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Presentata la mostra fotografica "Pepi Merisio. Il Gioco" a Castelnuovo Magra In evidenza

di Alessio Boi- Si terrà dal 6 aprile al 30 giugno alla Torre del Castello dei Vescovi di Luni. Saranno esposte 50 foto dall'archivio di Pepi Merisio dal 1950 al 1989 su un unico tema: il gioco.

 

Il gioco delle carte, quello del pallone, i bambini per strada, al parco, gli adulti. Cinquanta scatti molto vari, dinamici, in bianco e nero, e, se vogliamo, nostalgici, raffiguranti proprio il gioco tipico del millennio scorso: quello per strada, nei campi, senza tablet o smartphone. Sarà questo il grande tema che occuperà tutti i piani della Torre del Castello dei Vescovi di Luni dal 6 aprile al 30 giugno, sviluppato da Pepi Merisio, un fotografo che si è sbizzarrito durante la sua carriera a immortalando soggetti di ogni tipo, cogliendo l'attimo, scolpendo su pellicola momenti rimasti indelebili nella sua mente.

Tra gli archivi si è notato che erano presenti molti scatti che raffiguravano momenti ludici dunque si è deciso di raggrupparli, per suscitare al pubblico emozioni forti. Si tratta dell'ultima mostra fotografica prima della fine dell'attuale giunta, in vista delle elezioni di maggio, e il sindaco di Castelnuovo Magra Daniele Montebello, infatti dichiara:"Ormai è una tradizione del nostro comune quella di organizzare mostre fotografiche alla Torre, tradizione che ci ha dato non poche soddisfazioni". Poi prosegue:"Questa volta a continuare la tradizione è Pepi Merisio e la mostra sul gioco, attività che qui è rappresentata in tutte le sue sfaccettature. Inoltre è una mostra molto poetica, nel senso che le foto sono suggestive e tutte in bianco e nero".

Ma a continuare la presentazione sono Raffaella Ferrari ed Elisabetta Sacconi, curatrici della mostra e del catalogo. La prima delle due è molto legata all'artista e dichiara:"L'autore si inserisce nell'epoca d'oro del fotogiornalismo: Pepi Merisio si è trovato a collaborare con le testate più importanti del periodo, oltre ad aver girato il mondo a fianco del Papa". Ancora approfondisce:"La fotografia veniva usata da lui come forma di narrazione, un documento di uno spettacolo che va raccontato così com'è: in questo caso è il gioco, che è poetico, perché in passato era il passatempo di tutti, lontano dal digitale".

Elisabetta Sacconi è l'altra curatrice e si esprime così:"La mostra è suddivisa in sei temi, quanti sono i piani della torre, e ad ogni piano è assegnato un tema. La realtà che rappresenta è vicina alla nostra: infatti la foto di copertina rappresenta due bambini che giocano con una botte, e questa è di Riomaggiore, molto vicino a noi". Insomma l'autore, che ha lavorato tra i primi anni cinquanta e l'inizio dei novanta si è tenuto nella fotografia dinamica, portando alla Torre una sorta di versione primordiale di Street Photography dei giorni nostri, nel momento in cui uscivano le prime macchine che riuscivano a immortalare soggetti in movimento. Conclude l'assessore alla Cultura Katia Cecchinelli:"Abbiamo già in mente di portare i ragazzi dei nostri istituti a vedere la mostra fotografica: miglior tema del gioco per i giovani non ci poteva essere".

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