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CALL & CALL passa al gruppo AQR: garantita tutta l’occupazione, anche della sede spezzina In evidenza

Grandi prospettive per un nuovo gruppo da 80 milioni e 4000 lavoratori.

In un momento difficile per l’economia e il mondo del lavoro c’è un gruppo che cresce e che pone, nel breve periodo, obiettivi di fatturato per 100 milioni di euro. Il gruppo AQR ha acquistato gli assett di Call&Call, uno dei principali operatori italiani di BPO (business process outsourcing), diventando la prima customer interaction company. Una notizia industriale che, come ha sottolineato l’ex Ministro del Lavoro Cesare Damiano, “Nasce da un’operazione virtuosa”.

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Parliamo di un risultato frutto di un lavoro complesso, come ha spiegato Felice Saladini, presidente di AQR: “Continuiamo a crescere perché abbiamo scelto di essere diversi. Vogliamo continuare a creare valore per i nostri clienti e i nostri lavoratori. Abbiamo l’obiettivo di traguardare i 100 milioni di fatturato all’anno entro il 2023 e di continuare a dare occupazione: con l’acquisizione degli assett di Call&Call arriva ad un indotto di oltre 4000 persone, con le oltre 1400 persone occupate in Call&Call. Dobbiamo continuare ad ascoltare e rispondere, questa sarà la nostra sfida del futuro. Stiamo costruendo la nuova via italiana alla digitalizzazione dei processi di vendita, integrando velocità dell’online alla fiducia della bottega sotto casa. In questi anni Umberto Costamagna ha saputo mandare avanti in questi anni in Call&Call un welfare aziendale innovativo ed inclusivo, per questo ricoprirà la carica di direttore del personale in AQR”.

Esposito min

“Con l’acquisizione degli assett di Call&Call, AQR entra nel mondo di BPO e consolida un fatturato di circa 80 milioni su base annua - Francesco Esposito, direttore generale di AQR – Abbiamo oltre 40 punti in tutta Italia tra sedi operative, sales point e store per player nel mondo dell’elettronica e delle telecomunicazioni, 4000 sono gli addetti del network che conta oltre 3200 postazioni multimediali, acquisiamo oltre 2500 clienti ogni giorno con 35000 interazioni con i clienti per quel che riguarda il BPO”.

Gli obiettivi, oltre al traguardare i 100 milioni di fatturato, sono legati alla crescita del brand, accrescere la quota di mercato e integrare la filiera produttiva.

“Siamo stati tra i precursori della digitalizzazione dei processi di vendita in Italia – ha proseguito il direttore Esposito - Cercheremo di estenderla anche ai processi di BPO, permettendoci un miglioramento delle performance complessive”.

Numeri e obbiettivi importanti, che toccano anche il welfare aziendale e la vicinanza con i lavoratori del gruppo. Una mossa aziendale, quella di cui stiamo parlando, che ha permesso la continuità occupazionale a più di 1000 persone, in una fusione armoniosa tra AQR e Call&Call, quest’ultima fondata da Umberto Costamagna che sarà, con la delega al personale per tutto il nuovo gruppo di 4000 persone, tra i manager principali della nuova realtà.

Umberto min

“Con questo accordo abbiamo garantito la continuità occupazionale, a parità di contratti di lavoro e stipendio, di oltre 1000 persone – così ha affermato il direttore del personale di AQR Umberto Costamagna – Quando, 19 anni fa, abbiamo iniziato con Call&Call abbiamo deciso di cambiare rispetto allo scenario dell’epoca fatto di contratti di lavoro basati sull’affitto delle postazioni e si costringeva le persone ad aprire delle partite iva per lavorare nei call center. Dovevamo dare senso al lavoro delle persone che lavoravano con noi perché non si trattava di una risorsa nell’asset aziendale, ma la risorsa. Noi porteremo questi nostri valori ed esperienza. Abbiamo stabilizzato le risorse prima che diventasse una legge dello stato, non abbiamo spostato neanche 1 ora di lavoro italiano all’estero, abbiamo stabilito rapporti basati sul confronto con i sindacati dato il medesimo obbiettivo ovvero la sopravvivenza dell’azienda e dei lavoratori. Call&Call è stata la prima grande azienda italiana a concedere le licenze matrimoniali anche alle coppie omosessuali che si sposavano nei paesi dove era permesso. Per noi questa è una ripartenza, sono onorato di poter riportare in questo gruppo i valori che ci hanno fatto crescere”.

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E chi di lavoro se ne intende e tutt’oggi ne studia le sue evoluzioni è Cesare Damiano, sindacalista ed ex Ministro del Lavoro nel Governo Prodi, che ha visto in questa fusione una vera e propria operazione virtuosa: “Questa è una fusione armonica dove si sommano le competenze, oltre a salvaguardare dei posti di lavoro. La vostra è una scelta di qualità, quest’ultima vincerà. Quando ho fatto la circolare con la quale ho stabilizzato 30.000 lavoratori, non solo Costamagna che è stato un pioniere, ma di tutte le maggiori aziende che hanno scelto di andare in quella direzione, avevo previsto di chiarire un punto: non si può far lavorare a progetto un lavoratore se non c’è un progetto. Qui si è stati pionieri del welfare aziendale. Siamo di fronte ad un esempio molto positivo nonostante la situazione difficile”.

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