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Turismo green e Liguria, il futuro ecosostenibile

Negli ultimi anni si è assistito alla crescita di una tendenza che, poco per volta, si è estesa fino a essere considerata una sorta di causa comune per chiunque: la salvaguardia ambientale. Complici alcune criticità che, ciclicamente o eccezionalmente, dimostrano quanto sia importante la sensibilità per l’ambiente, l’attenzione all’impatto delle attività umane sul territorio sembra in costante crescita. Anche il turismo, come tutti i settori produttivi, si è messo in gioco per essere il più sostenibile possibile in un’ottica ambientale: la Liguria, in tal senso, ha preso una strada sicuramente promettente.

Lo scorso settembre un report dell’ENIT, l’agenzia italiana nazionale del turismo, ha evidenziato come proprio la Liguria si stia distinguendo per iniziative legate alla tutela ambientale. Nell’ambito di una più ampia tendenza in tal senso, evidenziata da tutto il comparto turistico nazionale, la Liguria si è fatta notare per riconoscimenti come numerose bandiere blu e strutture ricettive certificate dal marchio europeo Ecolabel, a testimonianza di come le attività della zona si stiano muovendo in una direzione eco friendly.

La sensibilità sulla tematica dell’ecosostenibilità è d’altra parte ben testimoniata da movimenti globali e in particolar modo da alcune ricorrenze come, per esempio, la Giornata della Terra. Tenutasi per la prima volta il 22 aprile 1970, la giornata fortemente sponsorizzata dal senatore americano Gaylord Nelson ha quest’anno raggiunto la 70esima edizione. I temi annuali che la caratterizzano, che hanno richiamato dallo scorso anno l’attenzione di aziende di rilevanza internazionale, sono testimonianza di come sia sentita l’esigenza di conciliare le attività economiche, turismo incluso, con la salvaguardia dell’ambiente.

La tutela dell’ambiente marino è stato un tema ricorrente nelle varie annualità della ricorrenza: sotto questo profilo la Liguria, con la sua estensione costiera, è particolarmente interessata. In proposito, lo scorso gennaio è stata annunciata la partenza del progetto Green & Blue Route, concretizzazione particolare delle diffuse iniziative in ambito di blue and green economy.

Nello specifico si tratta della possibilità per gli operatori del settore di offrire itinerari che possano accedere a aree marine protette, sfruttando soluzioni che fanno dell’ecocompatibilità il loro punto di forza. Il progetto è di particolare interesse anche in riferimento alle aree coinvolte: oltre alle coste liguri, sono interessate anche quelle toscane, sarde e francesi, con la previsione, oltre all’accesso alle aree marine protette come quella di Portofino, dell’approdo in zone di particolare interesse.

Per quanto il mare ricopra un ruolo di primo piano, in ogni caso, l’entroterra non è assolutamente da meno: l’esempio di Varese Ligure in questo senso è estremamente significativo. Sviluppatosi intorno al centro storico, si è deciso con lungimiranza di indirizzare in maniera sostenibile il turismo che investiva la zona, tanto da essere nominato nel 1999 primo comune ecologico d’Europa. Sul territorio comunale è stata installata una centrale eolica, fra le prime in Italia e la più potente dell’intera regione, in grado di generare 6.5GWh all’anno, quantità di energia sufficiente a coprire i fabbisogni della popolazione.

Anche il tessuto economico della zona si è sempre regolato sulle esigenze di ecosostenibilità, vedendo le varie aziende agricole investire in tale direzione e, attraverso gli agriturismi, contribuire all’immagine di turismo green della zona. La stessa immagine è rafforzata anche da alcuni itinerari che sono meno conosciuti e frequentati rispetto ai più tradizionali percorsi, e che permettono di godere di un’esperienza totalmente immersiva nell’ecosistema della zona.

Fra i migliori, che in genere vedono un particolare equilibrio fra verde e panorami marini, merita sicuramente menzione l’itinerario che gravita intorno al Monte Moro. Durante la seconda guerra mondiale il luogo ospitava le installazioni militari della batteria Nervi, appositamente studiate per la difesa del golfo di Genova. Dopo l’8 settembre 1943 le installazioni passarono sotto il controllo tedesco per finire poi disarmate e abbandonate. Oggi sopravvivono in stato di abbandono le opere in cemento, i bunker, le piazzole e così via: venuta meno l’importanza militare, ciò che rimane oggi è il panorama su Genova e il suo mare, del quale si può godere da un vero e proprio balcone naturale.

Il futuro del turismo, per la regione, può contare sul dono di un patrimonio naturale e sulla volontà di preservarlo.

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