la forza per superare le difficili situazioni con cui devono confrontarsi. Ed è, a pensarci bene, la naturale conseguenza di una partecipazione devota alle celebrazioni liturgiche, con grande affluenza al “sacramento del perdono”: i sacerdoti passano ore al confessionale. Ho avuto poi il piacere di trascorrere qualche giorno al “Foyer de Charité” di Giheta, dove erano presenti oltre un centinaio di persone: coppie di sposi, adulti, giovani per un ritiro spirituale di cinque giorni vissuti in meraviglioso raccoglimento. Passeggiando per i villaggi e per le colline ho ritrovato l’accoglienza cordiale delle persone, i numerosi bambini che uscivano dalle loro capanne e accorrevano festosi ... Certo, queste sono impressioni limitate ad un breve soggiorno ed ai contatti con le comunità ecclesiali, e quindi possono sembrare ottimistiche. Ma nell’articolo sopra citato, padre Ferrari parla di “una Chiesa solidamente impiantata, ricca com’ è di clero locale, anche se ora sta passando per la normale crisi di crescita di ogni organizzazione di massa. Ma è una crisi “obbligata”, ed anche benefica, che non si può evitare e che va invece affrontata con nuovi programmi”. Preghiamo dunque anche noi perché questa giovane Chiesa del Signore in Burundi, aperta all’azione dello Spirito Santo, possa progredire nel cammino di giustizia per un avvenire di pace e di unità, e faccia da esempio e da sprone anche per le nostre “affaticate” comunità italiane ed europee ... Domenica 12 agosto c’è stato il momento solenne nel quale la popolazione di Buhoro ha manifestato il suo giubilo per il primo mezzo secolo della sua storia, con una solenne celebrazione eucaristica. Con lo stile caratteristico del Burundi i presenti hanno espresso la preghiera di ringraziamento per le opere realizzatesi grazie alla solidarietà degli amici della Spezia ed alla congregazione delle Sorelle della Carità di Novara, opere di cui tutt’ora godono dei positivi risultati. Mi sembra dunque bello concludere con le parole del vescovo di allora Siro Silvestri, a commento della “visita pastorale” che nel mese di luglio 1977 aveva voluto compiere nelle due parrocchie spezzine in Burundi (oltre a Buhoro anche a Muliza, dove era parroco il compianto don Bruno Vincenzi). Il vescovo definì la missione “segno di una fraternità che proviene dalla stessa fede cristiana e che costituisce la più profonda alleanza tra popoli e Chiese lontane, perché è fraternità dominata dalla consapevolezza di avere un solo Padre e dal conseguente amore che i fratelli si devono portare”. Mezzo secolo dopo è davvero ancora così.
*Già parroco a Buhoro

Oggi si accede all’isola del Tino
La Marina militare, cui appartiene l’isola del Tino, dove visse quasi un millennio e mezzo fa il monaco eremita san Venerio, consente oggi, come anche ieri, il libero accesso all’isola. I vaporetti partono dalla passeggiata Morin, alla Spezia, alle 9.30, 10.40, 11.50, 14.50 e 15.30. I rientri sono previsti dal Tino alle 11.10, 12.20, 14.45, 16.10 e 18. Il biglietto andata e ritorno costa dodici euro per le persone adulte, otto euro i ridotti. Alcune corse partono anche da Porto Venere e da Lerici. Le celebrazioni religiose per la festa di San Venerio hanno avuto il loro culmine mercoledì pomeriggio in cattedrale alla Spezia, da dove la reliquia del santo è stata poi portata in processione sino al mare, e giovedì sull’isola, dove il vescovo diocesano Luigi Ernesto Palletti ha celebrato la Messa sul piazzale della vela ed ha poi benedetto le imbarcazioni alla fonda nella piccola rada del Tino. Nell’omelia, Palletti ha ricordato la figura del santo eremita e le indicazioni che dal suo esempio ci provengono per la nostra vita, “una vita – ha detto – che va sempre considerata con serietà e con impegno”. Le celebrazioni anche quest’anno sono state coordinate dall’associazione “Pro Insula Tyro”, oggi presieduta da monsignor Pier Carlo Medinelli.

Padre Mauri verso la beatificazione
La Messa solenne di sabato 8 settembre, celebrata dal vescovo Palletti a Roverano, in un santuario come sempre gremito di fedeli, ha avuto quest’anno un significativo “fuori programma”: il rettore, monsignor Giorgio Rebecchi, ha infatti dato lettura del recente decreto della congregazione vaticana per le Cause dei santi con il quale il servo di Dio padre Enrico Mauri viene proclamato “venerabile”, ultima tappa nel cammino verso la beatificazione. Padre Mauri nacque nel 1883 a Bosisio Parini (Como), in diocesi di Milano, e morì nel 1967 a Sestri Levante, in diocesi di Chiavari. Perché dunque la lettura del decreto anche a Roverano ? La risposta sta nel fatto che la vita e l’opera di padre Mauri, specie da quando nel 1922 si era trasferito a Sestri, fondandovi l’Opera “Madonnina del Grappa”, è stata a lungo legata alla diocesi spezzina, ed in particolare anche a Roverano. Non bisogna dimenticare, infatti, che sino al 1959 il territorio Sestrese, con varie parrocchie, apparteneva alla diocesi di Brugnato, poi unita a Sarzana e alla Spezia, e la stessa chiesa della “Madonnina del Grappa”, in via Antica Romana, fu eretta “santuario eucaristico mariano” con decreto del vescovo Giovanni Costantini, nel 1936. Non solo: il primo dei sacerdoti formati a Sestri da padre Mauri, don Giuseppe Bonfiglioli, ordinato nel 1934 proprio da Costantini, nel 1941 venne chiamato da questi alla Spezia come pro vicario generale, e poi come vicario dal suo successore Giuseppe Stella, prima di diventare a sua volta vescovo a Nicotera e Tropea, in Calabria, e poi arcivescovo, prima a Siracusa e poi a Cagliari. Padre Mauri e don Bonfiglioli andavano spesso a Roverano, dove fu anche rettore un altro sacerdote della “Madonnina”, don Bruno Zerbini. Sono dunque davvero numerosi i legami che uniscono la Chiesa locale spezzina e il santuario di Roverano alla figura e all’opera di padre Mauri, uno dei tanti “apostoli cristiani” del primo Novecento. A Roverano, l’altro sabato, c’erano anche alcune religiose dell’istituto secolare da lui fondato nel 1922, le Oblate di Cristo Re, che al termine della Messa si sono incontrate con il vescovo.
Egidio Banti

