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Giornata mondiale della famiglia: le testimonianze degli spezzini

Anche la diocesi della Spezia - Sarzana - Brugnato ha partecipato a Milano, con una propria rappresentanza, al settimo Incontro mondiale delle famiglie.

Un pulman di ottanta persone era stato organizzato dall'ufficio diocesano per la famiglia. La maggioranza dei partecipanti proveniva dal capoluogo ma molti anche dalla Val di Magra, dalla Val di Vara e dalla Riviera. Ha partecipato inoltre, in maniera autonoma, la parrocchia di Romito Magra, con una settantina di persone. Al ritorno, abbiamo raccolto alcune interessanti testimonianze. Per Francesco Mangini, della parrocchia di Nostra Signora della Neve alla Spezia, «l'Incontro mondiale delle famiglie è stato certamente un momento di gioia e di condivisione. Io e mia moglie abbiamo apprezzato l'invito del Papa al gemellaggio tra le famiglie e tra le parrocchie per superare la crisi e per vivere in pienezza la solidarietà con chi soffre, in particolare con i terremotati dell'Emilia. Stimolante è stato anche l'invito a vivere il matrimonio come fosse un riflesso dell'amore trinitario: relazione, gratuità, donazione, perdono. Laura Gallese, di Levanto, ci ha detto: «Ho partecipato all'Incontro con mio marito Riccardo e con i nostri cinque figli, dai tre ai diciotto anni. Come ci accade spesso quando ci muoviamo tutti insieme, durante l'attesa del Papa è arrivata la domanda: "Ma questi ragazzi sono tutti vostri?". Questo fantastico Papa mi ha molto colpito quando, parlando delle nozze di Cana, ha paragonato il "primo vino", quello procurato dagli sposi (buonissimo ma che non dura fino alla fine del banchetto) al periodo dell'innamoramento. Il "secondo vino", quello regalato da Gesù, è l'amore vero e definitivo, molto più buono del primo, che con il discernimento della ragione e con la forza della volontà, dobbiamo cercare di procurarci ogni giorno nella nostra vita di sposi». Ed ecco Sandro Salvadori di Fabiano Alto, componente con la moglie della commissione diocesana di pastorale familiare: «Con mia moglie Anna Maria e con mia figlia Maria Elisa ci siamo sentiti, insieme a tutti, un popolo in cammino, come tanti Zaccheo sulla strada per vedere e per ascoltare il successore di Pietro. Abbiamo avvertito la presenza di Gesù fra noi, e l'invito a testimoniare con forza il valore della famiglia come crocevia di sostegno sociale. Siamo sicuri che questo incontro porterà buoni frutti !». Margherita Giorgi, dell'ufficio diocesano per la famiglia, ha aggiunto: «C'era un vero clima di fraternità, di gioia e di festa, anche se il pensiero non è mai mancato per gli amici dell'Emilia Romagna colpiti dal terremoto. Centinaia di famiglie hanno aperto la loro casa per "accoglierne" altre provenienti da tutto il mondo. Come Andrea e Patrizia, che con tre dei sette figli, ci hanno ospitato durante la settimana. Nonostante gli impegni di lavoro si sono dedicati a noi facendoci sentire parte della loro famiglia, proprio facendosi sentire "a casa": quella "casa" di cui ha parlato il cardinale Ravasi, realtà vitale dove le "fondamenta" sono la coppia (Patrizia e Andrea sono sposati da trent'anni), le "pareti" di pietre vive i figli (sette di cui quattro sposati e genitori entrambi di altri due bambini) e le "stanze" i luoghi del lavoro, che pure spesso allontana i componenti della famiglia in quanto lavorano fuori Milano». Ci dice invece la famiglia Tivegna: «Siamo Rachele (ventitre anni, casalinga), Davide (trentasette anni, capostazione) e "Pietrone" (quattro mesi e mezzo), della parrocchia di Ceparana. Siamo sposi da soli due anni e questa è stata la nostra prima esperienza di Giornata mondiale. All'inizio eravamo spaventati dall'idea di "muoverci" con il nostro piccolo di soli quattro mesi, ma poi abbiamo accettato la sfida e tentato l'azzardo. A esperienza conclusa possiamo dire: Grazie al Cielo che non ci siamo fatti mancare il coraggio! Avremmo rinunciato ad una esperienza unica, ricca di emozioni di ogni tipo e molto importante per la nostra giovane famiglia». La famiglia Marinelli, dell'associazione «Famiglia di Nazareth» della Spezia: «Se dovessimo definire l'Incontro con una sola parola, questa sarebbe "naturalezza". Perché la naturalezza è il sentimento forte che abbiamo ritrovato in ogni momento, con tante persone che sono venute a ritrovarsi, a riconoscersi, e testimoniare la propria fede, per poi ripartire in un cammino quotidiano che è progetto di vita». Adriano e Cesira Antonelli, della parrocchia di Cristo Re alla Spezia: «Il convegno è stato per noi un grande arricchimento nella fede». E infine, ecco Giovanni Ricchetti, ancora dell'associazione «Famiglia di Nazareth», residente nella parrocchia della Sacra Famiglia: «Imparare ad essere "famiglia di famiglie": questo è stato il grande insegnamento di Benedetto XVI che ci siamo portati a casa dal "Family 2012". Grazie Santo Padre !».

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