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Albiano, bando a sostegno imprese danneggiate: per Cna requisiti ed obblighi non favoriscono le domande

Il presidente della Cna di Massa Carrara Paolo Bedini: "Il bando non è stato redatto su misura di una situazione eccezionale".

Complicato, pieno di vincoli e paletti che rischiano di escludere dal sostegno gran parte delle imprese danneggiate dal crollo del viadotto di Albiano Magra che collega l'abitato di Santo Stefano Magra e quello del Comune di Aulla.

Un bando, in sostanza, sulla carta non proprio per aiutare le imprese nonostante la permessa del fondo perduto. A metterlo nero su bianco è la Cna di Massa Carrara, che ha studiato il bando pubblicato sul Burt "Intervento straordinario ed urgente per fronteggiare le gravi conseguenze economiche relative al crollo del Viadotto di Albiano sul fiume Magra che collega l'abitato di Santo Stefano di Magra (SP) con l'abitato del Comune di Aulla (MS)". L'ufficio tecnico di Cna ha passato ai raggi X il bando trovando numerose incongruenze.

"Il bando, almeno questa è l'impressione che si ha leggendolo ed analizzandolo punto per punto, non è stato redatto su misura di una situazione eccezionale come quella di Albiano. Forse avrebbero dovuto mettere più attenzione sulle specificità. Ci troviamo di fronte ad un bando nato sicuramente con i buoni propositi ma che non pare, sulla carta, essere accessibile in larga scala come invece dovrebbe – tuona Paolo Bedini, presidente della Cna di Massa Carrara – Oltre alle difficoltà interpretative, il bando pone in essere vincoli e paletti che non sono riconducibili al danno diretto derivante dal crollo dell'infrastruttura mescolando e non tenendo conto delle prescrizioni peraltro imposte dai DPCM. Al bando possono partecipare le aziende aperte al momento del crollo. Corretto come approccio: ma ad aprile eravamo in pieno lockdown. Il 90% delle imprese erano chiuse per decreto".

Uno dei requisiti per presentare la domanda al bando è quello secondo cui l'impresa deve avere lo stesso numero di dipendenti rilevati al 1 aprile 2020 e deve garantire l'impegno a mantenerli almeno fino alla data di erogazione del contributo.

"Ma se qualcuno, per ragioni personali, si è dimesso facendo mancare il requisito l'impresa è automaticamente tagliata fuori – analizza Bedini – Ma non è finita qui: per otto anni successivi all'erogazione del saldo l'attività non deve cessare e non essere in stato di liquidazione volontaria. Il contributo dovrebbe essere erogato sulla base del periodo per cui sono stato danneggiato e non per i prossimi anni. Nel frattempo ricordo che sono già passati nove mesi dal crollo e molto poco è stato fatto. Il nostro territorio, la nostra provincia, paga ancora una volta la sua posizione periferica ed il suo scarso peso politico. Non è mai stato così evidente nonostante promesse e prospettive".

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