Istituto intitolato a don Milani
L’Istituto comprensivo n. 1 della Spezia è stato intitolato a don Lorenzo Milani e già ora nella sua pagina internet, oltre all’immagine del parroco di Barbiana, compare una sua celebre frase: “Il sapere serve solo per darlo”. L’istituto ha sede alla Chiappa, ma comprende anche numerosi altri plessi scolastici. La cerimonia di intitolazione, alla vigilia di un nuovo anno scolastico, è avvenuta venerdì. Il vescovo Luigi Ernesto Palletti, accolto dalla dirigente Maria Torre Milazzo insieme alle altre autorità, ha benedetto la targa. Ospite d’onore è stato lo scrittore Eraldo Affinati.


L' importanza della scuola nel tempo dei cambiamenti Riprendono domani le lezioni in tutte le scuole della provincia di Spezia. ﷯L’attenzione della Chiesa locale e del mondo cattolico nei confronti di quella formidabile “agenzia educativa” che resta la scuola è sempre stata grande, e lo si è isto nei giorni scorsi anche nei lavori del corso di aggiornamento annuale per i docenti di Religione cattolica, svoltosi nel salone di Tele Liguria Sud. Don Aldo Basso, ad esempio, direttore dell’ufficio Scuola ed educazione della diocesi di Mantova, in una delle sue relazioni ha sottolineato lo stretto legame che in campo educativo deve esistere tra famiglia e scuola: “Oggi – ha detto tra l’altro – si ha spesso l’impressione di trovarci di fronte a famiglie indaffarate, più preoccupate di fornire cura che educazione ai propri figli. Ebbene, non siamo di fronte ad un vuoto educativo, a padri e madri indifferenti e svogliati. Piuttosto siamo di fronte ad un attivismo in parte disordinato che segnala la difficile transizione che oggi si sta vivendo in questo campo, dal modello autoritario a un modello persuasivo, dalla cultura dell’imposizione a quella della ragionevolezza”. E’ dunque necessario, anche se difficile, un collegamento quanto più stretto possibile tra l’educare in ambito familiare e quello, pur in sé differente, in ambito scolastico. Di notevole interesse anche i contributi forniti da un altro relatore, Roberto Romio, docente all’Università “Antonianum” di Roma, che ha trattato i temi “Vecchia e nuova didattica: un confronto non più rinviabile” e “Linguaggi e metodologie per una nuova didattica”. “Negli ultimi decenni – ha osservato Romio – l’intero sistema educativo italiano è stato impegnato in un grande sforzo di riforma nato dalla spinta innovativa europea, ma anche dalla presa d’atto della crisi del modello educativo centralista tradizionale e della conseguente perdita del suo primato educativo”. Di qui la necessità di individuare nuovi spazi e nuovi contenuti rispetto alla didattica tradizionale: un campo di ricerca al quale, per sua stessa natura, l’insegnamento di Religione cattolica può offrire un contributo importante e significativo. La scuola, per recuperare e compiere al meglio il proprio ruolo centrale per la formazione delle nuove generazioni, deve quindi porsi alla ricerca di “nuove alleanze”, sia in senso “orizzontale” (con la famiglia, ad esempio), sia in senso “verticale”, ovvero nuovi approfondimenti e nuovi modelli didattici. A tutto il mondo della scuola spezzina, intanto, il nostro augurio più fervido di un nuovo anno positivo e ricco di risultati.
Giuseppe Savoca

Celebrazione per il Sinodo dei giovani
Una celebrazione diocesana per l’inizio del Sinodo dei giovani, fissato a Roma per il mese di ottobre, si terrà alla Spezia venerdì 28 settembre (tra due venerdì). La celebrazione, fissata per le 21, sarà presieduta dal vescovo Luigi Ernesto Palletti e sarà anche il momento di inizio delle attività di pastorale giovanile per l’anno 2018 – 2019.

Il vescovo a Mazzetta
Il vescovo Luigi Ernesto Palletti celebra giovedì prossimo 20 settembre, alle 10.30, nella chiesa di San Pietro a Mazzetta, la Messa per il personale della Guardia di Finanza, la vigilia della festa del loro Patrono, san Matteo.

Si è spenta “Mila” Bello
Lutto a San Terenzo al mare per la scomparsa di Emilia Bello, detta “Mila”, protagonista per tanti anni della vita associativa e parrocchiale della cittadina sul Golfo. Ai funerali, presieduti dal parroco don Luca Gualdi, con don Renzo Cortese e don Fiorenzo Innocenti, salesiano, hanno partecipato moltissime persone. Don Renzo ha tenuto una commossa omelia. “Mila” lascia nel dolore il marito Luigi Questa, noto dirigente sportivo a livello provinciale, i due figli e i parenti, tra cui una religiosa salesiana. A loro le nostre sentite condoglianze.

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